Apple vuole migliorare Siri ed abbandonare Nuance

Apple, rapporti interrotti con un fornitore cinese causa sfruttamento minorile

Apple interviene contro lavoro minorile

Durante il 2012 oramai trascorso Apple ha intensificato i controlli sulle condizioni lavorative offerte dai fornitori cinesi partner ai relativi dipendenti arrivando a rilevare 74 casi di lavoro al di sotto dei 15 anni di età ovvero quella minima consentita per la Cina.

Essendo tali casi tutti relativi ad un unico partner, Guangdong Real Faith Pingzhou Electronics Co., Apple ha deciso, così com’è stato possibile apprendere proprio nel corso delle ultime ore, di cessare ogni tipo di rapporto con il fornitore in questione.

Apple ha inoltre provveduto a denunciare l’agenzia del lavoro che forniva la manodopera alla fabbrica cinese mediante un accordo con le famiglie di provenienza che si preoccupavano di falsificare i documenti di identità.

È esattamente questo quanto si apprende dal Supplier Responsibility Report 2012 nel quale, appunto, viene trattato l’argomento facente riferimento allo sfruttamento minorile all’interno delle catene di fornitura con sede in Cina.

Foxconn minori catene di montaggio

Foxconn, minori nelle catene di montaggio

Foxconn minori catene di montaggio

Foxconn, l’azienda cinese salita più volte agli onori della cronaca non solo perchè impegnata nel fabbricare componenti per la Apple ed altri importanti gruppi, ma anche, e sopratutto, per gli scandali inerenti le condizioni lavorative dei suoi dipendenti.

Settimane fa, ad esempio, a causa delle troppe pressioni sulla qualità finale dell’iPhone 5, del poco addestramento professionale ricevuto e delle ferie completamente cancellate i lavoratori di Foxconn avevano proclamato uno sciopero nel tentativo di far sentire le loro ragioni.

Questa volta, invece, l’ultimo scandalo Foxconn riguarda la presenza di minori nelle linee produttive.

Dopo l’esecuzione dei classici controlli in una fabbrica di Yantai, nella Cina nord-orientale, è infatti emerso che sono stati impiegati alcuni “tirocinanti” aventi un età compresa tra i 14 ed i 16 anni.

Moige, scarso controllo sui bambini in rete

Una recente indagine del Moige rivela lo scarso grado di consapevolezza dei genitori italiani in relazione alle nuove abitudini di consumo mediale dei minori

Stando a quella che è una recente indagine del Moige, il Movimento Italiano Genitori, relativamente al grado di consapevolezza dei genitori del Belpaese circa le nuove abitudini di consumo mediale dei minori, circa 7 bambini italiani su 10 navigano in internet quotidianamente ma di questi soltanto il 7,8% sembrerebbe essere controllato.

Considerando i tempi che corrono e, in particolar modo, tenendo ben presente gli innumerevoli pericoli che impazzano in rete (pedofilia, materiale pornografico, incontri pericolosi etc.), quello in questione va a configurarsi come un dato particolarmente preoccupante.

Sostanzialmente non solo l’argomento relativo alla pericolosità del web verrebbe affrontato in maniera troppo generica ma, inoltre, sembrerebbe essere manchevole anche l’utilizzo di apposite soluzioni in grado di fungere da filtro come nel caso del parental control.

Secondo i dati raccolti, inoltre, i genitori del Bel paese porrebbero spesso delle limitazioni relativamente al tempo che, giornalmente, i propri figli hanno la possibilità di trascorrere al computer e, nello specifico, navigando online.

UE vuole rafforzare la sicurezza dei minori sul web

Incrementare la sicurezza dei minori in internet, UE ritiene sia possibile applicando nuove norme

Considerando i sempre più recenti avvenimenti legati, in primis, alla sfera della pedofilia online, la Commissione europea ha deciso di entrare in azione con il varo di di nuove norme miranti a proteggere i minori dagli svariati pericoli nei quali è possibile incappare sul web e, in maniera particolare, sui social network.

Stando infatti ai dati restituiti da una recente analisi su ben nove siti internet soltanto due sono risultati effettivamente sicuri per i minori il che, ovviamente, implica l’insorgenza di non poche preoccupazioni, molto più di quanto accadeva in precedenza, specie se si considera che i giovani che navigano attivamente online e, in linea ben più generale, utilizzano internet sono sempre più in aumento.

Unitamente a tale dato a destare non poca preoccupazione è anche il fatto che un gran numero di minori sono soliti servirsi delle risorse di social networking che per i malintenzionati costituiscono uno tra i mezzi di prima scelta mediante cui adescare i bambini.

Panic Button per facebook

Uno degli argomenti più scottanti di questi ultimi periodi sono stati proprio la privacy e la sicurezza legata ai social network. Preso di mira una delle principali reti sociali, Facebook. C’è da dire che facebook ha cercato in tutti i modi possibili di arginare questo problema, installando nuove applicazioni ed aggiornando costantemente questo social net. Ma la ricerca continua per rendere la navigazione dell’utente al 100% SICURA. Infatti da pochi giorni, gli utenti inglesi di età compresa tra i 13 e i 18 possono navigare in piena sicurezza lontani dai male intenzionati.

Si inatti è stata introdotta una nuova applicazione “Panic Button” che consente agli adolescenti di essere avvisati tramite un messaggio visualizzato sul home page di eventuali abusi sul profilo.

Quando un gioco riesce ad educare contro lo sfruttamento: Stop Child Labour!

Stop Child Labour

Non sarò io, forse, blogger abituato a parlare esclusivamente di applicazioni online e servizi web 2.0, il più adatto per parlarvi di quello che vi stiamo per presentare oggi, ma, prendetelo come un mio tentativo, quest’oggi – e non a caso è stata scelta la domenica, giorno di riposo per i lavoratori spesso utilizzato per riflettere un po’ sulla propria vita – c’è un qualcosa di davvero importante da proporre a voi, cari lettori.

Il problema dello sfruttamento minorile è sempre stato, e probabilmente sarà ancora, purtroppo, una grave piaga per l’intero mondo, ed è un problema globale, che non vede, a quanto pare, nessuno Stato escluso. Neanche la ridente Italia.

E’ proprio per questo motivo, dunque, che nascono associazioni per combattere questo enorme asperità. Una di queste è Cesvi, ed è proprio questo gruppo che ha ideato l’iniziativa che vi presentiamo oggi.