Nigerian scam studio Microsoft

La truffa nigeriana è quella perfetta, parola di Microsoft

Nigerian scam studio Microsoft

La truffa nigeriana (nigerian scam) è la tipologia di raggiro informatico maggiormente diffusa e che a distanza di diversi anni dalla prima testimonianza risalente, addirittura, al 1994, continua a funzionare senza problemi, o quasi, tanto da andare a coinvolgere un sempre maggior numero di persone e permettendo, al contempo, ai truffatori di raccogliere milioni e milioni di dollari.

Il copione, per chi non lo conoscesse, è il seguente: la vittima viene contattata tramite una email in cui le si offre la possibilità di sostanziosi guadagni o le si chiede un aiuto da rivolgere a presunte persone facoltose che hanno bisogno di movimentare denaro su conti correnti non tracciabili ed una volta ottenuti i soldi gli scammer scompaiono in maniera fulminea. 

Ma com’è possibile che dopo tutto questo tempo quello che potrebbe essere definito come il grande classico della truffa online tramite e-mail continui ancora a funzionare? Tra i tanti, a porsi questa domanda è stato anche il matematico Cormac Herley che dal suo ufficio in Microsoft ha scritto un saggio per poter scoprire e rendere pubblica la dinamica che si nasconde dietro il meccanismo della nigerian scam.

Sfruttando grafici, formule matematiche e diagrammi Microsoft ha quindi cercato di spiegare la diffusione del fenomeno e l’incidenza che quest’ultimo ha sul piano della sicurezza informatica.

La spazzatura elettronica non va a finire dove credi

eWaste

Mandare al riciclo vecchi e obsoleti computer e periferiche non aiuta l’ambiente come si penserebbe. Lo rivela un’inchiesta della Cnn, secondo cui, invece, questa pratica constribuisce a mettere in pericolo lavoratori e ambiente in Cina, India e Nigeria, tra i primi paesi dove va a finire tutta la “spazzatura elettronica”, o “e-waste”, dell’Occidente. Secondo una recente stima, tra il 50 e l’80 per cento delle circa 400mila tonnellate di materiale elettronico destinato al riciclo va in realtà a finire in queste zone povere del mondo.

Lì, centinaia di lavoratori senza precauzioni (tra cui molti bambini) utilizzano quello che possono (come martelli e fiamme ossidriche) per aprire le periferiche obsolete ed estrarne metalli e vetro, esponendo se stessi a un pericolosissimo cocktail di sostanze nocive. Certo, in effetti i pezzi vengono riciclati. Ma purtroppo vengono riciclati nella maniera più pericolosa possibile: si preserva l’ambiente dell’Occidente per contaminare quello dell’Oriente.