La RIAA spera nell’educazione dei bambini per combattere la Pirateria

RIAA

Sicuramente tutti voi conoscerete la RIAA, Record Industry Association of America, probabilmente la più famosa società il cui scopo è la tutela dei diritti digitali delle maggiori etichette discografiche, un compito molto arduo che ha inevitabilmente messo l’organizzazione in cattiva luce, portando a volte anche a casi di attacchi informatici al loro sito ufficiale. Nonostante veri e propri casi di “estremismo”, comunque, recentemente la RIAA ha deciso di “redimersi”, dichiarando ufficialmente che secondo loro il DRM è morto, e che bisogna tentare altre strade per proteggere i contenuti digitali. Siamo sicuri, però, che queste nuove strade siano del tutto politically correct?

La RIAA dichiara il DRM morto

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Il portavoce capo ufficiale della RIAA intervistato da SCMagazine ha dichiarato che il DRM è inapplicabile e dunque morto. Non parliamo della Free Software Foundation, ma della Recording Industry Association of America (RIAA), in prima linea per la difesa del copyright.

Il portavoce Jonathan Lamy ha basato la posizione della RIAA su una considerazione di fatto. I DRM (Digital Rights Management) sono tutti gli strumenti, oltre quelli legali, che tentano di impedire un utilizzo dei contenuti digitali differente da quelli previsti dal produttore. In parole povere serial number, keyfile etc. Una volta che un software raggiunge una certa diffusione i DRM vengono sistematicamente aggirati, pertanto la RIAA ha dichiarato la loro inapplicabilità.

Tanti auguri al lettore MP3 per i suoi primi 10 anni

Tanti auguri al lettore MP3 per i suoi primi 10 anni

Questo mese, esattamente 10 anni fa, il padre di tutti i lettori MP3, l’MPMan F10 veniva presentato. Inizialmente mostrato all’esposizione Cebit nel 1998, l MPMan F10 possedeva 32 MB di memoria, nei quali trovavano posto ben 5 canzoni, il tutto coadiuvato da un piccolissimo schermo LCD.

Il prezzo iniziale era di 250 dollari, a cui se ne dovevano aggiungere 69 per la versione da 64 MB. Il trasferimento dei file avveniva molto lentamente attraverso una porta di connessione parallela. Nonostante fossimo all’alba della musica digitale la RIAA già si faceva sentire, contestazione di quella volta, il lettore Rio che secondo l’associazione delle major americane infrangeva il copyright.

Il sito RIAA “hackerato”

RIAA sito hackerato

La R.I.A.A.(Recording Industry Association of America), cioè l’Associazione americana dei produttori discografici, fondata nel 1952, rappresenta l’industria discografica americana. E’ stata recentemente al centro delle controversie sullo sviluppo del peer-to-peer, l’MP3 e la condivisione di file. I suoi tentativi di difendere gli interessi delle major sono stati visti come un comportamento che andava a danneggiare sia i consumatori sia artisti. Gli avversari della RIAA affermano che questo gruppo forma un cartello che gonfia artificiosamente e fissa i prezzi dei CD

Ma a quanto pare tra una citazione e l’altra in tribunale, non hanno trovato il tempo di assumere un programmatore web per il loro sito. Infatti ieri sul sito Reddit, è stata postata un query SQL del sito stesso, Cosi alcuni utenti hanno tentato di accedere al server, altri semplicemente di eliminare tutti i contenuti presenti nel sito.