Truffe online più diffuse

Microsoft: “Congratulazioni, hai vinto” è la truffa online più diffusa

Truffe online più diffuse

A tutti o comunque a molti sarà capitato, navigando online, di ritrovarsi dinanzi il fatidico messaggio Congratulazioni, hai vinto ed eventuali varianti.

I più accorti avranno senz’altro evitato di cliccarci su consapevoli, appunto, della non veridicità della dichiarazione e delle conseguenti perdite di tempo alle quali è possibile andare incontro.

Per i meno acuti, invece, la situazione potrebbe essere andata in maniera differente o almeno così pare stando a quelli che sono i dati recentemente forniti da Microsoft e facenti riferimento a quelle che sono le truffe online più popolari.

Così come segnalato dalla redmondiana, infatti, la fatidica visualizzazione del messaggio “Congratulazioni, hai vinto” corrisponde, nella maggior parte dei casi, ad una tra le più diffuse truffe online che da anni continua a mietere vittime in rete, specie tra gli utenti meno accorti e tra quelli più creduloni.

High Roller, il nuovo tipo di attacco informatico diretto verso gli istituti finanziari

McAfee, lavorando in collaborazione con Guardian Analytics, ha pubblicato un interessante report, intitolato “Dissecting Operation High Roller”, facente riferimento a quella che è la diffusione delle frodi automatizzate ed andando ad individuare quello che può essere riconosciuto come un nuovo fenomeno legato al sempre più vasto e pericoloso mondo della cybercriminalità.

Stando a quanto emerso dai recenti studi tra i cyber-criminali sembrerebbe essersi diffuso, nel corso degli ultimi tempi, un nuovo tipo di attacco sofisticato finalizzato al furto di denaro.

I cyber-criminali, nello specifico, sembrano infatti aver spostato la loro attenzione dalle botnet ai server cloud specializzati puntando quindi il mirino verso i conti e gli istituti finanziari sfruttando inoltre money mule per il riciclaggio del denaro sottratto in rete.

Personalizzando codici malevoli e crimeware molto ben rodati come Zeus e SpyEye, i criminali tentano ora di attaccare le connessioni protette su server remoti ed anche l’autenticazione a doppio fattore usata dagli istituti finanziari.

Nigerian scam studio Microsoft

La truffa nigeriana è quella perfetta, parola di Microsoft

Nigerian scam studio Microsoft

La truffa nigeriana (nigerian scam) è la tipologia di raggiro informatico maggiormente diffusa e che a distanza di diversi anni dalla prima testimonianza risalente, addirittura, al 1994, continua a funzionare senza problemi, o quasi, tanto da andare a coinvolgere un sempre maggior numero di persone e permettendo, al contempo, ai truffatori di raccogliere milioni e milioni di dollari.

Il copione, per chi non lo conoscesse, è il seguente: la vittima viene contattata tramite una email in cui le si offre la possibilità di sostanziosi guadagni o le si chiede un aiuto da rivolgere a presunte persone facoltose che hanno bisogno di movimentare denaro su conti correnti non tracciabili ed una volta ottenuti i soldi gli scammer scompaiono in maniera fulminea. 

Ma com’è possibile che dopo tutto questo tempo quello che potrebbe essere definito come il grande classico della truffa online tramite e-mail continui ancora a funzionare? Tra i tanti, a porsi questa domanda è stato anche il matematico Cormac Herley che dal suo ufficio in Microsoft ha scritto un saggio per poter scoprire e rendere pubblica la dinamica che si nasconde dietro il meccanismo della nigerian scam.

Sfruttando grafici, formule matematiche e diagrammi Microsoft ha quindi cercato di spiegare la diffusione del fenomeno e l’incidenza che quest’ultimo ha sul piano della sicurezza informatica.

Private Outlet oscurato dall’Antitrust, ingannati una moltitudine di utenti italiani

Private Outlet oscurato dall'Antitrust

Oscurato a causa di gravi ed invasivi comportamenti nei confronti dei consumatori italiani il sito web Private Outlet, molto noto nel mondo del commercio elettronico, è giunto all’attenzione dell’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza (AGCM) che lo ha messo completamente, almeno per il momento, fuori gioco risultando ora irraggiungibile dagli internauti del Bel paese tramite il sequestro di tutti i domini ad esso relativi.

Il blocco è scattato il 12 Marzo scorso, data a partire dalla quale l’AGCM ha obbligato i molteplici provider italiani a bloccare tutti gli accessi alla piattaforma di e-commerce ed il motivo, stando a quanto dichiarato nel corso delle ultime ore, risulta imputabile all’aver diffuso contenuti idonei ad indurre in errore i consumatori in merito alla disponibilità dei prodotti offerti in vendita.

Phishing, e-mail truffaldine camuffate da Agenzia delle Entrate

Phishing Agenzia delle Entrate

Mediante un apposito comunicato apparso direttamente sul sito web ufficiale dell’Agenzia delle Entrate i cittadini del Bel paese, nel corso delle ultime ore, sono stati messi in guardia dall’eventuale ricezione di e-mail, frutto di truffatori informatici, aventi come obiettivo quello di sottrarre i dati personali degli utenti meno accorti e, per così dire, più ingenui.

Trattasi, nello specifico, di veri e propri attacchi di phishing mediante cui il destinatario del messaggio di posta elettronica incriminato, avente come oggetto “Notifica di rimborsi fiscali” e con tanto di logo dell’Agenzia delle Entrate esposto nel corpo dell’e-mail, viene invitato a scaricare e compilare un apposito modulo mediante il quale ottenere un presunto rimborso.

Tra i vari dati richiesti per la corretta compilazione del modulo l’utente viene inoltre invitato ad immettere quelle che sono le informazioni relative alla propria carta di credito.

Hacker: è in Romania la capitale mondiale delle truffe via internet

Hacker Romania

Dove si trova la capitale mondiale degli hacker? A dare la risposta ci ha pensato il quotidiano francese Le Monde: a Ramnicu Valcea, nella zona centro-meridionale della Romania, ai piedi dei Carpazi, che, già da diverso tempo a questa parte, ha conquistato la denominazione di “Hackerville”.

Si tratta della cittadina Rumena più conosciuta, al momento, tra la popolazione degli Stati Uniti, e non solo.

Infatti, così come sottolineato da Stelian Petrescu, professore di geografia intervistato, la Romania, sino a qualche tempo addietro, era un territorio praticamente sconosciuto per gli americani, eccezion fatta per la Transilvania e la leggenda di Dracula ma, a quanto pare, la fama di Ramnicu Valcea ha conseguenzialmente incrementato anche quella della sua patria.

Per avere un’idea di quella che è la concentrazione di hacker presenti a Ramnicu Valcea è sufficiente prendere in considerazione alcuni dati.

Social network sotto attacco, truffe colpiscono anche il mondo di Twitter

Nell’articolo di ieri abbiamo cercato di mettere in guardia i moltissimi utenti di Facebook dalle, purtroppo, continue truffe. Mostrando tali rischi e vulnerabilità, i “seguaci” del principale concorrente, Twitter, hanno colto immediatamente l’occasione per criticare e schernire la creatura di Zuckerberg e soci. Credere di essere al sicuro è uno dei più grandi errori che si possa commettere, per questo motivo oggi parliamo di alcune truffe attualmente molto diffuse nel mondo Twitteriano.

Nuove tecniche di Phishing via mail, prestate sempre la massima attenzione

Con la diffusione di internet e l’allargamento della gamma di servizi fruibili direttamente dal web, si sono sviluppate sempre maggiormente le truffe a danno degli utenti più inesperti.
Una delle tecniche più utilizzate è quella del Phishing, letteralmente spillaggio, che si avvale di tecniche di “Social Engineering” per ottenere l’accesso o informazioni personali o riservate finalizzate al furto d’identità, soprattutto con l’ausilio di messaggi di posta elettronica fasulli.

Penso che ognuno di voi abbia ricevuto almeno una volta e-mail da presunti servizi bancari online nelle quali veniva richiesta la conferma dei dati personali, resa necessaria da danni al database centrale o a semplici controlli, per evitare la definitiva cancellazione dell’account o addirittura perdite sul conto corrente.

Proprio la loro eccessiva diffusione, coadiuvata da un ottimo lavoro di informazione portato avanti da internet e dai media, ha reso questa tattica sempre meno efficiente.
I cosiddetti “phisher” hanno saputo volgere questa situazione a loro favore.