Facebook e lo strano caso della registrazione con l'e-mail altrui

Facebook e lo strano caso della registrazione con l’email altrui

Facebook e lo strano caso della registrazione con l'email altrui

Sin dagli albori, dal momento in cui l’amico Zuckerberg mise per la prima volta online la sua oramai celebre creatura in blu, il binomio privacy-facebook ha fatto discutere, e non poco, generando dubbi e creando dissapori tra utenti ed autorità. Tenendo conto di ciò molto probabilmente non tutti si stupiranno della singolare vicenda accaduta al collega Giuseppe Benevento e raccontata, proprio qualche ora fa, sulle pagine di The Apple Lounge. Eppure, considerando la gravità della cosa, lo stupore c’è, eccome!

Detta in breve, anzi brevissima, l’esperienza di Giuseppe mette ben in risalto una grave falla, chiamiamola così, di Facebook ed i rischi derivanti dal fatto che qualcuno, per mero “diletto” o per puro errore, possa creare un account sul tanto amato social network con l’indirizzo email di altri utenti non registrati ed operare indisturbato per tutta una serie di giorni, i fatidici tre ed oltre entro i quali dovrebbe esser confermato l’indirizzo di posta elettronica indicato ed ancor di più quelli necessari al team del buon Zuck affinché si accorga che qualcosa, effettivamente, non sta andando proprio come dovrebbe.

Google blocca la nuova app di YouTube per Windows Phone

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L’odissea sembrava finalmente terminata, l’app di Youtube è arrivata, o per meglio dire tornata, sullo store di Windows Phone.

Google decise di rimuoverla dal negozio virtuale a causa di alcune violazioni. Il precedente titolo permetteva di scaricare i video e bloccava la visualizzazione degli annunci pubblicitari presenti all’interno dei filmati, dunque, non rispettava i termini di servizio di Mountain View.

Apple VS Samsung bloccata importazione USA primi modelli iPhone e iPad

Apple VS Samsung: a rischio le importazioni USA di iPhone e iPad

Apple VS Samsung bloccata importazione USA primi modelli iPhone e iPad

Stando a quanto deciso dalla International Trade Commission in merito ad un contenzioso tra Apple e Samsung tra non molto i vecchi prodotti appartenenti alla linea iPhone e iPad non potranno essere più importanti negli Stati Unti.

Così come già verificatosi in diverse altre occasioni la vicenda verte su un brevetto Samsung e sulla presunta violazione dello stesso da parte di Apple.

Alcuni vecchi modelli di iPhone, tra cui il 4 e il 3GS, e di Pad, tra cui il primissimo modello e il 2 3G, violerebbero il brevetto di Samsung inerente le funzionalità delle reti mobili CDMA.

Tale brevetto è stato però indicato da più fonti come una registrazione standard ed essenziale per il funzionamento delle reti UMTS (FRAND) ragion per cui la sudcoreana sarebbe tenuta a fornire la relativa licenza a tutti i player attualmente presenti sul mercato.

WhatsApp sotto accusa per violazione della privacy

WhatsApp violazione privacy Canada Olanda

WhatsApp, il celebre servizio di messaggistica istantanea disponibile per tutte le principali piattaoforme mobile, è stato accusato, proprio nel corso delle ultime ore, di violare le normative sulla privacy che vigono in Canada e in Olanda.

In seguito all’indagine condotta dall’Office of the Privacy Commissioner of Canada (OPC) e dalla Dutch Data Protection Authority è infatti emerso che WhatsApp consente agli utenti di utilizzare l’app solo e soltanto se viene garantito l’accesso all’intera rubrica dello smartphone in uso, un dato questo che implica l’archiviazione sui server dell’azienda di tutte le informazioni personali di coloro che non utilizzano il servizio.

A tal proposito, a settembre dello scorso anno WhatsApp introdusse la crittografia onde evitare eventuali intercettazioni delle comunicazioni, sopratutto per quelle effettuate tramite reti Wi-Fi non protette.

Sempre nel 2012 la compagnia si impegnò anche nel rafforzare il processo di autenticazione degli utenti sfruttando una chiave generata in modo casuale in alternativa ai numeri che identificano in maniera univoca il device in uso (MAC e IMEI).

Google Maps iOS privacy utenti europa

Google Maps per iOS, problemi di privacy in Europa

Google Maps iOS privacy utenti europa

Dopo le svariate problematiche con le mappe Apple molti utenti hanno atteso con ansia il rilascio, avvenuto proprio qualche giorno fa, di Google Maps per iOS.

Non tutti, però, sono stati così eufornici come, ad esempio, il personale del Centro per la protezione della privacy di Schleswig-Holstein, in Germania.

Al primo avvio dell’app, infatti, un messaggio notifica agli utenti il fatto che “il servizio di localizzazione di Google raccoglierà dati anonimi relativi all’ubicazione al fine di inviarli a Google o tenerli archiviati sul terminale” e l’unico sistema per poter procedere con l’utilizzo dell’app è quello di accettare a mò di presa visione.

La condivisione delle informazioni di geolocalizzazione risulta quindi attivata per default e sarà compito dell’utente quello di cercare, direttamente all’interno dell’app, l’apposita opzione mediante cui disattivarla.

Interfaccia Metro cambio nome

Microsoft, cambio di nome per l’interfaccia Metro

Interfaccia Metro cambio nome

Tra pochi giorni l’interfaccia Metro, quella che prima ha reso caratteristico il design prima di Windows Phone e poi quello di Windows 8, sarà soggetta ad un cambiamento di nome per problemi legati ad un conflitto di trademark.

Nel corso della giornata di ieri, infatti, Microsoft ha iniziato a notificare agli sviluppatori attivi sul proprio marketplace la necessità di evitare l’utilizzo del nome Metro nelle proprie applicazioni sottolineando il fatto che in caso contrario sarebbero potuti incorrere in eventuali dispute per violazione di trademark.

Inizialmente si è pensato che l’indicazione in questione fosse stata data dalla redmondiana onde evitare eventuali confusioni all’interno dell’ecosistema Windows 8.

In effetti, però, il nocciolo della questione sembrerebbe essere un altro.

HP Oracle itanium

HP chiede ad Oracle 4 miliardi di dollari per violazione di contratto

HP Oracle itanium

Dopo la sconfitta con Google nella causa per le API Java Oracle, a distanza di pochi giorni, si vede costretta a tornare nuovamente in tribunale ma, questa volta, è HP che chiama in causa la ben nota società californiana chiedendo un risarcimento corrispondente alla somma di ben 4 miliardi di dollari per violazione di contratto.

Stando a quanto dichiarato dai legali di Hewlett-Packard Oracle avrebbe infatti violato l’obbligo contrattuale nel momento in cui ha deciso di non sviluppare nuove versioni del suo database compatibili con i server Itanium.

Oracle, a sua volta, ha risposto e continua tutt’ora a rispondere alle accuse negando l’effettiva esistenza di un obbligo così vincolante e, al contempo, va a tacciare di incompetenza il management della società avversaria.

Europe Versus Facebook, il progetto lanciato per preservare la privcacy su Facebook

Recentemente è stato dato il via al progetto Europe Versus Facebook, un blog dove vengono raccolte tutte le varie anomalie accertate nella gestione della privacy di Facebook ponendo inoltre come obiettivo quello di cercare di aiutare gli utenti iscritti al rinomato social network in blu ad ottenere i propri dati personali in esso archiviati mediante un apposito indice elaborato dallo stesso Mark Zuckerberg e dal suo team.

A dar vita al blog è stato Max Schrems, un ragazzo di 24 anni che studia legge a Vienna, e che, venendo a conoscenza del fatto che tutti gli utenti di Facebook che non sono residenti negli USA o in Canada fanno riferimento alla sede irlandese dello stesso e, di conseguenza, alle ben più rigide e precise leggi irlandesi, decide di dare il via alla sua campagna a fronte di ben 22 violazioni relative al rinomato social network in blu che vengono accolte il 24 Agosto 2011  dalla DPC (Data Protection Commissioner) irlandese e dove, in virtù di ciò, la prossima settimana i dirigenti della nota risorsa di social nwtworking potrebbero essere ascoltati in audizione.

Caso Microsoft, TomTom rilancia di 4

Continua la vicenda giudiziaria che vede Microsoft e TomTom antagoniste nella lotta ai brevetti. La diatriba ha avuto inizio qualche tempo fa quando Microsoft ha citato in giudizio TomTom per la presunta violazione di otto brevetti riguardanti l’utilizzo di tecnologie Microsoft attraverso implementazioni Linux sui dispositivi GPS di TomTom.

A queste accuse, la casa olandese, ha risposto in modo aggressivo accusando a sua volta la stessa Microsoft di aver violato 4 brevetti registrati da TomTom riferiti sopratutto a funzioni di direzionamento assistito e georeferenziazione -“Generazione di un percorso in un sistema di navigazione veicolare, “Selezione rapida della destinazione in un sistema di navigazione da automobile”, “Metodi e apparati per la presentazione dinamica dei Punti di Interesse” e “Generazione di una manovra ad un incrocio attraverso un cambio di direzione”-.

Bufera per Google, Apple e Microsoft

Pare proprio che l’anno finisca maluccio per le grandi dell’IT, Google, Apple e Microsoft infatti sono state chiamate in causa in per una presunta violazione di copyright. La denuncia, fatta dalla Cignus Systems, è relativa la violazione di un brevetto intitolato “Sistema e metodo di gestione per ambiente software a icone” che a detta dell’azienda riguarderebbe i metodi di visualizzazione anteprima dei file.

In poche parole i software di Google, Apple e Microsoft che contengano al loro interno funzioni di anteprima del contenuto di file o cartelle sarebbero illegali perché, a detta della Cignus Systems, sarebbero stati copiati dal loro brevetto. Una bella grana!