Twitpic chiuderà il 25 settembre

Twitpic chiuderà il 25 settembre

Twitpic chiuderà il 25 settembre Nel corso degli ultimi giorni Twitpic, il servizio di hosting fotografico disponibile dal 2008 e noto ai più come risorsa mediante la quale poter caricare e condividere immagini sul social network del fringuello azzurro, ha annunciato che ben presto chiuderà fissando come termine ultimo il 25 settembre.

La decisione è stata presa dopo che il team di Twitter ha minacciato di tagliare l’accesso alle sue API a causa di una disputa legale inerente la registrazione del marchio che in rete ha fatto molto discutere e che sta continuando tuttora a farlo.

Noah Everett, il CEO d Twitpic, ha infatti reso noto che i legali di Twitter hanno contatto quelli del noto servizio di image hosting chiedendo di abbandonare la domanda di registrazione del marchio. In caso contrario Twitter avrebbe sospeso le API del servizio Twitpic tagliandolo quindi fuori dal social network.

Mozilla Firefox Social API integrazione Facebook

Firefox inizia a testare la Social API con Facebook Messenger

Mozilla Firefox Social API integrazione Facebook

Da poche ore a questa parte Mozilla ha annunciato la disponibilità della prima versione dell’integrazione Social all’interno di Firefox.

La nuova Social API appena annunciata permetterà agli sviluppatori di integrare quelle che sono le principali funzioni dei vari social network disponibili sulla piazza direttamente nel celebre browser web del panda rosso.

Tutti gli utenti interessanti, quindi, possono ora iniziare a testare la nuova Social API installando l’ultima beta 17 di Firefox ed utilizzando Facebook Messenger per Firefox (prossimamente sarà aggiunto il supporto a più provider e a più siti social come ad esempio Twitter e Google+).

Nello specifico è necessario scaricare ed installare la versione 17.0b2 di Firefox, visitare il sito web di Facebook ed accettare la richiesta di integrazione di Facebook Messenger con il browser di Mozilla.

Google I/O, importanti news da uno dei servizi integrati in Google Wave: 6rounds

Come molti di voi ben sapranno, proprio in questi minuti sta cominciando il Keynote del Google I/O. Si parlerà quasi sicuramente di cose nuove, ma anche di cose “vecchie” come Google Wave, presentato esattamente (o quasi) un anno fa. Non si può certo dire che Google Wave sia stato un gran successo come molti hanno previsto, insomma, la situazione è molto “flopposa”, merito anche del fatto che non tutti gli internauti possono ancora iscriversi (io che ho un account non posso collaborare con nessuno dei miei amici).

Continuiamo a restare sull’argomento Google Wave. Molti di voi forse non ricorderanno, ma quasi un anno fa parlai di un servizio davvero molto interessante chiamato 6rounds che permetteva di effettuare videoconferenze con i propri amici mentre se eseguivano delle attività. Si tratta di un servizio che ha saputo unire abilmente l’utile al dilettevole creando un qualcosa di assolutamente unico nel suo genere.

BlackBerry e App World: grandi novità in arrivo

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Nuove soluzioni software che rendano unica l’esperienza multimediale di ogni utente BlackBerry: questo può essere il riassunto della conferenza romana di RIM, che si conclude oggi dopo ben tre giorni di lavoro per tutti i delegati. Al centro della filosofia dell’azienda canadese c’è il desiderio di offrire soluzioni sempre più all’avanguardia ai propri clienti e per far in modo che questo accada è importante fornire ai vari developers i mezzi per operare meglio.

Per capire meglio la rivoluzione delle applicazioni che avverrà presto in casa BlackBerry, assume grande importanza l’incontro con Mike Kirkup, Director e responsabile delle relazioni con gli sviluppatori per RIM. Riuscire ad avere all’interno di App World materiale di maggiore qualità assume grande importanza per RIM, azienda che già eccelle per quanto riguarda la tecnologia dei propri devices (push mail e multitasking in primis).

Twitter rilascia le API per la ricerca dei contatti

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E’ ormai ufficiale che il successo di una qualunque web-app passa per le sue API. Un sistema di API ben pensato e realizzato assicura ad un servizio web una viralità finora mai concepita. La possibilità per gli sviluppatori di integrare nei propri progetti funzioni elaborate all’esterno assicura un’ttimizzazione delle energie collettive ed un’accelerazione dello sviluppo della rete.

Twitter come sappiamo ha basato buona parte del suo successo proprio sulle sue API, grazie alle quali si è prontamente diffuso fra gli utenti, presentandosi grazie alle applicazioni di terze parti in più forme, dunque attraendo differenti target.

Nel corso degli anni le API di Twitter sono diventate sempre più complesse e passo dopo passo hanno reso tutte le funzioni di Twitter disponibili per tutti gli sviluppatori. Un grande assente, fra le API di Twitter, è sempre stata la possibilità di ricercare i contatti attraverso applicazioni di terze parti.

Da Tinychat nasce Tinychat.tv

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Tinychat è nato come semplice servizio di microchat, ovvero offriva semplicissime chatroom sul modello delle chat dei primi tempi, come iRC, C6, etc. La singolarità di Tinychat è stata la sua capacità di sviluppare il proprio codice rendendolo il più possibile API friendly.

In questo modo ha incominciato ad implementare il login tramite Facebook Connect e Twitter oltre ad essere perfettamente embeddabile in ogni sito. Andando avanti con i suoi successi Tinychat si è evoluto, introducendo la possibilità di streammare dalla vostra webcam nella vostra chatroom, il tutto pubblicando la conversazione testuale in atto sui profili Facebook e Twitter dei partecipanti.

Questo ha portato Tinychat a ricevere buone iniezioni di capitale oltre che una crescente fiducia da parte dei big del web. Come per Twitter il maggior successo sta nel fatto che Tinychat si pone l’obiettivo di creare una piattaforma di comunicazione decentralizzata, diversi siti per diverse funzioni, ma tutti che fanno riferimento al primordiale servizio di microchat.

GeoAPI, la geolocalizzazione a portata di tutti

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In questa esplosione a cui stiamo assistendo, di quello che alcuni chiamano già Web 3.0, la navigazione mobile, i servizi di localizzazione giocano un ruolo sempre più presente.

Identificare precisamente la propria posizione quando si condivide attraverso un dispositivo mobile è una naturale conseguenza del tipo di dispositivo. Le applicazioni finora esplorate della geolocalizzazione dei contenuti, hanno giò portato a realizzazione numerose idee brillanti.

La varietà sempre crescente di utilizzi lascia pensare che ci si trovi di fronte uno di quei fenomeni che non delineano i loro limiti. Sempre più sviluppatori aggiungono alle loro idee i dati di latitudine e longitudine dell’utente, al servizio delle funzioni, ludiche o professionali che siano.

Se però è vero che si parla di Web 3.0, ci si riferisce al sistema che sta crescendo esponenzialmente, formato non più da indirizzi finali a cui approdare nella propria navigazione, ma ad un’aggregazione di servizi, dove la scelta degli ingredienti e la loro preparazione determinano il successo o meno di un’idea.

App Garden, Flickr propone al pubblico la raccolta delle applicazioni che sfruttano le sue API

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Chi bazzica lungo la rete, di certo avrà avuto modo di notare come le applicazioni per una migliore gestione di Flickr e delle sue funzioni siano aumentate giorno dopo giorno, al fine di sfruttare al meglio ciò che il network di condivisione fotografica offre ai propri utenti.

Con il passare del tempo, le applicazioni, di terze parti o meno, che utilizzano le API di Flickr sono divenute talmente tante che, poter avere una visione più o meno completa di cosa offre le rete ai propri utenti, costituisce un operazione tanto difficile quanto impossibile.

Proprio per questo, Yahoo!, proprietaria di Flickr, ha finalmente deciso di riunire tutte le applicazioni che permettono un più efficiente utilizzo del network, in unico spazio che prende il nome di “App Garden.

Prima Orkut ora Google Friend Connect

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Google è certamente l’azienda più di successo sulla rete, ma ci sono fette del web che non gli appartengono, la più importante, Google non ha le mani sul social networking, il quale invece è concentrato nel colosso Facebook e nell’aspirante rivale Twitter.

Un efficace metodo di diffusione di Facebook è stato attraverso Facebook Connect. Con le sue API, sempre più semplici da implementare, che permettono agli utenti di loggarsi con il proprio account Facebook su siti di terze parti e il contenuto di questi siti che sfrutta Facebook come network di diffusione, prima del previsto Facebook si sta affermando come standard di connessione.

Google non accetta di buona voglia questo e parte al contrattacco. Meno di un anno fa introdusse sulla scensa Google Friend Connect, un set di API che non fa riferimento ad un social network centrale, ma fornisce agli amministratori di un sito di includere facilmente funzioni social, sfruttando la cloud di Google.

Twitter Lists, presto le API

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Twitter nei giorni precedenti ha reso pubblica la sua nuovissima funzione, le Lists. Prima con un messaggio accattivante ha invitato alcuni beta tester ad utilizzare le Lists, assicuandosi così una buona copertura mediatica, poi l’ha diffusa a tutti gli utenti.

Le Lists appare evidente non saranno una di quelle funzioni riservate ai veterani di Twitter, ma una funzione centrale che presto farà parte anche della più elementare esperienza con Twitter. Lo ricordiamo le Lists permettono di creare bundle di feed che comportandosi come utenti possono essere seguiti dagli altri Twitters.

Ieri con un post sul proprio blog, Twitter ha provveduto a raffreddare gli animi degli impazienti, che aspettano il roll-out delle API, così da poter cominciare a sfruttare le potenzialità delle lists nelle applicazioni di terze parti.

Facebook Developer Roadmap, le prossime novità

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Nel wiki di Facebook dedicato agli sviluppatori sono state segnalate le principali novità dei prossimi sei mesi. Anche se la maggior parte delle segnalazioni è interessante per gli sviluppatori e solo gli sviluppatori, ci sono alcune novità che interesseranno anche gli utenti comuni.

Fra quelle indicate ne abbiamo selezionate alcune che andiamo a mostrarvi. Innanzitutto il sistema di notifiche e condivisione delle applicazioni cambierà; il contenuto di una’applicazione sarà condivisibile dagli utenti con altri utenti tramite Inbox, tramite lo Stream oppure via Email (gli sviluppatori infatti saranno autorizzati a richiedere l’email degli utenti).

Altra importante novità e l’Open Graph API. Grazie a queste API sarà possibile creare delle pagine web del tutto simili alle fan pages di Facebook, in grado di svolgere tutte le sue funzioni ed ovviamente completamente interfacciata con Facebook. Questa è una novità non di poco conto, dato che potrebbe definire nuovi importanti standard nel mondo del blogging (che Facebook stia tentando di distribuire il proprio CMS?).

Facebook Connect in 3 passi

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Un must-have per qualunque sito che voglia definirsi 2.0 è l’implementazione delle API dei più diffusi social network. I più integrati finora sono stati Twitter e Facebook, mentre Google Firend Connect giace perlopiù all’ombra della comunità geek, probabilmente rivelerà il suo potenziale con la pubblicazione di Google Wave.

Una contraddizione in termini è sempre stata la relativa difficoltà di implementare le API nei propri siti. Se si è dei programmatori di medio livello non avrete alcun problema sicuramente a studiare ed implementare i API; si da il caso però che l’elemento portante del Web 2.0 è stato ed è la semplicità di partecipazione. Con i form è diventato possibile interagire e con i CMS la tecnologia necessaria è diventata alla portata di tutti.

Le API invece sono state a lungo criptiche per l’utente comune, am anche al blogger dilettante ed appassionato. Grosso limite alla diffusione di questa perla del Web, limite al quale Facebook pare stia risolvendo con l’introduzione di Facebook Connect Wizard.

Google introduce l’OCR per i Docs

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Google ha introdotto una funzione a lungo attesa per una delle sue apps più diffuse, Google Docs.

La funzione OCR ancora non è stata integrata all’interno di Google Docs, ma è accessibile attraverso questo link. Garantendo l’accesso ai vostri Docs sarete in grado di uplodare immagini in formato JPG, GIF e PNG fino ad un massimo di 10 MB.

L’immagine caricata e sottoposta al filtro OCR di Google si tradurrà in un Google Doc; il filtro dovrebbe essere in grado di analizzare con successo anche immagini “sporche”, anche se con la nostra prova, la foto con la camera di un iPhone 3GS di un foglio A4 con un semplice testo stampato, ha fallito del tutto.

Twitter ufficializza i ReTweet

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Twitter si è presentato alla rete come l’elogio alla semplicità; 140 caratteri al massimo, Direct Message e @replies. Nonostante questa sia stata molto probabilmente la chiave del successo di Twitter, la comunità ha iniziato a generare nuove sintassi e per così dire, nuovi concetti.

Uno di questi è il ReTweet, in parole povere il buzz di un tweet. Per come funziona la rete Twitter infatti, i tweets di un utente sono visibili a tutti gli utenti che lo seguono, ovvero che sono suoi follower. In questo modo dunque non ci sono scambi di contatti fra network. Per riparare a questo limite la comunità ha inventato il ReTweet; postando il tweet di uno degli utenti che seguiamo, comunichiamo quei 140 caratteri a coloro che ci seguono e che non necessariamente siano followers dell’autore del primo post.

La sintassi nata intorno questa pratica è RT (indica che è un ReTweet) e @autoretweet, in questo modocon il tweet viaggia il collegamento ed è così che i network si intrecciano e crescono. Finora questa funzione non è mai stata ufficiale, come la maggior parte delle funzioni di Twitter del resto, ma Twitter ha ufficializzato i RetTweets e ha già introdotto le API per sfruttare questa sintassi.