La censura cinese sferra il colpo più duro contro i video online
La Cina, purtroppo, torna a far parlare di sé sull’argomento della censura online e sul diritto di parola. Una nuova legge emanata dal ministero dell’Informazione che entrerà in vigore il prossimo 31 gennaio, infatti, aumenterà al massimo livello la censura nei confronti dei video pubblicati in rete, permettendo solo ai siti Web di proprietà statale di poter “postare” online i video. La legge, in particolare, sarà valida per tutti i siti di video-hosting, anche quelli regolarmente registrati a Pechino, che – immagino – saranno costretti a chiudere i battenti.
Sarà forse una casualità, ma l’ordinanza è stata emanata appena una settimana dopo che un video postato in rete ha causato un vero e proprio scandalo nel Paese: nelle immagini, che hanno fatto il giro del mondo, la moglie di un popolare presentatore televisivo parlava “liberamente” delle corna che il marito le metteva puntualmente con altre donne. E così, i network di proprietà statale (o con lo stato come proprietario principale) saranno i soli che potranno inserire nuovi video in rete, con “l’unico” limite di non inserire immagini che possano “alterare l’ordine sociale” (principale capo d’imputazione con il quale si suole accusare dissidenti e voci contrarie a quelle governative).
Inoltre, saranno anche proibiti anche i video che vanno contro la Costituzione e pregiudichino l’unità nazionale, la sovranità e l’integrità territoriale, nonché quelli che rivelano segreti di stato, pregiudichino la sicurezza o vadano contro la fama e ciò che è conveniente allo Stato. I permessi per i network e gli altri siti statali o para-statali avranno la durata di tre anni, e potranno anche non essere rinnovati.
La legge entra pienamente a far parte dei provvedimenti che il governo cinese sta mettendo in atto “a favore della cultura e del progresso della società, dell’armonia, del servizio pubblico e del socialismo”. Resta, in ogni caso, paradossale il fatto che la Cina, con oltre 180 milioni di internauti e con gli occhi del mondo puntati addosso (soprattutto quest’anno con il boom economico e le Olimpiadi), continui a operare una strettissima censura e a mettere sotto silenzio tutte le voci difformi da quella del potere.
Via | El Mundo.es
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#1Riccardo
Se il popolo cinese (piu di un miliardo di abitanti) non fosse tenuto “all oscuro” del nostro modo di vivere, potrebbe volere avere gli stessi beni, esempio una automobile per famiglia, lo stesso stipendio, la possibilita di gestire insomma la propia vita come la nostra.
Se pensiamo che é bastato solo un piccolo aumento di consumo del latte in cina per farne aumentare il prezzo in europa, forse la censura protegge piu noi che l unita nazionale cinese…
#2leolas
bè, questo non vuol dire… farò un esempio banale, ma in america usano macchinoni che consumano 10 volte di più delle auto europee/cinesi/giapponesi ecc ecc… lì la benzina costa la metà di quanto costa qui, quindi è tutto tasse…
eppure i mass media quando mai si lamentano del fatto che gli americani inquinano a frotte e pagano la benzina pochissimo? a parte quelli che vengono considerati di parte, intendo (come ha fatto al gore, venendo *ovviamente* criticato da una fazione, ammirato dall’altra)
se poi i governi e i giornalisti hanno piacere nel dare colpa ai cinesi (come è successo col latte) e i produttori ne approfittano, è tutta un’altra storia…
#3Sbronzo di Riace
non è colpa dei cinesi, solo che se anche indiani e cinesi perseguono uno sviluppo simile al nostro le risorse non bastano più. Mi pare che ci vogliano 4 pianeti terra per fare in modo che tutto il mondo abbia lo stesso tenore di vita occidentale.
#4frederick
si ma il link al video della moglie do sta?
#5leolas
@Sbronzo di Riace
lol xD