Daniele Semeraro (D@di)
22 Gennaio 2008
“A ottobre il ministro per i Beni Culturali con delega al Turismo Francesco Rutelli disse che il portale non era più funzionale. Noi di conseguenza abbiamo deciso di procedere ad un momento di ripensamento. Il contratto che era stato siglato con una società di cui l’Ibm era la capofila, era valido fino al 31 dicembre. Dal 1 gennaio abbiamo attivato le procedure di chiusura. Ora si dovrà decidere come procedere”.
È affidata a questo scarno comunicato del capo dipartimento per l’Innovazione tecnologica, Ciro Esposito, la voce ufficiale del Governo, che dopo alcuni giorni in cui si rincorrevano voci contrarie, ha ufficializzato che il portale Italia.it, presentato l’anno scorso in pompa magna dal vicepresidente del Consiglio Rutelli e che doveva essere la vetrina turistica del nostro paese nel mondo, è stato chiuso. Un comunicato che arriva dopo i tentativi di numerosi giornalisti e blogger di capirne di più. Noi stessi abbiamo contattato il ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la presidenza del Consiglio nonché il ministero per le Riforme e le Innovazioni nella P.A., ricevendo risposte discordanti.
Secondo le ultime indiscrezioni, dei 45 milioni di euro stanziati per il funzionamento del portale, ne sono stati spesi circa 7 per la costruzione e la gestione. E ora? Che ne sarà dei soldi dei cittadini? “Ci sono tutte le risorse per riprendere il lavoro – ha spiegato ancora Esposito – ma bisognerà decidere con quali attori, se indire un nuovo bando di gara o no e individuare il nuovo gestore”. Staremo a vedere. Intanto continuano le polemiche su siti e blog, che parlano di vero e proprio ennesimo “scandalo all’italiana”. Il portale, lo ricordate sicuramente, non ha mai goduto di grande fama all’interno della comunità internettiana: già dai primi giorni fu molto criticato, in particolare per una struttura vulnerabile, non compatibile con molti standard di accessibilità del Web, troppo pesante e poco intuitiva.
Il 25 ottobre l’ultimo passo prima della chiusura, quando Francesco Rutelli aveva spiegato che “Italia.it non è salvabile”, spiegando di aver cercato di fare di tutto per evitare di staccare la spina, nonostante una dote finanziaria di molto superiore agli effettivi bisogni. In effetti neanche l’interesse degli utenti aveva mai premiato il portale, che nel maggio dell’anno scorso era ancora oltre il duemilacinquecentesimo posto nella classifica del Web italiano, e oltre il 579.000° posto in quella degli Stati Uniti. Attualmente il portale, irraggiungibile, è ancora disponibile nella cache di Google, ed esce tra i primi risultati se con Google cerchiamo “Italia”, “Italia turismo”, “Turismo”, “Italia.it” e così via.
#1Giulio
Q.D.E. !
#2goFFi
45 mila euro o 45 milioni di euro? ce una bella differenza 😀
#3TaTaC
“Il mio falegname con 30 euro lo faceva meglio” è quello che ho pensato quando ho visto il sedicente portale.
Io penso che la stragrande parte dei soldi si sia persi nell’allestire le redazione e nei meandri dei mille subappalti e consulenze.
Il solo sito senza redazione NON puo’ costare più di 20 mila euro.
#4goFFi
Pensa che avevo visto da amici o da amici di amici ora non ricordo.. che avevano fatto il sito uguale e identico usando e modificando un cms gratis trovato su internet 😀 tempo di lavoro meno di 1 giorno lol
#5D@di
No no caro goFFi, sono proprio 45 milioni di euro! Purtroppo.
#6corevil
lasciando stare le speculazione senzaltro avvenute… un sito cosi di merda non poteva che chiudere!
#7kika-chan
Io sono senza parole!!!…90 miliardi delle vecchie lire per un portale che sono capace di fare anche io in pochi giorni e per molti meno soldi!XDXD…Per non parlare del logo, uno scempio!…Chiunque abbia un MINIMO di gusto estetico e un pò di competenza capirebbe che un logo composto da 5 lettere non può contenere 4 caratteri tipografici diversi!!
Bah, speriamo almeno che quei soldi non vadano buttati e si possa avere una rinascita per la nostra reputazione!
#8leolas
mesi fa se si cercava la parola “merda”, il primo risultato era italia.it xD
#9blogeeks
L’idea era buona è il resto che non andava bene. Inoltre vorrei sapere (per curiosità) quale agenzia si è occupata della realizzazione di questo sito internet. Sapeta darmi magari l’url del sito?
CIAooo!
#10Andrea9002
Il mio commento?
No comment! (in senso spregiativo sia chiaro!
#11Pipppetto
fulgido esempio del clientelismo all’italiana:
vergognoso sperpero di denaro pubblico che sicuramente è finito nelle tasche di amici, parenti e grandi elettori dei nostri sagaci amministratori (e magari anche direttamente nelle loro senza troppi giri viziosi).
45 milioni per un sito non li spende neppure Google o la Microsoft per rifare da capo a piedi l’intero ambaradàm di tutta la propria presenza in rete.
mi vergogno ogni giorno di più di appartenere a questa nazione corrotta e degradata
#12Matt Brolyen
Anche io Pipppetto, e un giorno spero di andarmene lontano da sto paesaccio…
#13Andrea
ragazzi basta parlare,di casi cosi in italia succedono ogni giorno,basta parlare nn possiamo piu aspettare qua l’unica soluzione è una rivoluzione,si sconquasserà lo stato x mesi ma nn cè altra via da percorrere,lo stato va preso dal collo,nn serve piu parlare male dello stato e il giorno dopo far finta che vada tutto bene!,bisogna AGIRE!
RESET!
#14Matt Brolyen
Fosse per me avrei già messo al rogo tutti i politici… ma purtroppo sono in pochi l’italiani che come noi vorrebbero cambiare in meglio queste cose… tutti se ne fregano e sono maleinformati perchè da veri ignoranti non seguano la rete… dove la rete è L’UNICO posto dove si dice la verità! altro che tg e quotidiani!
Io non sono proprio il tipo che si sveglia il giorno dopo e non ci pensa più, è un peso che ho addosso, un fastidio, un enorme ribrezzo verso tutta questa ignoranza! La gente qui in italia è solo buona ad ascoltare quello che dice quel pedofilo del papa.
#15agriturismo
Meglio chiuso! che far vedere al mondo l’ Italia rappresentata da un sito poco usabile e disomogeneo… Quanti soldi sprecati!
#16StromLem
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