Daniele Semeraro (D@di)
1 Giugno 2008
I governi dei Paesi membri dell’Unione Europea, così come i siti e i portali principali del Vecchio Continente, devono guidare la migrazione allo standard IPv6. Parola del Parlamento Europeo, che proprio in questi giorni ha lanciato un allarme: se non innoviamo il metodo di gestione degli indirizzi internet, tutta la Rete e l’innovazione tecnologica sono a rischio. Secondo il piano, il 25 per cento degli utenti della rete deve migrare all’IPv6 entro il 2010.
Ma in cosa consiste l’IPv6? E che cos’è questa crisi di cui tanto si parla? È presto detto, e cercheremo di spiegarlo con parole semplici. Attualmente per gli indirizzi internet si utilizza la versione 4 dell’Internet Protocol (
IPv4): uno schema
192.123.456.789
(per fare un esempio di indirizzo IPv4) che permette la gestione contemporanea di 4,3 miliardi di indirizzi univoci. Questa cifra, però, verrà probabilmente raggiunta entro il 2011. Ecco perché l’urgenza di una migrazione all’IPv6.
Lo schema
IPv6, infatti, provvede alla gestione di un numero al momento abbastanza
illimitato di indirizzi: 3,4 x 10^38
(dieci elevato alla 38, ndr) indirizzi: un numero davvero astronomico! Un indirizzo tipico IPv6 è formato da 128 bit, rappresentato con 8 gruppi di 4 cifre esadecimali:
2001:0db8:85a3:08d3:1319:8a2e:0370:7344
(per fare un esempio). Il protocollo è stato reso disponibile dall’Icann nel luglio del 2004, ma i primi indirizzi col nuovo sistema sono apparsi sono all’inizio del 2008. Una volta entrato in funzione l’IPv6, il vecchio IPv4 verrà tenuto in vita “solo” fino al 2025, come sistema di backup e per evitare eventuali errori di comunicazione.
Secondo l’Unione Europea, dunque, i governi dovranno ora migrare le loro reti principali all’IPv6, aggiungendo la clausola della compatibilità al nuovo sistema per tutti i nuovi siti/server immessi sul mercato. Entro il 2010, inoltre, l’Unione Europea ha deciso che i principali 100 siti internet (ma ancora non sappiamo quali siano questi siti) devono essere raggiungibili col nuovo standard.
#1Guf
192.123.456.789 ?!?!
WTF?
Per carità, la notizia ci sta, ma abbiate pietà di sto povero IPV4 😀
#2D@di
@Guf, sì lo so che 456 e 789 non ci stanno nell’IPv4 (arriva a 255 massimo, no?): era solo per mettere dei numeri a casaccio 🙂 :). Grazie della precisazione.