Internet: arriva un corso per parlamentari. Servirà?

Internet e politica italiana, un binomio che -ahinoi – si sposa bene quanto quello tra un ovetto Kinder ed il brodo di pollo. Potrebbero cambiare le cose senza passare per un’impietosa selezione di stampo darwiniano? Chissà, intanto l’importante è che qualcuno ci creda e che stia per tentare la “grande impresa”.

L’istituto per le politiche dell’innovazione ha infatti promosso un corso sul pianeta Internet dedicato ai parlamentari. Si tratta di ben cinque seminari tematici che si terranno dal 18 Marzo al 21 Aprile a Roma, nei quali esperti italiani di internet e società dell’informazione tenteranno di istruire chi ci rappresenta (o, per meglio dire, dovrebbe farlo), nella speranza che ciò incentivi la nascita di leggi meno abominevoli nei confronti della grande rete rispetto a quelle finora partorite.


L’iniziativa è lodevole, non c’è che dire, ma per la moltitudine di cariatidi accomodate sugli scranni delle nostre Camere ci vorrebbero “cure” ben più drastiche di 5 seminari (ai quali parteciperanno tutti, ovviamente… ?). Insomma, in molti casi si tratta di istruire da zero delle persone che sanno a malapena inviare un fax (con l’aiuto di un assistente).

Non ci rimane che attendere qualche mese e “toccare con mano” i risultati di questa iniziativa. La tempistica esatta di questa “verifica” non sappiamo comunicarvela con precisione. Diciamo che sarà attuabile, orientativamente, in quei giorni in cui ci ritroveremo a parlare di un disegno di legge tematico scritto dal fratello scemo del pupazzo Gnappo in un momento di poca lucidità.

Voi che ne pensate? Questo corso sul pianeta Internet dedicato ai parlamentari servirà a qualcosa?

14 commenti su “Internet: arriva un corso per parlamentari. Servirà?”

  1. e ora vai con le spese fittizie!
    Altri soldi rubati ai contribuenti!!

    Si sa per caso quanto costerà questo corso? già immagino cifre almeno a 5 zeri…e la frequenza poi ci sarà?

    mi sembra una spesa inutile…io quello che ho imparato l’ho imparato da me senza corsi di formazione o altra roba inutile…il migliori insegnante del web è il web stesso (riuscireste a trovare qualcosa di cui nn si parla, discute, erudisce, insegna, accenna su internet? io non ci sono mai riuscito, per fortuna!)

    Non c’è peggior alunno di quello che non vuole imparare!

    Politici datevi na mossa, almeno se ci fate spendere tutti sti soldi fateci fare na mezza, non dico intera, ma almeno mezza bella figura!

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  2. Non servono a nulla questi corsi.
    È inutile girarci attorno, i nostri politici non sono degli ignoranti in buona fede, ma dei prestanome in malafede! (ultimo esempio la Carlucci che presenta un testo redatto dal presidente di Univideo!!!)
    Non fanno danni guidati da ignoranza, li fanno volutamente.
    Sanno benissimo cosa vogliono e lo fanno, in barba alla costituzione e alla carta dei diritti fondamentali dell’uomo.

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  3. @ nIK: purtroppo non saprei dirti la cifra esatta, ma spero vivamente ci sia un numero quantomai ristretto di zeri! Per il resto hai detto tutto tu. 🙂

    ciao

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  4. Il corso è un’iniziativa completamente gratuita e non ha un costo per nessuno.
    Si tratta di un contributo che l’Istituto per le Politiche dell’Innovazione e i relatori vogliono dare per contribuire a migliorare la qualità delle leggi italiane in materia di diritto delle nuove tecnologie.
    L’ottica è quella della condivisione dei saperi e delle esperienze per creare intorno alla rete la massima consapevolezza possibile 🙂

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  5. @ Ernesto Belisario

    Non esiste l’iniziativa completamente gratuita senza costi per nessuno.
    L’Istituto per le Politiche dell’Innovazione se ne assumerà l’onere, ma sempre soldi statali sono.
    Che la cosa vada fatta è un altro discorso, anche se non credo che 5 seminari servano a far prendere il polso della situazione internet a una classe politica ormai troppo arretrata con le nuove tecnologie e in un campo in cui l’attività continua è l’unico modo per mantenersi aggiornati.

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  6. @ Gian Piero Biancoli:
    L’Istituto per le Politiche dell’Innovazione è un Ente “no profit” che non percepisce soldi o contributi da parte dello Stato o di altri enti pubblici, quindi l’iniziativa è a costo zero sia per i partecipanti sia per la collettività 😉
    Si tratta sicuramente di uno sforzo organizzativo per l’Istituto che speriamo possa dare buoni frutti in termini di politiche più consapevoli della rete e delle sue peculiarità.

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  7. Pingback: Di ingegneri, Polizia Postale, pere e strafalcioni - Lastknight.com di Matteo Flora

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