Google ha appena rilasciato una nuova chicca dai sui Labs, Google Fusion Tables. Google Fusion Tables è uno strumento molto semplice nell’utilizzo, ma potenzialmente utili per tutti coloro che svolgono spesso lavori a distanza e soprattutto che utilizzano gli spreedsheet per l’aggregazione dei dati.
Per farne comprendere meglio la funzione lo correleremo ad una simulazione di lavoro a distanza, immagineremo quindi di far parte di un team incaricato di una SEA (Search Engine Analysis). Non esiste una metodologia tipica essendo questa professione agli esordi, quindi porterò la mia personale esperienza non avendo l’arroganza che questa sia universalmente valida.
Immaginiamo dunque un gruppo di 4 persone incaricate di monitorare l’andamento di una tagcloud sui principali motori di ricerca e social network. L’output di ogni lavoro individuale consisterà di uno spreedsheet nel quale verrano aggregate le informazioni reperite sulla base dei campi di interesse e ovviamente del timestamp.
Il coordinatore crea uno spreedsheet condiviso fra i membri del team con diversi fogli assegnati ai singoli membri. Alla fine del processo di monitoraggio i dati raccolti vanno esplicitati in 4 differenti rapporti che a loro volta vanno fusi perché il rapporto finale sia disponibile per il cliente.
Quest’ultima fase comporta solitamente una certa confusione nel flusso di lavoro. Le ricerche affidate ai 4 membri del team hanno lo scopo di osservare il web attraverso differenti punti di vista, e di usufruire della conoscenza condivisa per avere dei dati finali quanto più rappresentativi del target di riferimento. Fino la compilazione dello spreedsheet questa desiderata è mantenuta, ma quando si passa alla stesura del rapporto si va incontro alle personali tendenze ed esperienze dei membri della squadra, il che genera spesso rapporti difficilmente aggregabili fra di loro, comportando un carico di lavoro maggiore sulle spalle del coordinatore.
Google Fusion Tables pur non risolvendo del tutto questo problema offre uno strumento molto interessante. E’ possibile infatti creare una piattaforma di lavoro costituita da più spreedsheet, importabili sia da locale che da Google Docs, questi documenti possono essere facilmente condivisi con altri utenti google, offrendo loro la possibilità di commentare i singoli campi.
Ulteriore funzione molto interessante sta nella possiblità di selezionare quali campi visualizzare e quali no, inoltre la visualizzazione con un paio di click può passare fra diverse aggregazioni, pie chart, line, timeline e tutti gli altri strumenti necessari per poter avere una visione di insieme dei risultati.
Ma a nostro avviso la funzione più interessante è la possibilità di effettuare il merge fra diversi spredsheet selezionando i singoli campi, in questo modo gli output ottenuti possono semplicemente dare vita ad un nuovo output che consisterà di una nuova table alla quale potranno essere applicate tutte le funzioni prima elencate.
Le Google Fusion Tables possono essere impostate per essere pubbliche o visibili solo agli utenti che si desidera, i quali a loro volta possono essere eletti a collaboratori, in grado di modificare i dati, o proprietari in grado di invitare altri utenti nel workflow.
Le tabelle di lavoro permettono il loro embed in qualunque codice HTML, il che ci fa pensare che questa funzione sia un assaggio degli strumenti che Google Wave offrirà, dato che quest’ultimo sarà in grado di integrare nella propria wave quasi tutti gli strumenti di google dedicati alle professioni on-line.
Strumenti come questi rendono il lavoro on-line sempre più fattibile e applicabile a differenti campi i attività, ma la prima cosa che si impara nel lavorare sui motori di ricerca è che le proprie esperienze personali spesso oscurano punti di vista fondamentali, quindi sta a voi mostrarci possibili funzioni che non abbiamo considerato di questo nuovo abitante dei Google Labs.