Android è, allo stato attuale delle cose, il sistema operativo maggiormente diffuso tra l’utenza. L’immagine identificativa della piattaforma, quella rappresentata dal simpatico robottino di colore verde, è oramai ben nota alle masse che inevitabilmente l’associano a smartphone e tablet appartenenti ai più svariati produttori.
Nonostante la gran diffusione non tutti, però, sanno com’è nato il logo associato ad Android e qual’è stata la fonte di ispirazione di Irina Blok, la designer che lo ha realizzato.
A parlarne è stato qualche giorno fa il New York Times che ha fornito un breve ma interessante ripasso sugli step che hanno portato alla creazione del celebre robot.
Il NYT racconta che Blok venne incaricata di trovare un marchio da associare al software ancora in fase di perfezionamento con l’obiettivo, più o meno chiaro, di creare qualcosa da fornire esclusivamente agli sviluppatori.
Per abbozzare il logo, identificato ufficialmente con il nome di Bugdroid, la designer fece riferimento ai simboli che solitamente vengono utilizzati sulle porte dei bagni pubblici.
Il risultato finale ottenuto si rivelò geniale e decisamente ben lontano da Dandroid. Nel giro di breve tempo, infatti, la popolarità del robot raggiunse anche gli utenti, così come raccontato dalla designer stessa sul suo blog ufficiale.
Durante il mio lavoro per Google ho creato questo piccolo ometto verde, come parte della campagna di lancio. L’idea era quella di realizzare un logo open source, proprio come la piattaforma Android, da mettere a disposizione della community di sviluppatori senza le tipiche linee guida fornite dalle aziende. In modo simile al pinguino di Linux, il logo ha contribuito a stabilire l’identità del nuovo prodotto, raccogliendo il consenso degli ingegneri. Inizialmente il logo è stato pensato solo per la community di sviluppatori, ma in breve tempo ha raggiunto gli utenti, con milioni di persone impegnate a creare le proprie versioni.
[Photo Credits | Irina Blok]
Via | Phandroid