Abbiamo spesso parlato dei famosi Doodle lanciati da Google. Amiamo questi disegni/animazioni che, di tanto in tanto, sostituiscono il famoso logo del motore di ricerca di casa Mountain View.
Tramite i Doodle abbiamo avuto la possibilità di ricordare, conoscere e celebrare personaggi o temi importanti. Come mai il famoso Justin Moyer, scrittore del Washington Post, vorrebbe fermare quest’amatissima e seguitissima moda lanciata da Google? Dobbiamo ammettere che in un primo momento abbiamo storto il naso dinanzi le parole di Moyer, ma successivamente non abbiamo potuto far altro che riflettere.
Essendo così presente nella nostra vita, a volte dimentichiamo che Google è un brand incredibilmente forte che molto spesso è stato criticato aspramente per l’utilizzo dei dati degli utenti che sfruttano i suoi servizi. Non possiamo, ad esempio, non ricordare la campagna portata avanti da Microsoft che cerca di evidenziare duramente il lato oscuro di Mountain View.
Per quale motivo un’azienda del genere dovrebbe essere collegata a grandi personalità come Martin Luther King e Gandhi, visto che il brand non ha nulla a che fare con il razzismo e la pace? Come reagirebbe il pubblico se Coca Cola usasse i volti delle famose personalità sulle proprie lattine?
Inoltre, Justin Moyer punta il dito contro i Doodle anche per un altro motivo: con quale criterio Google decide di celebrare il 123° anniversario della nascita di Zora Neale Hurston (famosa scrittrice) e non parlare, invece, di Malcolm X? Inevitabilmente, dunque, si applica una sorta di discriminazione.
Ad ogni modo, lo scrittore del Washington Post si scaglia contro i Doodle poiché Google usa questa “subdola strategia” per associare il suo brand a queste grandi personalità.
E voi, che cosa ne pensate?
[ Fonte | Washington Post ]
#1Tonfo
Non capisco dove sia il problema, Google usa i doodle per far ricordare, se la Coca Cola riuscisse a cambiare ogni giorno il tema delle sue lattine per lo stesso scopo, allora tanto di cappello no?
E poi, discriminazione? La google è libera di far ricordare alla gente chi/cosa gli pare e piace, è un “servizio” che viene dato in più, non vieta a nessuno di andarsi ad informare chi o cosa dovrebbe ricordare una determinata data..
#2Francesca
Sulla prima obiezione non sono d’accordo. Quanti siti contengono citazioni o riferimenti a personaggi importanti eppure i siti sono vuoti, inconsistenti, pieni di pubblicità?
Riguardo la seconda obiezione, anche io l’ho pensata, però meglio conoscere un evento legato a quella data, piuttosto che non conoscere nulla.
Quindi per me, viva i doodle, viva la diffusione della conoscenza e viva creatività dei grafici e di chi spulcia per trovare l’evento!
#3Paolo
Ma per favore…che gente stupida..alle persone piace e non c’è nessun tipo di discriminazione in quello che fanno!! Magari un anno ricordano qualcuno l’anno dopo qualcun altro… Che accuse ridicole..poi se lo fanno per mettersi in mostra buon per loro..aziende del genere devono sfruttare l’intelletto per rimanere dove stanno e google l’ha sempre fatto egregiamente…….
#4Marco
Google è una azienda privata e deve poter fare quello che vuole.
I doodle sono pubblicati sul motore di ricerca che è gratuito, è molto diverso dalla coca cola perché li le lattine e le paghi.
Io trovo invece i doodle utili per permettere ai milioni di persone che guardano google di conoscere persone che hanno fatto cose molto importanti, altrimenti chi conoscerebbe Zora Neale Hurston ??? nessuno…. mentre malcom x è già famoso di suo non ha bisogno di ulteriore pubblicità..
Questa è solo un altra trovata per dar fastidio a qualcosa che piace a tutti…
#5Andrea
Ridicolo Justin Moyer, non so se è l’alcool o altro..
Esistono da tempo pagamenti a uno o altro per promuovere o affossare compagnie avversarie, non sarà certo questo il caso, ma sicuramente è una colossale cag…ona!!!
Unico commento, dico solo Doodle ok 😉
#6Krokko
Mah, allora seguendo lo stesso “ragionamento”, tutte le volte che il Washington Post parla di certe personalità (da Gandhi a Obama) e se vogliamo proprio anche quando parla di Google, lo fa solo per una “subdola strategia” di sfruttamento della popolarità di questi nomi…
Per inciso, mi dà molto fastidio questa tendenza – che noto anche altrove – per cui siccome parlare di qualcuno potrebbe essere considerato discriminatorio (dato che non parli di qualcun altro) allora sia meglio non parlare di nessuno. Ma stiamo scherzando?