Dopo le numerose ed insistenti indiscrezioni degli ultimi tempi la scorsa settimana Apple è riuscita a mettere a segno la chiacchieratissima acquisizione di Beats sborsando la tutt’altro che modica cifra di 3 miliardi di dollari.
Così come spesso accade per i “grossi affari” l’acquisizione di Beats da parte di Apple ha però portato con sé non poche polemiche ed anche alcune preoccupazioni.
Partendo dal presupposto che stando a quanto rivelato dal Wall Street Journal il servizio Beats Music per lo streaming musicale è stato valutato meno di 500 milioni di dollari mentre la divisione Beats Electronics, quella che si occupa di cuffie, auricolari, speaker e accessori audio, è costata più di 2,5 miliardi di dollari, contrariamente a quanto inizialmente sostenuto Apple sarebbe interessata molto più al versante hardware che a quello software.
Apple, inoltre, avrebbe pagato troppo rispetto al reale valore di mercato di Beats al punto tale che alcuni shareholder avrebbero cominciato a chiedersi se si tratti di un uso lecito oppure no della moneta degli investitori.
Da una prima valutazione effettuata a settembre dello scorso anno il valore di Beats Electronics si sarebbe infatti attestato a 1,5 – 2 miliardi di dollari complessivi. Per quanto riguarda invece Beats Music è possibile fare un raffronto con il principale rivale attualmente presente sulla piazza: Spotify. Se si considera quindi che i 10 milioni di abbonati a Spotify hanno un valore di mercato pari a circa 4 milioni di dollari per trasposizione diretta gli abbonati di Beats Music, 250.000 solo in USA, dovrebbero attestarsi su una somma pari a circa 100 milioni di dollari
Le stime in questione, è però opportuno sottolinearlo, non tengono conto di altri fattori che non possono essere calcolati quali, ad esempio, quanto Apple ha valutato le possibili applicazioni future di Jimmy Iovine e Dr. Dre, il know-how e molto altro ancora.
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