Brutte notizie per Facebook e per la sua acquisita WhatsApp. Stando infatti a quanto riportato nel corso delle ultime ore, la Commissione europea ha inviato al social network una comunicazione di addebito per aver fornito informazioni ingannevoli in occasione proprio dell’acquisizione di WhatsApp, avvenuta nel 2014.
Nello specifico, l’autorità antitrust aveva dato il via libera all’operazione in base a precise condizioni che, dallo scorso mese di agosto, sono venute meno. Facebook aveva infatti iniziato a condividere i dati degli utenti con il social network, violando in tal modo la normativa che regola questo tipo di transazioni societarie.
In seguito alla notifica inviata da Facebook ad agosto del 2014, la Commissione europea ha avviato la procedura che si conclude con l’approvazione o meno di un’acquisizione. La risposta positiva alla transazione, arrivata ad ottobre 2014, era derivata dal fatto che sul mercato ci sono altri servizi analoghi e quindi i consumatori hanno la possibilità di scegliere alternative a WhatsApp.
Durante l’indagine era stato chiesto a Facebook se esisteva la possibilità di abbinare gli account del social network a quelli del servizio di messaggistica. L’azienda di Menlo Park aveva dichiarato che il “matching automatico” non era possibile. A fine agosto WhatsApp però ha cambiato la policy della privacy in base alla quale i dati degli utenti sarebbero stati condivisi con Facebook. Anche se la condivisione è stata poi sospesa, la Commissione europea ha accertato che Facebook ha intenzionalmente fornito informazioni errate o ingannevoli.
L’azienda capitanata da Mark Zuckerberg ha ora tempo fino al 31 gennaio 2017 per rispondere alla Commissione europea. Se quanto rilevato dall’antitrust verrà confermato al termine dell’indagine, Facebook potrebbe essere dover pagare una multa fino all’1% del fatturato annuale, dunque pari a ben oltre 200 milioni di dollari.
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