Come l’iPhone cambiò i piani di Google per Android

iPhone

Nel corso degli anni ci siamo abituati a parlare della sfida Android contro iOS come se fosse una cosa scontata, in corso da secoli. In realtà le cose non stanno proprio così. I sistemi operativi di Apple e Google sono relativamente giovani, e lo stesso si può dire per il concetto di smartphone che abbiamo oggi: con touch-screen, “app” e tastiere virtuali al posto dei tasti fisici.

Nel 2007, solo gli addetti ai lavori conoscevano le reali potenzialità di questi nuovi device e nei laboratori di Cupertino e Mountain View stavano per essere finalizzati dei prodotti destinati a segnare fortemente la storia del mercato tecnologico: il primo si chiama iPhone, il secondo non ha mai visto la luce ed era classificato come Sooner.

Eric Schmidt

Eric Schmidt pubblica la sua guida per gli “switcher”: come passare da iPhone ad Android

Eric Schmidt

È una Google particolarmente battagliera quella degli ultimi giorni. Dopo aver risposto alle critiche della campagna “Don’t get Scroogled” di Microsoft – dicendo che mentre a Redmond si fanno le t-shirt a Mountain View sfornano prodotti rivoluzionari come i Google Glass -, il colosso dei motori di ricerca ha attaccato anche Apple e la presunta superiorità di iOS rispetto ad Android in termini di semplicità di utilizzo.

Con un post intitolato “Eric’s Guide: Converting to Android from iPhone”, il presidente del consiglio di amministrazione ed ex-CEO di Google, Eric Schmidt, ha pubblicato su Google+ una serie di motivi per i quali sarebbe consigliabile regalare un terminale Android a tutti gli utenti iPhone, spiegando che molti dei suoi amici hanno deciso di passare dalla mela al robottino verde e ne sono felici.

Tim Cook non voleva guerra Android Google Samsung

Tim Cook non avrebbe voluto iniziare la battaglia legale contro Samsung

Tim Cook non voleva guerra Android Google Samsung

Se qualche anno fa alla guida di Apple ci fosse stato Tim Cook, l’attuale CEO di Cupertino, molto probabilmente la famosa “guerra termonucleare” contro il mondo Android e le continue “scaramucce” con Samsung non avrebbero mai avuto origine.

È esattamente questo quel che si apprendere dal lungo articolo pubblicato su Reuters che mira ad analizzare la partnership, oramai storica, tra Apple e Google, sino a qualche tempo fa alleate ed ora acerimme nemiche per quanto riguarda l’insidioso mercato smartphone.

Nell’articolo di Reuters vengono riportate alcune dichiarazioni anonime che, a quanto pare, sarebbero state rilasciate proprio pochi mesi prima della morte si Steve Jobs e che vanno a tracciare uno scenario del tutto inedito per Apple.

Tim Cook, il successore di Steve Jobs al ruolo di CEO, si è opposto sin da subito alle cause contro Samsung per il ruolo critico dell’azienda come fornitore di componenti per iPhone e iPad, così come riportato da persone informate. Apple lo scorso anno ha acquistato oltre 8 miliardi di componenti da Samsung, così da stime degli analisti.

Apple e Google, diplomazie al lavoro per evitare una nuova patent war?

Dopo il verdetto di San Jose che ha sancito il risarcimento di oltre un miliardo di dollari ad Apple da parte di Samsung, da più parti si è temuto che il colosso di Cupertino volesse alzare il tiro e puntare ad un bersaglio (ancora) più grosso: Google.
Android è la principale spina nel fianco di iOS ed una nuova guerra dei brevetti, con conseguente vittoria per l’azienda fondata da Steve Jobs, avrebbe consegnato ad Apple l’aura di prima della classe che deve combattere contro l’esercito dei cloni. Ma a quanto pare – per fortuna aggiungiamo noi – le cose non andranno così.

Steve Jobs attacca Android: la questione open VS closed è solo fumo negli occhi

Steve Jobs torna all’attacco. A margine della conference call relativa ai risultati fiscali del Q4 2010, il numero uno di Apple si è prodotto in un insolito intervento, della durata di circa cinque minuti, in cui si è scagliato contro Android e l’assioma che vede i sistemi open migliori di quelli closed per l’utenza finale.

Secondo l’uomo più illustre di Cupertino “Google ama rappresentare Android come un sistema aperto e iOs/iPhone come un sistema chiuso. Noi pensiamo che la contrapposizione open vs. closed serva solo a gettare fumo negli occhi della gente e a nascondere la vera questione, quella su cos’è meglio per gli utenti, se è meglio avere un sistema frammentato o è meglio averne uno integrato”.