Google Glass, annullata la prima multa per uso alla guida

Google Glass, annullata la prima multa per uso alla guida

Google Glass, annullata la prima multa per uso alla guida

Ad ottobre dello scorso anno l’automobilista californiana Cecilia Abadie ha ricevuto la prima multa per guida con i Google Glass.

La multa, la cui legalità è stata messa in discussione sin da subito a causa dell’assenza di un divieto esatto di utilizzo dei Google Glass durante la guida, è stata ora annullata. Secondo la corte non vi sono prove sufficienti in grado di attestare che la donna stesse davvero utilizzando i tanto chiacchierati occhiali durante la fase di guida del veicolo.

Apple Samsung multa dimezzata giudice Lucy Koh

Apple VS Samsung, congelati 450 milioni di dollari di risarcimento

Apple Samsung multa dimezzata giudice Lucy Koh

Un ulteriore tassello dell’oramai infinita guerra brevettuale che vede coinvolte Apple e Samsung è andato ad aggiungersi proprio nel corso delle ultime ore.

Il giudice federale Lucy Koh, ovvero la donna che presiede le cause tra l’azienda della mela morsicata e quella sudcoreana in California, è intenzionato a modificare l’ammontare del risarcimento danni che Samsung deve pagare ad Apple.

Il giudice ha congelato una cifra pari a circa 450 milioni di dollari portando quindi l’ammontare del risarcimento ad Apple a poco meno 600 milioni di dollari, una notevole riduzione questa rispetto al pagamento di oltre 1 miliardo di dollari che era stato stabilito ad agosto dello scorso anno per la violazione di diversi brevetti con i dispositivi Galaxy.

In tale somma rientrano ben 14 prodotti, quali il Galaxy Prevail, il Gem, l’Indulge, l’Infuse 4G, il Galaxy SII AT&T, il Captivate, il Continuum, il Droid Charge, l’Epic 4G, l’Exhibit 4G, il Galaxy Tab, il Nexus S 4G, il Replenish e il Transform.

La home-page di Google è illegale?

GooglePrivacy

Guai giudiziari per Google, accusata di violare le leggi californiane a causa della sua riluttanza ad inserire direttamente nella home page un link alla pagina della politica sulla privacy. “A Google è stato chiesto di inserire la parola privacy, una parola di sole sette lettere, accanto agli altri link che portano alle pagine di informazioni sulla ricerca e sulla società. Una parola piccola che però nel mondo della privacy è molto importante”, ha spiegato Beth Givens della Privacy Rights Clearinghouse.

Tutto è partito da una segnalazione proveniente da alcuni blog del New York Times, secondo cui Google non si sarebbe adeguata all’Online Privacy Protection Act del 2003 (la legge californiana sulla privacy, per intenderci): la legge prevede che ogni sito che abbia dietro un’attività commerciale e raccolga informazioni private degli utenti debba segnalare bene in vista nella propria home page un link alla propria pagina che spiega la politica dell’azienda nei confronti della privacy.