
De Mauro Paravia, uno dei più popolari dizionari on-line del nostro Paese, ha chiuso. Con un laconico «Siamo rammaricati ma dobbiamo porre termine al servizio, essendo l’opera fuori catalogo», la storica casa editrice torinese ha deciso di privare stuoli di affezionati utenti di uno dei migliori servizi linguistici che la rete “made in Italy” avesse mai offerto, per giunta gratuitamente.
E così è scoppiata una polemica che, dalla pagina di commiato del servizio ai più popolari social network del mondo (Twitter su tutti), passando per importanti periodici e petizioni online, sta montando da diverse ore su tutti i principali luoghi di ritrovo della Internet italica.
Allarmate dall’affair De Mauro anche diverse associazioni. L’Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), per bocca del legale Alessandro Gallucci, ha fatto sapere che questa è “l’ennesima dimostrazione dell’incapacità e dell’imbarazzo delle nostre case editrici nell’utilizzo di Internet”, mentre l’Aie (associazione italiana editori) ha rilevato come l’uscita dal catalogo di un’opera non comporti sempre la scadenza dei diritti detenuti dall’editore.