Il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, ha accolto le proteste degli utenti e delle associazioni a tutela della privacy modificando – con un emendamento dell’ultimo minuto – il testo liberticida sulle connessioni Wi-Fi pubbliche partorito la settimana scorsa dalla Commissione Trasporti, Poste e telecomunicazioni. Salta così l’obbligo di tracciare IP e MAC address degli utenti e si dice definitivamente addio alla necessità di rivolgersi a installatori certificati per allacciare la rete nei locali pubblici.
Decreto del fare
Wi-Fi pubblico, nuovi ostacoli alla liberalizzazione
Il tanto decantato Decreto del fare, che prometteva di normalizzare la situazione del Wi-Fi pubblico nel nostro Paese, si sta sgretolando giorno dopo giorno.
In principio, ne fu presentata una bozza che assicurava la totale rimozione delle assurde restrizioni imposte ai gestori dei locali pubblici dalla vecchia legge Pisanu, poi è arrivata la versione finale della normativa che ha disatteso completamente le aspettative ed ora – a conferma che non c’è mai limite al peggio – sono stati approvati in Commissione Trasporti, Poste e telecomunicazioni due emendamenti che rendono ancora più complessa la situazione.
Decreto del Fare, nuove norme sul Wi-Fi meno incisive del previsto
A quanto pare, avevamo cantato vittoria troppo in fretta. La versione finale del cosiddetto “Decreto del fare”, quella approvata dal Consiglio dei Ministri, è abbastanza diversa dalle bozze che erano trapelate in Rete nei giorni scorsi e le presunte liberalizzazioni in materia di Wi-Fi sono molto meno incisive di quelle annunciate dal Ministro dello Sviluppo Economico Zanonato.
“Decreto del fare”, nuove liberalizzazioni per il Wi-Fi in Italia
Negli ottanta punti del cosiddetto decreto del fare, con il quale il Governo Letta intende rilanciare l’economia italiana, sono incluse anche varie norme riguardanti il Wi-Fi pubblico. Una volta tanto, si tratta di leggi condivisibili che depennano definitivamente i residui della scandalosa legge Pisanu – quella che obbligava i gestori di bar, ristoranti, ecc. a richiedere l’autorizzazione del questore per installare un router – e rimuovono i processi di identificazione per gli utilizzatori delle reti wireless nei locali pubblici.