Google Stars, spuntano nuovi ed interessanti dettagli

Diritto all’oblio, Google non è responsabile delle pagine indicizzate

Diritto all'oblio, Google non è responsabile delle pagine indicizzate

I motori di ricerca, così come nel caso di Google, non sono responsabili in alcun modo dei dati personali che vengono pubblicati sulle pagine web indicizzate. È questo il parare dell’avvocato generale della Corte di giustizia europea chiamato ad esprimersi in merito una vecchia querelle tra la divisione spagnola di Google e l’Agencia Española de Protección de Datos.

La vicenda ha avuto inizio nell’oramai lontano 1998 un quotidiano spagnolo pubblicò due annunci d’asta legati a fallimenti citando il nome di una persona. L’articolo in questione venne poi ripubblicato sul sito web della testata.

Nel 2009 il protagonista della vicenda decisa di rivolgersi all’editore poiché aveva notato che digitando il suo nome e cognome su Google nei risultati di ricerca continuavano ad essere mostrati dei riferimenti al fatidico articolo.

Il protagonista fece richiesta di cancellare il testo ma non fu possibile intervenire poiché la pubblicazione di tali dati era condizionata da un ordine del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali spagnolo.

Un giudice americano impone la chiusura di Wikileaks, famoso sito che ospita fughe di notizie

Wikileaks

Un giudice federale di San Francisco, Jeffrey White la Dynadot, ha decretato la chiusura immediata di Wikileaks, sito americano molto famoso perché alimentato quasi esclusivamente da fughe di notizie. La società che ne possiede il dominio, però, ha deciso di fare appello in quanto non sarebbe stato ripettato il Primo emendamento della Costituzione americana, quello che regola la libertà di espressione.

Il sito era diventato famoso qualche tempo fa per aver pubblicato (grazie a una fuga di notizie) le regole d’ingaggio dei militari americani in Iraq e il manuale destinato alle guardie del carcere di Guantanamo, a Cuba. Il caso che ha però portato alla chiusura del sito è legato alla denuncia da parte di una banca delle isole Cayman, la “Juluis Baer Bank and Trust”, che si è vista pubblicare online delle accuse parecchio pesanti.