Jimmy Wales difende Richard O’Dwyer

Jimmy Wales dice no all’estradizione dell’admin di TVShack

Jimmy Wales difende Richard O’Dwyer

Jimmy Wales, fondatore di Wikipeida, ha scelto di prendere le difese di Richard O’Dwyer, il giovane inglese creatore della piattaforma TVShack a rischio di una condanna di ben 10 anni di carcere in una prigione statunitense per accusa di violazione di copyright.

TVShack, ora oscurato, per chi non lo sapesse, era un aggregatore di collegamenti ipertestualizzati diretti verso servizi per la condivisione di contenuti digitali, sia legali che non, con cui il suo ideatore è riuscito a guadagnare, nel giro di tre anni, la modica cifra di circa 140 mila sterline grazie alla pubblicità ed a causa del quale ora rischia l’estradizione.

È la prima volta che accade un episodio di questo tipo ed il suo significato è tale che Jimmy Wales ha deciso di scendere in campo e di difendere O’Dwyer e ciò che rappresenta.

Julian Assange, respinto il secondo ricorso

La Corte Suprema britannica si è pronunciata ancora una volta in merito al caso sull’estradizione in Svezia di Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, respingendo la nuova richiesta di riesame della difesa poiché ritenuta “senza merito”.

Quella in questione rappresentava l’ultima possibile mossa per i legali di Assange nel Regno Unito puntando, al contempo, a cercare di far riconoscere alla Corte Suprema un’interpretazione differente della vicenda che l’avrebbe costretta, almeno teoricamente, a riaprire il caso.

Ad Assange è stato però accordato un rinvio di 14 giorni per l’esecuzione dell’estradizione ed entro tale limite di tempo il fondatore di WikiLeaks accusato di violenza sessuale portà portare avanti la propria causa con un ultimo ricorso dinanzi la Corte europea dei Diritti dell’Uomo.

Julian Assange può essere estradato in Svezia

Secondo quanto stabilito dalla Corte Suprema inglese Julian Assange potrà essere estradato in Svezia, un dato questo che va a configurarsi come un brutto colpo per la lunga battaglia legale che da ben 18 mesi a questa parte ha impegnato l’oramai ben noto fondatore di Wikileaks conto i suoi accusatori e che, tenendo conto di quanto recentemente sancito, potrebbe farlo finire direttamente nelle mani degli Stati Uniti, i suoi veri nemici.

L’ex hacker, infatti, ha sempre ritenuto di essere stato vittima della vendetta degli Stati Uniti per la fuga di dati, una tesi questa che, qualche tempo addietro, ha convinto vari gruppi di hacktivisti come nel caso di Anonymous che, appunto, tra il 2010 ed il 2011 si scagliarono contro le aziende ritenute colpevoli di non aver sostenuto Wikileaks.