Pingtest.net, come testare il nostro servizio ADSL

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In Italia, come in tutto il mondo, per molti utenti avere un servizio adsl efficiente non è roba da poco. Soprattutto nel momento in cui incappiamo in problematiche che non ci permettono di navigare in maniera corretta, guasti sulla linea e tutti i problemi che poi sorgono quando meno ce lo aspettiamo.

La qualità della linea è direttamente proporzionale alla velocità che poi riscontriamo in maniera pratica sul servizio. Se un utente riscontra lentezza nella maggior parte dei casi è dovuta alla qualità del segnale. Capita anche che la rete sia congestionata perchè molte utenze vengono allocate in una stessa scheda e la banda viene ” divisa “. Non so se rendo l’idea.

Sicuramente se avete avuto l’esperienza, positiva o meno, di cambiare gestore, sarete incappati almeno una volta nel contattare l’assistenza tecnica. Come accennato infatti, i problemi dovuti alla lentezza dipendono nella maggior parte dei casi da qualità del segnale. La problematica viene analizzata verificando in primis i valori del segnale ( in dB ) e, se questi sono piuttosto scarni e degradati, si potranno verificare i cablaggi da modem / router fino alla presa telefonica.

Una prolunga, un filtro danneggiato, un cavetto telefonico datato possono crearci questo tipo di inconvenienti. Ma supponiamo di aver verificato questi cablaggi e di aver superato questo limite. Passiamo alla prova vera e propria che ci consente di capire e stabilire che ci sia lentezza sulla nostra connessione.

Telecoms package, la libertà su Internet ancora a rischio?

La libertà di Internet è ancora sotto attacco. A sostenere questa tesi è l’associazione Assoprovider, la quale ha scritto una lettera aperta al parlamento europeo in merito all’affair “Telecoms package“, la normativa che, se approvata, consentirebbe ai gestori telefonici di regolare a proprio piacimento le condizioni nelle quali gli utenti possono utilizzare le applicazioni ed i servizi più comuni (software per l’IM, client VoIP, client P2P, social network, ecc.).

«E’ come se il gestore di un autostrada decidesse di incolonnare tutte le auto gialle su un casello e tutte quelle rosse su un altro, facendo viaggiare le auto gialle al doppio della velocità di quelle rosse e dando la precedenza esclusivamente a quelle che portano il suo marchio». Guido Scorza, giurista e presidente dell’istituto per le politiche dell’Innovazione, tra i firmatari della lettera aperta, ha descritto in questo modo la norma attualmente discussa al parlamento europeo. Qualcun altro, invece, non ha esitato a definirla come una sorta di “apartheid digitale.

Esagerazioni? Non proprio.