Siamo costretti a parlare ancora di Web tax, per fortuna con un risvolto positivo, o parzialmente positivo, questa volta.
Come molti di voi ben ricorderanno, la legge promossa dal Presidente della commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia, che imponeva alle aziende italiane di acquistare pubblicità e link sponsorizzati solo da soggetti titolari di Partita IVA italiana, era stata prima approvata e poi rimandata a luglio.
Governo
Editoria Online: il Governo vuole costringere i motori di ricerca a pagare i giornali
Dev’essere stata l’aria del Natale, con il suo sapore d’altri tempi e quell’amabile voglia di non fare una mazza, a guidare i nostri governanti in questo periodo. E già, perché ce la stanno mettendo davvero tutta per apparire anacronistici e fuori luogo. Si stanno impegnando più del solito – e non è facile – per rendere difficile la vita a noi, poveri utenti, e alle aziende che operano sul Web.
Dopo la controversa Web tax (o Google tax) approvata dalla Commissione Bilancio della Camera, siamo infatti qui a parlarvi di una nuova norma che potrebbe portare l’Italia a fare non uno ma dieci passi indietro sul fronte della cosiddetta regolamentazione del Web. Ci riferiamo al nuovo disegno di legge sull’editoria approvato da Consiglio dei Ministri e che vorrebbe costringere i motori di ricerca a pagare i giornali per indicizzare i loro contenuti e proporli nei servizi di news, come Google News.
Microsoft: stop ai software pirata in Cina
È notizia dell’ultim’ora, o quasi, quella che Microsoft ha chiesto alla Cina di non usare più versioni pirata dei propri software, richiesta che, a quanto pare, è stata accompagnata da una denuncia al governo del paese della Grande Muraglia.
La volontà di Microsoft è di riuscire a rovesciare una situazione, quale quella in questione, che nel corso degli anni è diventa sempre più insostenibile e che colpisce, in primis, quattro società di proprietà statale.
La China National Petroleum Corp., la China Post Group, la China Railway Construction Corp. e la Travelsky Technology Ltd., infatti, utilizzerebbero il sistema operativo Windows 7 e la suite Office senza però aver effettuato l’acquisto di una regolare licenza.
Google pubblica il nuovo rapporto sulla censura
Sul blog ufficiale di Google ha fatto la sua comparsa un nuovo post intitolato “More transparency into government requests” ovvero “Più trasparenza nelle richieste governative”, vale a dire quello che, in altri termini, va a configurarsi come la presentazione del nuovo rapporto redatto dal gran colosso delle ricerche in rete al fine di fornire agli utenti informazioni più trasparenti in merito a quello che viene richiesto dalle autorità alla società.
Il rapporto, nel dettaglio, fa riferimento al periodo che va da luglio a dicembre del 2011 e risulta comprensivo di tutte le informazioni in merito alle richieste di censura che sono pervenute a Google durante quei mesi.
Nel rapporto sono presenti richieste di blocco dei blog, di eliminazione di specifici video da YouTube e di rimozione di elenchi di ricerca unitamente al numero, all’ubicazione e al tipo di contenuto sottoposto a censura.
Attaccati vari siti italiani: Anonymous mantiene le promesse!
Nel momento in cui vi stiamo scrivendo si ripercorrono in successione vari attacchi verso diversi siti italiani. Ad annunciarlo è stato direttamente Anonymous dal proprio canale Twitter.
Gli attacchi, di natura DoS (denial of service) interessano il sito della Camera dei Deputati (www.camera.it), il Senato della Repubblica (www.senato.it), il Parlamento (www.parlamento.it) ed il sito del Governo (www.governo.it).
Anonymous afferma: nuovo attacco al Governo il 13 febbraio alle ore 13
Ritorna con un nuovo comunicato pubblico Anonymous, la famosa coalizione anonima di hacker più volte protagonista, in positivo per molti, di attacchi informatici pro-Wikileaks contro Mastercard e Visa nel mese di dicembre, rei di aver bloccato in conti del portale di Assange.
Molti di voi, specialmente chi segue con un’elevata frequenza l’attualità e tutto ciò che gira intorno, avranno sicuramente appreso la notizia (riportata anche qui su Geekissimo) dell’attacco hacker di domenica scorsa al sito governo.it, da parte di Anonymous mediante attacchi DoS (denial of service, in italiano “negazione del servizio“).
Camera dei Deputati, gli accessi al sistema informatico nelle mani di Novell

Il governo Cinese blocca IMDb, ancora un’altra censura
Purtroppo, nonostante l’inizio del terzo millennio sia passato ormai da ben dieci anni, la situazione mondiale è cambiata ben poco per quanto riguarda il numero di conflitti e di dittature nel mondo, vere e proprie piaghe dell’umanità che dovrebbe vergognarsi di tollerare ancora nel 2010 simili ingiustizie. Uno degli esempi più lampanti è la Cina, una dittatura che sembra avere tutta l’intenzione di rimanere al potere almeno per i prossimi 50 anni, e che compie giornalmente pesanti atti di censura per indottrinare le nuove generazioni e consolidare il suo potere.
Il Ministero dell’Economia ferma Zopa in Italia
Da qualche tempo si sono diffusi una serie di siti di social lending, cioè di prestiti effettuati, a titolo personale, da privati ad altri privati, che utilizzano il canale Internet per agevolare la fruizione di questo strumento. Viene anche chiamato prestito peer-to-peer lending o prestito tra persone, in analogia ai famosi sistemi di diffusione dati tra utenti.
Tra questi siti, Zopa è uno dei più famosi e risulta attivo da tempo negli USA, nel Regno Unito, in Giappone e in Italia, chiaramente con differenti termini d’uso. Lo scopo del sito, in linea con altri siti di prestiti p2p, è di mettere in contatto la domanda e l’offerta di piccolo credito.
Il 10 Luglio 2009 è stato notificato un decreto a Zopa del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, su indicazione della Banca d’Italia, ha provveduto a cancellare dall’elenco degli intermediari finanziari abilitati all’esercizio della professione in Italia la società di Zopa, mossa che impedisce a Zopa di attivare nuovi prestiti e le consente soltanto di mantenere in vita quelli vecchi e già attivi.
“Dal prossimo anno pagelle solo online”. Ci sembra un po’ azzardato… e tra l’altro in Italia già si fa

Italia.it, cronaca di una morte annunciata

“A ottobre il ministro per i Beni Culturali con delega al Turismo Francesco Rutelli disse che il portale non era più funzionale. Noi di conseguenza abbiamo deciso di procedere ad un momento di ripensamento. Il contratto che era stato siglato con una società di cui l’Ibm era la capofila, era valido fino al 31 dicembre. Dal 1 gennaio abbiamo attivato le procedure di chiusura. Ora si dovrà decidere come procedere”.