Al centro della questione, in corso oramai da diversi anni a questa parte, vi sono i tassi di non remunerazione non ragionevoli facenti riferimento all’accesso alle informazioni relative all’interoperabilità dei prodotti compatibili e ad essere condannata, in tal senso, è Microsoft.
Il Tribunale UE, proprio nel corso delle ultime ore, ha infatti confermato la decisione della Commissione europea con cui Microsoft era stata condannata a pagare una multa per non aver permesso ai suoi concorrenti di avere accesso, a condizioni ragionevoli, alle informazioni relative all’interoperabilità.
Il caso aveva avuto inizio nel 2004, quando la Commissione, su iniziativa del Commissario per la concorrenza guidata, all’epoca, da Mario Monti, contestò l’abuso di posizione dominante da parte di Microsoft e inflisse alla società un’ammenda da circa 500 milioni di euro.
Poi, nel 2006, la Commissione inflisse una nuova mula a Microsoft poiché, secondo Bruxelles, la redmondiana non aveva fornito una versione precisa e completa delle informazioni facenti riferimento all’interoperabilità entro il termine fisato dalla decisione precedentemente presa chiedendo inoltre ai concorrenti un prezzo ingiusto per poter accedere ai dati.