I Google Glass possono essere controllati col pensiero grazie a un'app

I Google Glass possono essere controllati col pensiero grazie a un’app

I Google Glass possono essere controllati col pensiero grazie a un'app

Da diversi giorni a questa parte è disponibile una nuova app per i Google Glass grazie alla quale è possibile controllare con il solo pensiero gli occhiali per la realtà aumentata del colosso delle ricerche in rete.

L’app è denominata MindRDR, è stata sviluppata dallo studio This Place e funziona in abbinamento con l’auricolare NeuroSky MindWave EEG che ha un prezzo di 89 euro.

Samsung vuole controllare i tablet con il pensiero

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Per la gestione dei propri dispositivi Samsung ha intenzione di andare ben oltre l’utilizzo di tastiere, display touch e controllo vocale mettendo a disposizione degli utenti un sistema ancor più evoluto e decisamente futuristico.

Samsung, infatti, sta progettando un tablet da controllare con il pensiero, un’idea questa che sicuramente non suona come nuova ma che differisce da tutto quanto di analogo proposto sino a quoto momento per modalità e per finalità.

Il Prof. Roozbeh Jafari della University of Texas unitamente ad un gruppo di sviluppatori del colosso asiatico sta lavorando alla creazione di un’interfaccia uomo-macchina mediante la quale in un futuro non molto lontano dovrebbe essere possibile lanciare applicazioni, navigare online, avviare la riproduzione di un filmato, scattare fotografie e selezionare un contatto semplicemente pensando di voler eseguire tale attività.

Tutti i pensieri inerenti l’esecuzione di una specifica azione verranno infatti tradotti in un segnale elettronico da inviare direttamente al tablet che risponderà di conseguenza.

password onde celebrali

Password, in futuro basterà pensarle

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In un futuro non molto lontano per poter accedere a servizi e risorse online non dovrà più essere digitata una password così come adesso ma sarà sufficiente pensarla.

Alcuni ricercatori sono infatti al lavoro per dimostrare che è possibile realizzare un sistema capace di effettuare il login semplicemente (si fa per dire!) analizzando le onde cerebrali dell’utente.

Prossimamente, quindi, le password non dovranno più essere immesse mediante keyboard ma sarà sufficiente pensarle e ad inviarle ci penserà il sistema attualmente è in fase di progetto presso la School of Information di Berkeley.

Il futuro è oggi: la macchina che legge nel pensiero è realtà

Gli ologrammi sensibili al tatto dei giapponesi non vi sono sembrati abbastanza futuristici? Strano, comunque difficilmente riuscirete a dire la stessa cosa della tecnologia sviluppata dal neuro scienziato Jack Gallant e da Thomas Naselaris dell’Università della California (Berkeley).

Stiamo infatti parlando di un sistema che, attraverso una macchina di risonanza magnetica funzionale, è in grado di leggere la mente delle persone ed identificare gli ultimi oggetti visualizzati da queste ultime.

Questa tecnologia, spiega Gallant, è paragonabile ad un gioco di prestigio in cui il mago deve indovinare la carta pescata dallo spettatore: le carte sono le fotografie di qualsiasi oggetto presente sulla faccia della Terra e la macchina rappresenta il mago, che non conosce a memoria tutte le carte facenti parti del mazzo ma riesce ugualmente a indovinare quella scelta dallo spettatore (ossia, chi si sottopone al test della macchina).