
Cosa accade se il più importante pasticciere della città ammette che mangiare troppi dolci fa male? Le sue vendite migliorano o peggiorano? Nei clienti prevale il timore o viene premiata l’onestà del pasticciere?
Provate a chiederlo a Google, il più importante player mondiale nel campo della pubblicità on-line, che ha appena espresso il suo consenso verso quegli utenti che, tramite dei componenti aggiuntivi per il browser (Chrome compreso) come ‘Adblock’, bloccano le pubblicità contenute nei siti Internet. Spesso unica fonte di sostentamento di questi ultimi.
Ecco le parole pronunciate sull’argomento da Linus Upson, uno dei pezzi grossi della società, nel corso di una conferenza a Mountain View: «È improbabile che il mercato delle pubblicità venga messo a repentaglio dagli ad blocker. Se gli utenti bloccano la pubblicità – ha asserito Upson – è perché queste sono troppo assillanti».