Google dedica un doodle a Robert Noyce, l’inventore del microchip

Doodle Google Robert Noyce

Il doodle che, quest’oggi, è posto in bella mostra nella pagina principale di big G in sostituzione del ben noto logo impiegato di consueto, è un chip integrato, contrassegnato dalla scritta Google, che, così com’è possibile constatare personalmente passandovi sopra con il cursore del mouse, è stato scelto per celebrare l’84° anniversario della nascita di Robert Noyce, uno dei padri del microchip.

Il lavoro di Robert Noyce, compiuto prevalentemente tra gli anni 50′ e 60′, è stato infatti fondamentale per la produzione dei primi circuiti integrati che, successivamente, hanno poi consentito di giungere alla creazione del primo microprocessore Intel 4004.

Robert Noyce, durante la sua vita, è stato però anche il fondatore, insieme a Gordon Moore, della Fairchild Semiconductor e, in seguito, della Integrated Electronics Corporation, oggi meglio conosciuta coma Intel, mediante cui ha dato vita ad un’innumerevole serie di innovazioni ed ha provveduto ad operare continuamente ed attivamente nella Silicon Valley tanto da essere soprannominato “sindaco” della stessa.

Come saranno fatti i computer del futuro? Probabilmente avranno microchip chimici, magnetici o ottici

Chip

Come saranno i computer del futuro? Di quali materiali saranno costruiti? E quanto saranno veloci? Capita che ci poniamo spesso questa domanda, pensando agli anni a venire. Ebbene: alcune ricerche ultimamente pubblicate stanno dando luogo a un lungo dibattito nella comunità scientifica, perché pare davvero che nel giro di qualche decennio i microchip (che regolano la vita di tutti i nostri sistemi elettronici) potranno essere magnetici, chimici o ottici. Secondo la legge di Moore, il numero di transistor in un chip raddoppia ogni 18 mesi, e di pari passo vanno le prestazioni di un computer. Questa equazione, però, sta per raggiungere i suoi limiti perché la capienza massima dei chip sta per essere raggiunta.

E così, molto presto – addirittura nel giro di un paio di decine di anni – i nostri processori tradizionali fatti di silicio sono destinati completamente a sparire. A favore, ad esempio, dei microchip magnetici. Invece di utilizzare il movimento degli elettroni per elaborare le informazioni, il che dissipa tra l’altro molta energia, c’è chi sta pensando a sfruttare altre caratteristiche degli atomi. Un esempio concreto sono i cosiddetti “computer quantici”, in cui si utilizzano atomi “intrappolati” che variano il loro stato energetico, o quelli “a spin” che utilizzano una particolare proprietà magnetica delle particelle. Questo modo di elaborare le informazioni permetterebbe di effettuare molti più calcoli nella stessa unità di tempo.

Il Lettore Mp3 da 500.000 GB

Il più capiente lettore MP3 può memorizzare all’incirca 40.000 canzoni. Supponendo una durata media di 3, 30 minuti a canzone sono circa 97 giorni di riproduzione consecutiva, insomma, una bella cifra.
Ma secondo gli scienzati dell’ Università di Glasgow non è abbastanza, hanno infatti annunciato la creazione di una nuova tecnologia in grado di incrementare la capacità di memorizzazione di più di 150.000 volte.

Questo significherebbe sfiorare i 500.000 GB di memoria su un singolo chip delle dimensioni di 2,5 centimetri quadrati.
Ciò che ha reso realtà un progetto che fino a qualche anno fa rientrava nell’ ambito della fantascienza è stata la creazione di uno “switch” delle dimensioni di una molecola. “Abbiamo trovato un modo per incrementare la capacità di memorizzazione in maniera radicale, assemblando un nanocluster che integra due gruppi in grado di donare elettroni posizionati precisamente a 32 nm di distanza l’uno dall’altro. Il risultato è un modello molecolare che può essere applicato alle periferiche di memorizzazione rivoluzionario ed innovativo, grazie al quale si può aumentare vertiginosamente la quantità dei dati in trasferimento nei tradizionali semiconduttori.” afferma il Prof. lee Cronin dell’ Università di Glasgow.