YouTube canali a pagamento

YouTube lancia ufficialmente i canali a pagamento

YouTube canali a pagamento

Dopo mesi e mesi di indiscrezioni e dopo le voci di corridoio degli ultimi giorni YouTube ha finalmente annunciato in via ufficiale il lancio dei chiacchieratissimi canali a pagamento.

D’ora in avanti, quindi, unitamente alla visualizzazione di banner e messaggi pubblicitari anche il denaro proveniente dagli utenti che sceglieranno di pagare per accedere ai singoli canali andrà a generare introiti sul celebre portale di video-sharing.

Così com’era già stato ipotizzato la formula prevede il pagamento di una quota minima pari a 0,99 dollari al mese ed un periodo di prova gratuita del servizio della durata di due settimane.

CES 2014, YouTube presenterà il codec VP9 per lo streaming dei video 4K

YouTube, i canali a pagamento arriveranno in settimana

YouTube canali a pagamento

È oramai da mesi e mesi che si parla in maniera sempre più insistente delle intenzioni di Google di introdurre delle opzioni di sottoscrizione a pagamento per i singoli canali presenti su YouTube.

Stando però a quanto emerso nel corso delle ultime ore al lancio della nuova caratteristica della celebre piattaforma di video sharing mancherebbe davvero poco.

Le ultime indiscrezioni provenienti da fonti statunitensi suggeriscono infatti che l’introduzione di servizi a pagamento per alcuni canali specializzati presenti su YouTube avverrà già durante questa settimana.

In tale fase l’operazione andrebbe ad interessare una cinquantina di canali, in particolar modo quelli dei possessori di diritti su serie televisive e film, ed il costo dell’abbonamento dovrebbe essere pari o addirittura inferiore ai 2 dollari al mese.

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YouTube, un miliardo di utenti mensili e canali a pagamento in arrivo

YouTube un miliardo di utenti al mese canali a pagamento

YouTube, il servizio adibito alla ricerca ed alla condivisione di video targato Google, continua a cavalcare la cresta dell’onda del successo: dopo aver raggiunto il miliardo di visualizzazioni su unico video, quello di Ganganm Style, da poche ore a questa parte è stato segnalato il raggiungimento di un miliardo di utenti unici al mese.

Snocciolando ulteriori cifre questo sta quindi a significare che circa il 14,7% della popolazione globale guarda un video su YouTube almeno una volta al mese e che se sulla Terra, stando ai dati di Wolfram Alpha, sono presenti ben 6,79 miliardi di individui la piattaforma di big G raggiunge quasi una persona su due presenti su internet.

Se YouTube fosse un paese potrebbe essere considerando, per la sua audience mensile, equivalente ad una decina di spettatori del Super Bowl, come il terzo più grande al mondo al seguito della Cina e dell’India.

Nel giro di 8 anni YouTube è quindi riuscito ad aggiudicarsi il titolo di punto di riferimento in rete, sopratutto grazie alla sua sempre maggiore accessibilità da device mobile e non è un caso, quindi, che l’incremento del numero degli utenti attivi si sia verificato sopratutto durante l’ultimo anno interessando la fascia d’utenza compresa tra i 18 e i 34 anni.

Mobile Payment boom Italia

Mobile Payment, boom in Italia

Mobile Payment boom Italia

Per quanto impossibile possa sembrare anche in Italia i pagamenti tramite smartphone sono una realtà che giorno dopo giorno va sempre più a consolidarsi.

Infatti, dopo una partenza abbastanza lenta a causa della carenza di servizi ad hoc e, sopratutto, della mancanza di dispositivi abilitati all’esecuzione di operazioni di questo tipo, oggi il Mobile Payment sta andando incontro ad un vero e proprio boom anche nel Bel paese.

Stando ai dati forniti dall’Osservatoril’Osservatorio Nfc & Mobile Payment del Politecnico di Milano il Mobile Payment sta crescendo di circa il 30% ogni anno.

Tale crescita è riconducibile a tre fattori chiave.

In primo luogo vi è da tenere conto dell’aumento del numero di servizi, specie quelli di uso comune, che consentono di effettuare pagamenti online, in secondo luogo è necessario considerare la sempre maggiore disponibilità di tecnologie che consentono di effettuare i pagamenti in mobilità, come nel caso di quelle rese disponibili da alcuni gestori telefonici italiani, e, infine, appare opportuno porre l’accento sulla politica e in particolar modo sulla legislazione che va ad incentivare l’utilizzo del pagamento elettronico.

WhatsApp si aggiorna: l’avviso di scadenza non è più invasivo

Per molto tempo gli utenti del robottino verde hanno pensato che la nota applicazione di WhatsApp fosse completamente gratuita, al contrario di quello per il mondo dei dispositivi iOS. In realtà, la situazione è molto diversa e persino inversa: è vero che sull’App Store l’applicazione ha un piccolo costo, ma anche per Android risulta a pagamento.

WhatsApp offre il proprio titolo Android per la durata di un singolo anno, dopo questo periodo si dovranno pagare 0,78 euro. Mentre su iOS basta un singolo pagamento, per il robottino verde si deve ripetere l’operazione annualmente.

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YouTube sperimenterà la sottoscrizione dei canali a pagamento?

YouTube sottoscrizione canali a pagamento

Stando a quanto riportato da alcune fonti anonime ritenute affidabili Google ha per YouTube un nuovo progetto in cantiere che prevede la sperimentazione, a partire dalla prossima primavera, della sottoscrizione a pagamento per i singoli canali, una probabilità questa che era già stata accennata lo scorso anno dal CEO Salar Kamangar.

Al momento non è ancora chiaro quali tipologie di video potrebbero far parte dell’iniziativa ma stando ai primi rumors dovrebbe trattarsi di eventi live, tutorial e clip contenenti suggerimenti sul mondo finanziario e tra le prime realtà coinvolte nel progetto potrebbero figurare canali quali Machinima, Maker Studios e Fullscreen che attualmente contano milioni di iscritti e di visualizzaioni.

La mossa in questione, qualora effettiva, andrebbe a configurarsi come il tentativo, da parte di big G, di sottrarre quote di mercato alla tradizionale TV.

Facebook, nuova funzione in test: un pagamento per garantire la consegna dei messaggi privati

Facebook non è solo un social network per scambiarsi pubblicamente messaggi con amici, ma esiste anche una sezione dedicata alla posta privata.

Non tutti gli utilizzatori delle pagine in blu hanno mai fatto caso alla sezione “Altri”, posizionata nei propri messaggi personali. Tale cartella è stata introdotta nell’ormai lontano 2011 e si tratta di una sorta di sezione spam in cui vengono inseriti i messaggi che potrebbero non interessarvi. Qui dentro finiscono soprattutto le “email” inviate da coloro che non hanno nemmeno un amico in comune. Questo sistema potrebbe essere utile se non avete voglia di avere la posta intasata, ma siamo sicuri che Facebook non sbagli?

YouTube dice Stop al servizio di download a pagamento

YouTube

Come al solito, quando si comincia ad offrire un servizio bisogna dare sempre un’occhiata all’eventuale concorrenza, e desistere quando le possibilità di vittoria sono eccessivamente scarse. Una procedura che YouTube avrebbe dovuto ricordarsi di seguire quando ha lanciato un servizio di download a pagamento per alcuni video, un servizio che è apparso fin da subito privo di qualsiasi speranza di successo, vista la fortissima concorrenza delle centinaia di siti che permettono di scaricare video dal famoso portale di video sharing.

Lingueo: come imparare o insegnare lingue straniere a pagamento!

Lingueo

L’apprendimento di lingue straniere, come ben siamo abituati a pensare negli ultimi anni, in questo clima di globalizzazione, è sicuramente di fondamentale importanza in termini lavorativi, ma anche culturali, sociali e, perché no, didattici.

Non si diventa poliglotti in una mattinata, però: per imparare bene un’idioma straniero si impiega parecchio, ma sopratutto c’è bisogno di una persona che insegni. Cosa non sempre semplice da trovare, o forse no. No, perché c’è Lingueo!

Lingueo è un interessante servizio online che consente di apprendere o di insegnare, previo pagamento di una cifra in denaro dal valore variabile, decine di lingue diverse.

AlternativeTo: cosa usare al posto di un programma?

AlternativeTo

Molto spesso ci sono applicazioni che costano tanto e che fanno, in maniera più o meno uguale, quello che fanno invece servizi online e programmi gratuiti. E’ bene, dunque, diffidare da questi programmi se non si è fatta prima una ricerca approfondita nel tentativo di trovare soluzioni più economiche ed ugualmente funzionali.

Ma come fare a ricercarle queste soluzioni gratuite? Da dove le prendiamo? Semplice, dalla rete, e più precisamente da un sito chiamato AlternativeTo.

AlternativeTo è un interessantissimo spazio che consente di ricercare alternative ai software a pagamento di ogni genere, dalla sicurezza alla grafica, dalla deframmentazione al backup ad altro ancora.

3 metodi per bypassare il “Ti devi registrare per visualizzare la pagina”

3 metodi per bypassare il “Ti devi registrare per visualizzare la pagina”

Capita un sacco di volte che mentre si sta navigando e si cerca con Google un modo per risolvere un problema al pc, si clicchi su un sito che sembra proprio quello che stiamo cercando per la risoluzione dei nostri guai e boom! Appare una bella pagina in cui è scritto che per vedere la soluzione bisogna registrarsi al sito, ed a volte a pagamento.

Ma ecco tre metodi alternativi con i quali possiamo sperare di risolvere il problema. BugMeNot penso lo conosciate un pò tutti, si tratta di un fantastico sito dove sono disponibili i dati di accesso a molti siti web e forum. Potremo usare questi per loggarci saltando la registrazione.