Partito Pirata tedesco, il proxy per The Pirate Bay è stato chiuso

Chiusura proxy Paesi Bassi The Pirate Bay

Il Partito Pirata tedesco ha dovuto subire, nel corso delle ultime ore, una nuova sconfitta poiché dopo aver reclamato contro la chiusura di un proxy per l’accesso a The Pirate Bay in Olanda adesso si è ritrovato a dover chiudere anche il proprio a causa del gruppo anti-pirateria BREIN.

Il proxy del Partito Pirata, nel dettaglio, è stato utilizzato per molto tempo come vero e proprio punto di riferimento per gli utenti olandesi per poter accedere senza problemi alle pagine e ai contenuti di The Pirate Bay al fine di poter aggirare le restrizioni imposte dai provider e, sopratutto, conseguenzialmente alla censura ad esso applicata in svariate nazioni, Italia compresa.

Megaupload, il Partito Pirata Catalano prepara una “class action” globale contro la chiusura del servizio

Come facilmente prevedibile, la chiusura di MegaUpload da parte dell’FBI ha lasciato interdetti milioni di utenti, utenti che ora sono molto arrabbiati e non fanno nulla per nasconderlo. Su Twitter, Facebook e gli altri social network Megaupload è uno dei temi più discussi da diversi giorni, ma sono molteplici le iniziative che in Rete stanno nascendo intorno all’affaire autorità USA VS servizi di hosting. Qualcuna è farlocca e realizzata solo per racimolare soldi in questo momento di marasma generale (vedi Anonyupload), altre sebbene poco pratiche e difficilmente realizzabili cercano di canalizzare in maniera positiva l’ondata di proteste che in questi giorni imperversa in Rete.

Fra queste c’è da segnalare la proposta di ricorso collettivo realizzata dal Partito Pirata Catalano (PIRATA.CAT), al quale si sono poi associati i Partiti Pirata di altre nazioni, che attraverso un apposito sito Internet sta raccogliendo adesioni e fondi per difendere le vittime della chiusura di MegaUpload – “milioni di utenti legittimi paralizzati da tentativo dell’autorità USA di far valere il proprio diritto in tutto il mondo” – ed avanzare alcuni dubbi sul meccanismo in base al quale le autorità a stelle e strisce hanno potuto bloccare l’accesso ad un servizio online in tutto il mondo, e non solo negli Stati Uniti, dove secondo logica dovrebbe limitarsi il loro potere.