Google guarda ai i robot con Andy Rubin

Google guarda ai robot con Andy Rubin

Google guarda ai i robot con Andy Rubin

A marzo dell’anno corrente Andy Rubin disse addio alla divisione Android di Google in modo tale da potersi dedicare ad altri progetti.

Al momento dell’annuncio della decisione presa non vennero comunicati ulteriori dettagli. I rumor, però, suggerivano che la scelta fatta avrebbe portato l’uomo di big G fondatore di Android a diventare una delle figure centrali degli X Lab di Google.

A distanza di mesi appare ora abbastanza chiara la natura del nuovo impegno. Con un apposito post condiviso su Google+ Larry page ha infatti posto all’attenzione degli utenti un articolo pubblicato sul New York Times che spazza via ogni dubbio circa il nuovo impegno di Rubin ed il futuro di big G: i robot.

Sono felice per il prossimo progetto di Andy Rubin. La sua ultima scommessa, Android, è nata come un’idea folle finendo col mettere un supercomputer in tasca a centinaia di milioni di persone. Siamo ancora all’inizio di questo nuovo cammino, ma non vedo l’ora di vedere cosa accadrà.

Dandroids mascotte Android

Dandroid, ecco com’era la prima mascotte di Android

Dandroids mascotte Android

Android, così come dimostrato da numerose ricerche di mercato e dalle più recenti statistiche inerenti, appunto, la diffusione a livello globale di smartphone e tablet, è, senza alcun dubbio, uno tra i sistemi operativi mobile maggiormente diffusi ed apprezzati dall’utenza.

Scheda tecnica dei device a parte riconoscere smartphone e tablet basati su Android è abbastanza semplice… è sufficiente identificare (sulla scocca, sull’etichetta, sulla confezione di vendita etc.) Bugdroid, il simpatico robottino verde che fa da mascotte all’OS mobile di Google.

C’è stato però un tempo in cui l’aggettivo “simpatico” non si addiceva così tanto alla mascotte di Android, così come testimoniato da Dan Morril, ingegnere al lavoro sul progetto Android, mediante un interessante post pubblicato proprio nel corso delle ultime ore sul social network Google+.

Recensione: WoWWee Rovio, il robot intelligente con webcam comandabile a distanza

Nell’ultimo fine settimana, ho avuto l’occasione di passare qualche giorno in compagnia di un nuovo gadget tecnologico un po’ “impiccione” ma veramente formidabile. Si tratta di WoWWee Rovio, un robot intelligente dotato di webcam pilotabile a distanza, tramite computer (PC o Mac che sia) o cellulare, anche se si è dall’altra parte del mondo.
Tutto quello che occorre per usarlo è una connessione a Internet veloce, un dispositivo WAP (es. un router Wi-Fi) e uno dei maggiori browser adesso sul mercato (Internet Explorer, Firefox, Safari e Opera, comprese le loro versioni mobili). Cose che ormai abbiamo praticamente tutti a portata di mano.

Caratteristiche tecniche

WoWWee Rovio è alto 34,29 cm, largo 30,48 cm e pesa appena 2.3 kg. Ha un “collo” regolabile a distanza, che si può alzare e abbassare per regolare il tipo d’inquadratura effettuato dalla webcam (VGA con sensore CMOS e risoluzione video fino a 640×480 pixel), e un sistema d’illuminazione a LED per illuminare le inquadrature più scure. È dotato di un microfono, un altoparlante, e si può collegare al PC tramite USB.
Le ruote motorizzate rendono il WoWWee Rovio estremamente comodo da guidare e preciso nei movimenti. Il robot è onnidirezionale: può andare avanti, indietro, a sinistra, a destra e può ruotare su sé stesso a 360° ad altissima velocità.

Rivoluzionario! Nasce Bit Beat, il robot umano con un carattere personale che si forma giorno per giorno!

Ciao a tutti miei cari geeks! Come avrete avuto modo di notare ultimamente, a causa dei molteplici impegni di lavoro, scrivo raramente sul blog. Ma oggi è un giorno speciale, ho deciso di scrivere personalmente questo articolo perché era dai tempi dell’uscita del primo Game Boy che un oggetto tecnologico non mi emozionava così tanto. Sto parlando di un robot, un robot speciale….si chiama Bit Beat ed è a mio avviso quello che più si avvicina ad un essere umano.

Non lo dico così per dire, 2 anni fa ho avuto modo di vedere in azione a Tokyo sia il cagnolino Aibo della Sony che il robot umano prodotto dalla Honda. Se guardate il video che ho messo qui sopra vi renderete conto di cosa sia capace di fare e non fare (quasi nulla). Già perché la particolarità non è tanto nei movimenti sinuosi e umani, ma nell’intelligenza artificiale che riesce a sviluppare grazie alla sua memoria di 1 Terabyte e che gli permette d’imparare qualsiasi cosa, proprio come se fosse un bambino. Lo so, siamo di fronte a un cambiamento “epico” e forse verranno fuori anche i primi commenti negativi da persone che possono vedere la cosa come “immorale”.

Ma prima di giudicare guardate nel video sottostante come Bit Beat risolve il cubo di Rubik, è allucinante!!

Caratteristiche tecniche di Bit Beat e dei suoi 5 sensi:

Salvador DaBot, l’artista robotico del nuovo millennio

Fino a qualche tempo fa l’arte era appannaggio prettamente umano, da oggi grazie a Sylvain Calinon e al suo team di ricercatori, è nata la versione 2.0 di Portraitist Robot, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Salvador DaBot.

La prerogativa di questo piccolo bot baffuto è di dimostrare che l’arte, aiutata dalla scienza, può scaturire anche dalle mani robotiche di un automa.

L’idea può sembrare banale e ricordarci quelle macchinette ruba-soldi che nei centri commerciali attirano nuvole di bambini attratti dai ritratti di scarsa qualità che sputano dall’apposita fessura ma in realtà la questione non è così semplice.

Samepoint, motore di ricerca di conversazioni in chat (e a volte commenti)!

Internet per un certo senso sembra essere un mega Grande Fratello. Molto spesso, infatti, soprattutto se non abbiamo molta dimestichezza e un pizzico di cautela, la rete, tramite i molteplici spiderbot che girano un po’ dovunque, si impossessa di informazioni che seppur pubbliche vorremmo tenere un po’ più riservate, un po’ più nascoste, mentre invece ce le ritroviamo, seppur non in prima pagina, sui motori di ricerca.

Proprio questi spiderbot, o robot, dipende da come li vogliamo chiamare, girano e rigirano, e addirittura arrivano ad indicizzare le chat. Si, proprio le chat.. Un sito d’esempio? Samepoint, motore di ricerca che, digitata una parola, ci permette di trovare riferimenti riguardo quest’ultima cercando tra le conversazioni indicizzate e i commenti registrati.

Questo servizio potrebbe tornare molto utile per trovare citazioni, pareri, riferimenti, opinioni, e perchè no, anche per scoprire le malelingue che ci parlano alle spalle.
Inoltre è disponibile un plugin per il browser, così da inserire Samepoint tra la lista dei motori di ricerca della barra.