
Sakshat: un nome, una delusione. Questo, in estrema sintesi, il pensiero di tutti i geek che si attendevano l’annunciato laptop indiano ultra-low cost che aveva lo scopo di educare la popolazione del vasto Paese asiatico attraverso l’ICT.
Come preannunciato nel nostro precedente post sull’argomento, infatti, allo scetticismo di molti (compreso il celebre Nicholas Negroponte, da tempo impegnato a diffondere l’informatica nei paesi in via di sviluppo, a prezzi bassissimi) si sono affiancati degli inconfutabili dati di fatto, che vedono il “magico” laptop trasformarsi in una semplice “scatoletta” priva di tastiera e display.