Wikipedia accuse corruzione

Wikipedia, corruzione ai piani alti

Wikipedia accuse corruzione

Due dei membri dei piani alti di Wikipedia sono stati recentemente accusati di abuso della propria posizione dopo aver modificato svariate pagine dell’enciclopedia online per fini personali .

Le motivazioni che hanno spinto alla modifica delle pagine interessate sarebbero legate a sponsorizzazioni di vario tipo e diversi enti esterni avrebbero versato apposite somme di denaro al fine di migliroare le informazioni riportate sulle relative pagine di Wikipedia o, ancora, in modo tale da poterne vedere di specifiche direttamente in primo piano.

Nello specifico, Roger Bamkin, amministratore di Wikipedia UK, si occupa anche di pubbliche relazioni e nel corso degli ultimi anni avrebbe apportato modifiche ad alcune pagine dell’enciclopedia libera online per alcuni dei suoi clienti.

Davvero potrebbe nuovamente spuntare Italia.it?

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Sicuramente lo ricordate, perché ne avevamo parlato ampiamente all’inizio dell’anno. Ebbene Italia.it, uno dei simboli degli sprechi ministeriali, potrebbe rinascere dalle ceneri, con un nuovo progetto affidato nientedimeno che a Michela Vittoria Brambilla. La chiusura definitiva del portale era stata decisa il 22 gennaio attraverso un comunicato del capo dipartimento per l’Innovazione tecnologica, secondo cui era meglio chiudere, perché – d’accordo l’ex-ministro per i Beni Culturali con delega al Turismo Francesco Rutelli – “il portale non era più funzionale“.

Secondo quanto riporta un comunicato Michela Vittoria Brambilla, sottosegretario dalla Presidenza del Consiglio con delega al Turismo, avrebbe riferito di aver “assunto la gestione del portale Italia.it”. “Non ve ne posso parlare ora – ha spiegato la Brambilla nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi – la storia è complessa e ho bisogno di un po’ di tempo. Ma ho istituito un comitato per le nuove tecnologie anche per dare una risposta a questi problemi”. A nostro modesto avviso non serve un “comitato per le nuove tecnologie” per capire che negli scorsi anni sono stati spesi sette milioni di euro per ottenere poi un portale poco funzionale, poco accessibile e alquanto imbarazzante.