Apple mette sotto l’albero un sacco di progetti

Il Natale è alle porte e a seguito dell’annullamento dell’Apple Expo di Parigi, la comunità geek è curiosa di sapere cosa ci riserverà l’azienda di Cupertino per il prossimo anno.

Dopo un 2008 nel quale la compagnia si è affermata anche nel vasto mondo dei dispositivi mobili, vediamo quale sarà il futuro di Apple, insomma dove il buon Steve Jobs vuole attaccare i suoi buoi. Rumors sparsi in rete parlano di mirabolanti brevetti multi-touch, nuovi sensori per gli iPhone di prossima generazione, sistemi grafici proprietari e chi più ne ha più ne metta.

ipv6 forse ci siamo

ipv6 forse ci siamo

Una notizia passata molto in sordina, cioè da ieri è attivo per 4 root nameserver il protocollo ipv6. Forse alcuni di voi si staranno chiedendo di che parlo, bene facciamo una breve introduzione. Gli indirizzi internet sono quasi finiti o per meglio dire si esauriranno entro breve e oggi degli oltre 4 miliardi disponibili con il sistema attuale, ovvero l’ipv4, ne rimangono liberi solo il 14 per cento.

Secondo i calcoli del Icann, nel 2011 non ce ne saranno più. Per questo è partita l’attivazione dell nuovo sistema di assegnazione, l’ipv6, che inizierà ad affiancarsi a quello attuale, l’ipv4, per prenderne completamente il posto nel giro di una quindicina d’anni. Il nuovo sistema metterà a disposizione un numero altissimo di indirizzi identificativi, pari a due elevato alla centoventottesima potenza o, se preferite, 3,4 per 10 alla trentottesima (con l’ipv4 siamo a 2 alla 32esima). Insomma c’è ne sarà un pò per tutti.

Tremila computer galleggianti per prevedere i cambiamenti climatici

Mare

Oggi, Domenica Martedì, per prendere un po’ di respiro voglio parlarvi di un bel progetto, chiamato Argo, che attraverso l’utilizzo di circa tremila computer dislocati nei mari e negli oceani del mondo aiuta i ricercatori a studiare i cambiamenti climatici, monitorando costantemente la temperatura delle acque e le correnti oceaniche.

Il progetto, come vedete nella foto, utilizza migliaia di piccoli apparecchi galleggianti che forniscono ai server informazioni in tempo reale anche dalle parti più remote degli oceani. Nato nel 2000, Argo ha un costo abbastanza elevato: circa 17 milioni di Euro l’anno spesi soprattutto per la manutenzione degli apparecchi. Il lavoro di ogni singolo computer, capace di galleggiare e nuotare, è di fluttuare nelle acque a varie profondità misurando la temperatura, la salinità e la velocità delle correnti.