Myanmar alla ribalta internazionale grazie alla rete. E ora?
La scia di sangue che sta accompagnando la durissima repressione del governo birmano (pardon, del Myanmar) contro le migliaia di persone scese in strada per chiedere maggiore democrazia è stata accompagnata anche, come tutti sapete, da un totale oscuramento dei canali tradizionali d’informazione. Oltre alla “caccia al giornalista” (che ha portato, tra le altre cose, all’uccisione di un fotoreporter), la rete, i blog e le nuove tecnologie si sono rivelati fondamentali, forse per la prima volta, per far uscire dal Paese informazioni sulla tragedia che, altrimenti, non avremmo mai potuto avere.
Da ieri però, purtroppo, è impossibile connettersi a internet praticamente da ogni parte del Myanmar “a causa della rottura di un cavo sottomarino”, spiega il governo (ma sappiamo tutti che non è così). La strategia governativa, infatti, punta a non fare uscire dai confini nazionali informazioni sugli scontri e sulle migliaia di persone imprigionate e pestate a sangue (se non uccise).
I blog aggiornati in tempo reale dal paese asiatico e dagli stati confinanti sono sempre meno, ma comunque alcuni di essi continuano a funzionare e trasmettere informazioni importantissime. E se far uscire notizie dai confini è sempre più difficile, arriva una novità dal cielo: i satelliti geostazionari (quelli che fanno le fotografie per Google Earth, ad esempio) stanno mandando a Terra informazioni utili a capire la vastità degli scontri e della distruzione.
Dalle immagini, in particolare, è possibile notare la sparizione di villaggi interi, il rafforzamento delle strutture e delle presenze militari ai confini del paese, nonché anche la violazione (sono stati registrati oltre settanta casi) dei diritti umani. Internet e le nuove tecnologie, dunque, anche se parzialmente oscurati si stanno rivelando ancora una volta (come già successo in Darfur) vitali per portare a conoscenza dell’opinione pubblica notizie che altrimenti non sarebbero mai arrivate.
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#1Illuminated
Che schifo… è l’unico commento che posso lasciare. mettere fine a delle vite così… non è umano.
#2capitancatarro
innocenti arrestati, morti, teste spaccate… cavoli, sembra quasi il social forum di genova di qualche anno fa! preoccupanti analogie. beh, non proprio precise. qui i black blocks non li hanno nemmeno toccati. scherzi a parte, che non c’è niente da scherzare su queste cose. se l’onu non interviene subito si rischiano massacri tipo quello di srebrenica (se non ci sono già stati, visto che si parla di SCOMPARSA di interi villaggi).
#3Goradan
Rabbrividisco a leggere queste notizie…L’ONU si deve mobilitare e lo deve fare subito…
#4ale
Non vorrei che sembrasse una mera strumentalizzazione politica, ma lo devo dire. Nessun Tg, nessun giornale (escluso Il Giornale) ha avuto il coraggio di spiegare le radici della dittatura birmana. Radici che sono comuniste, radici che affondano nell’illusione del socialismo reale. Non è un regime fascista, come l’ho sentito chiamare alla radio. Lo ripeto, è comunista! Una delle ultime Nazioni (Italia inclusa), dove uno o più partiti comunisti reggono un governo.
Solidarietà al popolo Birmano!
#5Mangiucugna
Che in italia governino i comunisti è tutto da dimostrare, ne è convinto solo Berlusconi, semmai governani i democristiani di sinistra.
Comunque che differenza fa il colore di una dittatura?? La repressione la violenza e le uccisioni hanno solo un colore quello del sangue e la morte.
Quindi cerchiamo di andare oltre certe baggianate retoriche sui comunisti che mangiano i bambini e magari soffermiamoci a pensare perché l’ONU è uno strumento ormai inutile chiuso dentro i veti incrociati di 5 nazioni, immobile anche di fronte a verità come queste. Di fronte a religiosi inermi e che urlano “pace” mentre gli sparano…
Questo è il problema…
#6Basta
Il silenzio più vergognoso è quello di chi parla a comando delle “rivoluzioni” pacifiche adocchiate dai media e TACE dei tanti morti quotidiani in altre parti del mondo, dove operano guarda caso anche militari italiani, come l’Afghanistan per fare un esempio.
BASTA con questa spocchia pseudo-democratica.
BASTA con questa indignazione perbenista e ipocrita.
#7mauro peron
La Birmania e’ un esempio di come la repressione totalitaria possa agire in un intero stato di milioni di persone.La Cina popolare segue lo stesso criterio.
Non per niente ostacola sino al limite del criminale le sanzioni ( che gia’ di per se sono poca cosa nell’immediato).
Definisce un affare interno del Mianmar tutto quello che sta accadendo sterminio,violenze etc..
Ora iniziate a capire come mai TAIWAN ( o isola di Formosa) veda con terrore e raccapriccio anche la sola IPOTESI che venga a essere riunificata con la Cina popolare?