Tremila computer galleggianti per prevedere i cambiamenti climatici
Oggi, Domenica Martedì, per prendere un po’ di respiro voglio parlarvi di un bel progetto, chiamato Argo, che attraverso l’utilizzo di circa tremila computer dislocati nei mari e negli oceani del mondo aiuta i ricercatori a studiare i cambiamenti climatici, monitorando costantemente la temperatura delle acque e le correnti oceaniche.
Il progetto, come vedete nella foto, utilizza migliaia di piccoli apparecchi galleggianti che forniscono ai server informazioni in tempo reale anche dalle parti più remote degli oceani. Nato nel 2000, Argo ha un costo abbastanza elevato: circa 17 milioni di Euro l’anno spesi soprattutto per la manutenzione degli apparecchi. Il lavoro di ogni singolo computer, capace di galleggiare e nuotare, è di fluttuare nelle acque a varie profondità misurando la temperatura, la salinità e la velocità delle correnti.
La temperatura, in particolare, è cruciale per misurare la crescita del livello del mare (e, quindi, prendere precauzioni per tempo per evitare che zone della Terra vengano lentamente sommerse col passare degli anni). Ogni apparecchio, che raggiunge profondità anche di duemila metri, ogni dieci giorni risale in superficie per inviare via satellite le informzioni raccolte. Un “computer nuotante” è costituito da un’antenna satellitare con i propri circuiti di trasmissione, un termometro, un disco di stabilità, un piccolo motore, una batteria e varie pompe idrauliche; pesa 25 chilogrammi ed è alto 2 metri circa.
Ogni apparecchio costa quasi 21mila Euro ed è in grado di compiere un ciclo intero (immersione, raccolta dati, emersione) circa 150 volte. Per il posizionamento e l’invio di informazioni vengono utilizzati sia i normali satelliti (Gps) che quelli Iridium e Orbcomm. Un’altra piccola dimostrazione di come, utilizzando la tecnologia per scopi benefici, è possibile tentare di salvare il mondo dall’aggressione umana.
Via | Slashdot/a>
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#1MARK
ma oggi non è domenica
#2nop
Ma di questi 3000 computer non ne è scomparso nessuno? In fondo in mare vale la regola che chi trova, tiene 🙂