Internet, situazione disastrosa in Italia: siamo il fanalino di coda dell’Europa e il 56% non utilizza la Rete
La pessima situazione economico-politico-culturale in cui versa il nostro paese ormai da diversi anni sta incidendo anche – non poteva non essere così – sullo scarso livello di avanzamento tecnologico, che ci porta, dati alla mano, ad essere in ritardo sulla media dell’Europa a 27 anche sull’utilizzo dei servizi online. È quanto merge dal rapporto annuale dell’Assiform (l’Associazione italiana dell’Information Technology), in cui si sottolinea, però, che l’Italia, nonostante i ritardi, “è in compenso seconda in Europa quanto a quota di popolazione con elevate capacità di utilizzare internet: il 9 per cento, subito sotto la Francia (12 per cento) e sopra la media europea (8 per cento).
Ma parliamo delle brutte notizie: nella Pubblica Amministrazione, ad esempio, la rete viene utilizzata al 17 per cento, a fronte di una media europea del 30 per cento (siamo, quindi, sotto e di molto!), con un gradimento dei cittadini in diminuzione per quanto riguarda i servizi offerti in rete. La situazione non è migliore se si guarda al mercato: l’internet banking è utilizzato solamente dal 12 per cento della popolazione, rispetto al 25 per cento della media europea; l’e-commerce sviluppa il 2 per cento del totale delle vendite al dettaglio, mentre la media europea viaggia a quota 11 per cento (ma qui lo sappiamo qual è il problema, e ne abbiamo più volte parlato: spesso i beni acquistati non arrivano a destinazione!).
Infine, la percentuale di popolazione che non usa internet, pari al 56 per cento, è la più alta, portando così l’Italia ad essere fanalino di coda, di fronte a una media europea del 40 per cento. “Questa fotografia dell’Italia – spiega il presidente dell’Assinform Ennio Lucarelli – esprime il grave ritardo d’innovazione in cui ci troviamo rispetto ai nostri partner europei, ma anche le potenzialità inespresse che ci caratterizzano. Da una parte – continua – vi sono il progressivo invecchiamento demografico e un sistema formativo non all’altezza delle sfide tecnologiche, che mantengono oltre la metà della popolazione italiana lontana dalle facilitazioni e dai vantaggi dei servizi internet; dall’altra, l’emergere di una consistente parte della popolazione fortemente attratta dalle nuove tecnologie”.
Il processo di digitalizzazione del Paese, dunque, starebbe avanzando in modo frammentario e discontinuo, privo di una politica economica capace di puntare sull’information technology in termini strategici, come invece è avvenuto e avviene in altri Paesi. Che ne pensate? Qual è la situazione nella vostra città, nella vostra azienda o nella vostra famiglia? Potete portare degli esempi che confermano l’ipotesi dello studio dell’Assinform, o che invece la contraddicono?
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Internet, Problematiche, Statistiche Tags: Italia, |
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#1Matteo_M
Sempre il fanalino di coda…
Però, c’è da dire “pochi ma buoni”…
#2krayen
e chi si stupisce?
se non abbiamo una copertura decente dell adsl in italia.
io a casa mia nn ce lho ancora!!!!!!
possiamo arrivarci a capire di ki è la colpa.
come fa uno con la 56k a fare ecommerce o altro????
ti passa la voglia
#3Nicola
Ma proprio non lo sapevo!
Andatelo a dire a LUCIANI & Company…..
#4Anders
Il riferimento all’e-commerce; la rete stenta ancora a sostituire il negozio sotto casa perchè su un acquisto su internet gravano spese quali contrassegno e sopratutto spese postali che rendono l’acquisto non conveniente.
Secondo me i venditori on line non vogliono capire che per forza di cose, on line, i margini di guadagno devono ridursi perchè su internet si riducono i costi fissi.
Internet deve diventare un canale di vendita con le sue regole, non può essere semplicemente un modo per “arrotondare”, assoggettandolo alle stesse regole ed agli stessi ricarichi di una vendita in negozio.
Questa invece è pressochè la regola perchè su internet il prezzo della maggior parte dei beni, una volta aggiunti i costi di spedizione superano abbondantemente il prezzo dello stesso bene in un negozio reale e questo non è accettabile. Perchè mai dovrei comprare un bene on line che, alla fine, aggiunte le spese di spedizione, mi costa di più che acquistarlo in negozio? Solo perchè chi lo vende vuole guadagnarci quanto un prodotto venduto al suo bancone?
Ripeto, i venditori devono mettersi in testa che il prodotto on line, comprensivo delle spese di spedizione DEVE essere concorrenziale rispetto ad un prodotto off line, finchè non capiremo questa semplice regola, dubito che le vendite on line decolleranno.
#5Niki
certo!!! con quello che sono le tariffe in italia….
#6Sguairo
Nella mia famiglia siamo in 5 e abbiamo un computer a testa ed almeno indirizzo Email a testa, una linea Wireless ad alta velocità e una rete LAN per condividere File.
Nella azienda di famiglia abbiamo uffici pieni di PC con rete Wireless e LAN per la condivisione, abbiamo un archivio Online due siti internet e due indirizzi Email, utilizziamo per tutti i nostri conti bancari l’internet Banking e gli ordini li facciamo da internet se è possibile, se non è essere informatizzati questo!
Però effettivamente è vero siamo un paese arretrato, il Wi-Fi è inesistente in luoghi pubblici non c’è un hot-spot neanche in stazioni o aereoporti è vergognoso, se lo stato non investe nelle innovazioni è fatica che la gente sia tecnologicamente all’avanguardia, l’input deve partire dall’alto, ed il fatto che siamo il secondo paese in europa di gente “esperta” per quanto riguarda il web è la dimostrazione che la gente informatizzata lo è perchè lo vuole essere non perchè è portata ad esserlo, e questa cosa ci porterà ad essere un paese vecchio e senza risorse.
#7ferdinando
ci credo che siamo gli ultimi per l’e-commerce
da noi le spedizioni ono tra le più care al mondo, arrivano a 15€ per farsi spedire un pacco a casa, costa più poco farsi arrivare qualcosa dall’inghilterra che da un paese dell’italia magari a 200 Km da casa nostra
#8Moviem@tica
Ti faccio un esempio pratico.
Ieri ho modificato le coordinate bancarie della mia domiciliazione di Fastweb e ho potuto farlo via Internet, dal mio account, come mi aveva preannunciato la signorina del call center a cui avevo chiesto…
Tutto perfetto? No.
Ho modificato le coordinate via Internet e mi è arrivato nella casella di posta un nuovo modulo con le nuove coordinate bancarie e L’INDICAZIONE DI SPEDIRLO VIA FAX ALL’UFFICIO COMPETENTE.
Un pdf era una soluzione troppo avanzata, probabilmente, anche se il modulo da spedire via fax mi è arrivato già in pdf.
#9ManOwar
E’ vero che siamo uno schifo, sono d’accordo con tutti voi che non c’e’ niente che aiuta questa alfabetizzazione informatica nel nostro paese. Pero’ bisogna anche considerare che siamo anche uno dei paesi con la maggiore presenza di vecchi in europa e questo di certo non aiuta.
Sicuramente e’ piu’ facile far piacere il computer ad un ragazzino di 12 anni(che dopo i primi minuti continuera’ da solo ad usarlo) piuttosto che ad una persona dai 50 anni in su.
#10Moviem@tica
Sì, ma il punto è proprio questo:
una persona dai 50 anni in su non è vecchia, è una persona che ha ancora davanti a sé almeno 10 anni di vita lavorativa e presumibilmente almeno 25 anni di vita biologica (andando per difetto).
Che li viva tutti e 25 fuori dal mondo è pericoloso e controproducente per sé e per gli altri.
#11Sguairo
Quoto pienamente Moviem@tica!
Però la volontà deve venire anche da parte loro, oltre che dallo stato e dagli enti che devono agevolare l’assimilazione delle innovazioni, perchè se non ci si mette un pò di impegno e voglia di innovarsi e stare al passo col mondo è un pò fatica, speriamo di migliorare con il tempo e con le nuove generazioni, e speriamo che imparino ad usare il PC per cose davvero utili e per facilitarsi la vita piuttosto che usarlo per le solite – passatemi il termine – “cagate” per il quale viene spesso utilizzato, faccio un esempio, conosco gente di 20 anni che ha un PC personale, lo usa, ma per le solite sciocchezze come messenger e social network, poi scopri che non è in grado di scaricare ed installare un programma da internet, e parlo di gente di 20 anni sia chiaro! Da mettersi le mani nei capelli!
Belli questi articoli riflessivi D@di, mi piacciono!
#12Moviem@tica
Io penso debba venire prima di tutto dalle persone, poi dallo Stato.
Ma la maggior parte delle persone di oltre 40/45 anni pensa che non riguardi più né lui né il suo lavoro tenersi al passo coi tempi, anzi.
Senza diventare hacker, sapere usare il pc sarebbe fondamentale anche solo per non intasare continuamente sportelli e uffici pubblici con pratiche e richieste che si potrebbero fare tranquillamente da casa via Internet, per non parlare delle poste e delle banche!
#13ixiodor
E MENOMALE CHE SIAMO POCHI AD USARE INTERNET! con lo schifo che c’è e la poca competizione andremmo tutti su 1kb/s.
#14rugantino
1)basta confrontare i prezzi adsl con gli altri stati
2)basta confrontare la copertura e la velocita (qui il cittadino medio ha alice 7 mega in francia ad esempio fibra ottica e wi-fi da ogni angolo sperduto)
3)non meno grave è la situazione della privacy
#15Andrea
Che paese di merda, ho fatto proprio bene ad andarmene. paese marcio!