Fino a qualche tempo fa l’arte era appannaggio prettamente umano, da oggi grazie a Sylvain Calinon e al suo team di ricercatori, è nata la versione 2.0 di Portraitist Robot, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Salvador DaBot.
La prerogativa di questo piccolo bot baffuto è di dimostrare che l’arte, aiutata dalla scienza, può scaturire anche dalle mani robotiche di un automa.
L’idea può sembrare banale e ricordarci quelle macchinette ruba-soldi che nei centri commerciali attirano nuvole di bambini attratti dai ritratti di scarsa qualità che sputano dall’apposita fessura ma in realtà la questione non è così semplice.
Salvador DaBot non si limita a scattare una foto al soggetto e ad applicarvi dei filtri artistici ma esegue progressive scansioni per determinare il contorno della figura, la luce e la colorazione del soggetto per poi successivamente disegnare su carta il ritratto in base alle gradazioni di grigio rilevate infine, per rendere più artistico il disegno, vengono tralasciati i particolari più superficiali.
Grazie ai movimenti umani simulati, DaBot vi darà realmene l’impressione di essere un artista all’opera. Come potete vedere dall’immagine qui sopra il risultato è decisamente buono. Per saperne di più e vederlo all’opera cliccate qui.
#1Salmen
aspettate fra qualque anno ci comanderrano loro….
#2Hill
Fra qualche anno non ci sarà più distinzione tra uomo e macchina, nel senso che saremo tuttuno, quindi nessuna comanderà su nessuno.
#3Jazia
@Hill
sì, saremo tutti un pò più cyberpunk! 😀