Dalla Commissione Giustizia del Senato ci arrivano nuove fulgide indicazioni su come i padri dei disegni di legge idioti intenti a limitare la libertà di espressione su Internet siano sempre gravidi e sfacciati, per nulla imbarazzati ad esporre in pubblico le proprie idee anacronistiche e repressive.
Questa volta a minacciare l’informazione su Internet è Alessio Butti, Senatore del Pdl padre di un disegno di legge che vieta di “utilizzare” su Internet le informazioni provenienti da giornali e riviste se prima non si sigla un accordo fra le parti coinvolgendo le associazioni di categoria.
“L’utilizzo o la riproduzione, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, di articoli di attualità pubblicati nelle riviste o nei giornali, allo scopo di trarne profitto – recita il DDL Butti – sono autorizzati esclusivamente sulla base di accordi stipulati tra i soggetti che intendano utilizzare i suddetti articoli, ovvero tra le proprie associazioni di rappresentanza, e le associazioni maggiormente rappresentative degli editori delle opere da cui gli articoli medesimi sono tratti”.
Cosa intenda il disegno di legge con “utilizzo” delle informazioni non è ancora chiaro ma in un quadro a tinte oscene, come quello che dipingerebbe nel panorama legislativo italiano l’approvazione di una norma del genere, non è difficile immaginare che l’intento di Butti sia quello di vietare tutto: citazione di stralci di articoli, indicizzazioni o anche semplici link.
A questo punto, non ci resta che sperare nel buonsenso dei nostri legislatori. Il DDL Butti dovrebbe essere discusso a breve e ci sono buone probabilità che il tutto sia cestinato o tramutato nel “solito” ciclo di audizioni che finirà col far cadere la norma nel dimenticatoio. Almeno si spera.
[Via | Wired] [Photo Credits | Sehat Internet]
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Ma ancora non lo hanno capito che ogni disegno di legge di questo ignobile tipo sono destinati a soccombere?
mah sono un pochetto masochisti questi senatori, parlamentari o altri esponenti di questa grande cricca di buffoni.
#2TheQ.
ho perso il conto del numero di volte che hanno cercato di creare una leggina vaga con cui fare ricorsi in tribunale e mettere in galera i blogger… perchè alla fine questo è l’interesse dei politici italiani per internet, dato che perdono su tutta la linea nei social network.