Mediante un apposito tweet pubblicato sul proprio account Twitter il gruppo hacktivista Anonymous ha detto formalmente e definitivamente addio a Wikileaks.
Dopo oltre due anni di sostegno, di azioni dimostrative e di attacchi online alle istituzioni incolpate di aver abbandonato Julian Assange ed il suo portale e di essersi rivoltate contro alcune ore fa Anonymous ha dichiarato di non volersi più dedicare alla faccenda.
Il motivo della scelta fatta da Anonymous è, a quanto pare, imputabile alla direzione presa da Wikileaks, sempre più concentrato sulle sorti del suo fondatore che sulla diffusione di informazioni.
Connessa alla questione missione di Wikileaks vi è poi un altra importante ragione che ha portato Anonymous a dire addio ad Assange e alla sua iniziativa: le sempre maggiori contraddizioni dei metodi di raccolta dei fondi.
Wikileaks, infatti, ha messo in atto un paywall in forma anonima per raccogliere fondi, una pratica questa che gli hacker hacktivisti, che sino ad ora hanno inoltre saputo distinguersi per i loro attacchi ai sistemi di pagamento che avevano scelto di non fornire più il proprio contributo tecnico a Wikileaks conseguenzialmente al Cabelgate, non sono riusciti ad accettare.
Nello specifico, qualche giorno fa sul portale Wikileaks è stato inserito un banner mediante cui effettuare una donazione all’organizzazione in perenne crisi economica.
Molti utenti hanno però lamentato problemi all’accesso alle notizie senza mettere mano al portafogli, una condizione questa che si è rivelata come tutt’altro che gradita al gruppo di hacker attivisti che proprio mesi fa avevano stretto un accordo con Wikileaks per la diffusione di materiale segreto.
In merito alla questione pagamento Wikileaks ha comunque provveduto a difendersi sottolineando il fatto che il sistema di pagamento adottato non è un paywall né si tratta di un qualcosa di esclusivo.
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#1TheQ.
e senza anonimous, wikileaks è fregat…
#2TheQ.
lol, ogni volta giorni e giorni per la pubblicazione del commento. Mistero…