La riproduzione in streaming dei brani musicali sta iniziando a dare i suoi buoni segnali per la lotta alla pirateria o almeno così sembrerebbe stando a quelli che sono gli ultimi dati emersi da una recente analisi a stelle e strisce.
A quanto pare, infatti, il numero complessivo degli utenti che si servono di servizi P2P per effettuare il download di musica online è diminuito, tra il 2011 e il 2012, di circa il 17% e, di conseguenza, anche il volume dei file musicali scaricati in maniera illegale dai servizi in questione è calato di circa il 26% in un solo anno.
A fornire i dati in questione è l’NPD che mediante un apposito studio ha illustrato come l’attività illegale di download su P2P stia diminuendo ogni giorno di più, un dato questo che, naturalmente, va tutto a favore dell’industria e, sopratutto, delle major.
In linea generale ad essere in calo sono tutte le varie ed eventuali attività inerenti la condivisione della musica in modo non legale.
Per l’industria della musica, che sta lottando contro la pirateria digitale da oltre un decennio, l’anno scorso è stato un anno di progressi. Negli ultimi anni abbiamo visto una minore attività P2P, perché l’industria della musica ha usato i contenziosi per spegnere Limewire e altri servizi; molti tra coloro che hanno continuato a usare i servizi P2P hanno riportato un’esperienza d’uso povera, a causa dei dilaganti spyware e virus sui siti P2P illegali.
Nel dettaglio ad essere in netta diminuzione sono il numero di utenti che sfruttando un CD originale prestato da amici o parenti per masterizzarlo, sono in calo il numero complessivo di file musicali scambiati da hard disk ed anche quello del download delle canzoni preferite dai servizi online.
Il merito di tutto ciò è da attribuire, a detta di NDP, alla sempre maggiore diffusione dei servizi di musica in streaming come, ad esempio, Spotify, da poco disponibile anche in Italia, e Rdio.
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