Il South China Morning Post ha pubblicato una nuova intervista ad Edward Snowden, l’ex tecnico della CIA auto-denunciatosi “talpa” del caso PRISM. Il pezzo, pubblicato nelle scorse ore, non riporta la data del colloquio ma risulta ugualmente significativo per i dettagli che contiene, sia sulla vita del ventinovenne “fuggitivo” sia sulle attività di spionaggio condotte dalla National Security americana.
Snowden, come ormai noto, si è rifugiato ad Hong Kong ed in questi aggiorni appare irreperibile. Il suo stato d’animo è di chi non si sente al sicuro e si schernisce di fronte alla definizione di eroe, ma non c’è ombra di ripensamenti nelle sue parole. “Chi crede che io abbia sbagliato scegliendo Hong Kong – ha dichiarato l’ex collaboratore della CIA – ha frainteso le mie intenzioni: io non sono qui per nascondermi dalla giustizia, sono qui per svelare un crimine … Credo nella libertà d’espressione. Ho agito in buona fede ed è semplicemente giusto che il pubblico si faccia la propria opinione”.
Il giovane, attuale in cima alla lista dei ricercati da parte delle autorità USA, ha confermato che le attività spionistiche di NSA ed FBI avevano come oggetto anche la Cina ed Hong Kong. Le autorità statunitensi attaccavano – lì come altri Paesi del mondo – le spine dorsali delle reti (grandi router Internet) per ottenere accesso alle comunicazioni di centinaia di migliaia di computer senza doverli violare individualmente.
Questo, secondo Snowden, dimostra “l’ipocrisia del governo americano quando afferma che non prende di mira infrastrutture civili, a differenza di quanto fanno i suoi nemici. Non solo lo fa, ma teme così tanto che si sappia che ha intenzione di usare ogni mezzo, anche l’intimidazione per vie diplomatiche, per evitare che queste informazioni siano rese pubbliche”.
A tal proposito, la “talpa” del caso PRISM ha denunciato delle pressioni degli USA nei confronti di Hong Kong per la sua estradizione ma al contempo si è detto fiducioso sul comportamento che terranno le autorità locali nei suoi confronti. Per Hong Kong, d’altronde, vige l’accordo con gli Stati Uniti firmato nel 1996 nel quale viene previsto che entrambe le parti possano rifiutarsi di consegnare una persona in caso di reati politici.
Vedremo come si evolverà la situazione. Intanto è scoppiata una polemica fra lo stesso Snowden e i giornali che stanno pubblicando le slide (precedentemente top-secret) relative al programma PRISM: il Guardian e il Washington Post . Sulle 41 slide consegnate dal giovane tecnico ai giornalisti di entrambe le testate, infatti, ne sono state pubblicate solo 5 mentre Snowden si era premurato di chiedere la pubblicazione immediata di tutto il materiale.
I giornalisti ribattono di non aver dato questo tipo di garanzie a Snowden e di essere liberi di gestire le slide come ritengono più opportuno, ma c’è chi comincia a sospettare di pressioni da parte del governo USA, soprattutto per una di queste slide che conterrebbe “informazioni specifiche sulla NSA“, come riportato su Twitter da Glenn Greenwald del Guardian.