Dev’essere stata l’aria del Natale, con il suo sapore d’altri tempi e quell’amabile voglia di non fare una mazza, a guidare i nostri governanti in questo periodo. E già, perché ce la stanno mettendo davvero tutta per apparire anacronistici e fuori luogo. Si stanno impegnando più del solito – e non è facile – per rendere difficile la vita a noi, poveri utenti, e alle aziende che operano sul Web.
Dopo la controversa Web tax (o Google tax) approvata dalla Commissione Bilancio della Camera, siamo infatti qui a parlarvi di una nuova norma che potrebbe portare l’Italia a fare non uno ma dieci passi indietro sul fronte della cosiddetta regolamentazione del Web. Ci riferiamo al nuovo disegno di legge sull’editoria approvato da Consiglio dei Ministri e che vorrebbe costringere i motori di ricerca a pagare i giornali per indicizzare i loro contenuti e proporli nei servizi di news, come Google News.
Nel ddl si legge che «Laddove sia stata apposta dichiarazione di riserva, la riproduzione, la comunicazione al pubblico e in ogni caso l’utilizzazione, anche parziali, in ogni modo o forma, ivi compresa l’indicizzazione o aggregazione di qualsiasi genere, anche digitale, di prodotti dell’attività giornalistica, compresi la forma e il contesto editoriali, pubblicati a stampa, con mezzi digitali, tele-radiodiffusi o messi a disposizione del pubblico con altri mezzi, è consentita solo previo accordo tra il titolare del diritto di utilizzazione economica dei prodotti medesimi, ovvero le organizzazioni di categoria dei titolari dei diritti a ciò delegate, e l’utilizzatore, ovvero le organizzazioni di categoria degli utilizzatori a ciò delegate. In mancanza di accordo sulle condizioni anche economiche dell’utilizzazione, dette condizioni sono definite dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, su istanza della parte interessata.»
Come potete notare, il testo, con la sua terminologia lascia adito a gravi fraintendimenti che potrebbero coinvolgere gli utenti nell’obbligo di accordarsi con i giornali per la semplice condivisione di un testo soggetto a copyright su Facebook o per la riproduzione, seppur parziale, di un articolo di giornale su un blog.
Nel caso in cui le regole stabilite dal disegno di legge non vengano rispettate da Google (o dal Sig. Mario Rossi, a questo punto) è previsto che la palla passi ad AGCOM che, dietro richiesta della parte lesa, dovrebbe decidere il compenso economico da destinare al giornale colpito da violazione del diritto d’autore. Un altro compito per l’Agenzia Garante delle Comunicazioni, che di recente ha già fatto parlare di sé per il nuovo regolamento sul copyright online facendoci temere – ancora una volta – per la libertà di espressione in Rete.
Vi terremo aggiornati sul percorso di questo ddl, sperando di non doverne parlare ancora a lungo.
[Photo Credits | Agenziami]
#1Dan
Che vergogna…
#2Carlo
Prima delle feste questi si sono già ubriacati… assurdo -.-
#3krima
Basterebbe che i motori di ricerca eliminassero i giornali dai lori indici e la situazione si ribalterebbe…
#4Luca
Bene, allora via da google news tutti i giornali che vogliono essere pagati! voglio vedere in quanti vogliono perdere la visibilità che hanno ora!
e sopratutto VIA I FINANZIAMENTI ALL’EDITORIA!!! se scrivete cose veritiere la gente vi cercherà e vi finanzierà con contributi spontanei e acquisterà i vostri giornali, altrimenti sarete destinati a chiudere!
Non si può più andare avanti così! la gente è stufa, si informa meglio e non fa più finta di nulla.
#5Krokko
@Luca: Perfettamente d’accordo. A Google non gliene fa un baffo di questa legge, semplicemente non rimanderà più ai siti dei giornali, e loro che si attacchino (a cosa non saprei…). Che pensino piuttosto a ritrovare credibilità pubblicando notizie “vere”, e non soltanto la loro versione dei fatti, e soltanto di quelli che gli fa comodo.
#6Andrea
Arriveranno a frotte ad investire nel nostro paese, dovremo istituire alle frontiere dei blocchi per fermare tutta la massa di investitori che vorranno investire in Italia..OTTIMO, bravissimi!