Nel corso degli anni ci siamo abituati a parlare della sfida Android contro iOS come se fosse una cosa scontata, in corso da secoli. In realtà le cose non stanno proprio così. I sistemi operativi di Apple e Google sono relativamente giovani, e lo stesso si può dire per il concetto di smartphone che abbiamo oggi: con touch-screen, “app” e tastiere virtuali al posto dei tasti fisici.
Nel 2007, solo gli addetti ai lavori conoscevano le reali potenzialità di questi nuovi device e nei laboratori di Cupertino e Mountain View stavano per essere finalizzati dei prodotti destinati a segnare fortemente la storia del mercato tecnologico: il primo si chiama iPhone, il secondo non ha mai visto la luce ed era classificato come Sooner.
Sooner è il codename che gli ingegneri di Google affibbiarono a un telefono che doveva rappresentare il debutto di Android (e del nuovo concetto di smartphone) sul mercato, un dispositivo rivoluzionario, in grado di offrire l’accesso a tutti i servizi di “big G” e far girare applicazioni compatibili con una vasta gamma di telefoni e tablet (con tanto di multi-tasking).
Come mai non vide la luce? Perché, a quanto pare, l’iPhone si presentò al pubblico in maniera molto più “cool” e completa di quanto non si aspettassero dalle parti di Mountain View.
Nel libro “Dogfight: How Apple and Google Went to War and Started a Revolution”, il giornalista Fred Vogelstein di “Wired” racconta in maniera molto appassionante quello che accadde il giorno della presentazione del primo melafonino mettendo in evidenza le reazioni che gli sviluppatori del Sooner ebbero quando Steve Jobs mostrò al mondo le potenzialità del suo telefono.
Il papà di Android, Andy Rubin, si trovava in auto a Las Vegas (in occasione del CES) e, accostando la macchina in cui stava viaggiando, disse ai suoi colleghi: “Cazzarola, a quanto pare non venderemo più questo telefono”. Il riferimento era proprio al prototipo di Sooner, che non aveva un touch-screen e somigliava molto più a un vecchio BlackBerry che a un iPhone.
Chris DeSalvo, ex-ingegnere di Google, ricorda la sua reazione a quanto visto al MacWorld 2007 dicendo:
“Come consumatore ero sorpreso. Ne volevo uno [di iPhone] immediatamente. Ma come ingegnere di Google ho pensato ‘Dobbiamo ricominciare tutto daccapo‘. Quello che avevamo fatto fino ad allora sembrava così… anni 90. È una di quelle cose che ti appaiono scontate solo dopo che le hai viste.”
A quel punto, le priorità di “big G” cambiarono. Venne così portato al centro dello sviluppo di Android Dream, un altro prototipo di smartphone al quale gli ingegneri stavano lavorando da qualche settimana e che, a differenza del Sooner, presentava un touch-screen senza tastiera fisica.
A onor del vero, ci sono anche delle voci leggermente contrastanti, come quella dell’ingegnere Google Dianne Hackborn, secondo cui il prototipo Sooner era stato messo da parte prima della presentazione di iPhone. Ad ogni modo, come siano andate a finire le cose lo sappiamo un po’ tutti: Android si è fatto pian piano le ossa fino a diventare il sistema operativo più diffuso del mercato smartphone, mentre iPhone continua a essere uno dei terminali più venduti al mondo macinando miliardi di dollari ogni anno.