Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha tenuto un discorso pubblico nel quale ha annunciato i suoi piani di riforma della NSA dopo lo scandalo datagate svelato al mondo da Edward Snowden. Il numero uno della Casa Bianca ha difeso il ruolo dell’agenzia per la sicurezza nazionale a stelle e strisce, spiegando che grazie al suo lavoro sono state salvate molte vite, ma ha ammesso la necessità di renderla meno invasiva. A tal scopo, è stato previsto che i metadati delle telefonate vengono raccolti solo in casi di reali minacce contro gli USA, che non vengano più spiati i leader dei Paesi alleati (a meno che non ci sia una causa che riguardi da vicino la sicurezza nazionale) ma non è stato fatto alcun accenno ai dati raccolti sul Web.
Obama non ha parlato dei metadati delle email, degli SMS e dei data center appartenenti alle tech companies che la NSA ha spiato per raccogliere informazioni nel corso degli ultimi anni. Particolare che non è sfuggito nemmeno a Julian Assange, storico fondatore di Wikileaks, che in collegamento con la CNN dall’ambasciata ecuadoriana a Londra ha commentato il discorso del Presidente USA definendolo “imbarazzante” perché “non ha detto nulla” e perché “Barack Obama non avrebbe fatto nulla oggi se non ci fossero state le rivelazioni di Edward Snowden.”
Il discorso completo di Barack Obama sulla riforma della NSA.
Reazioni – decisamente meno forti – al discorso sulla riforma della NSA sono arrivate anche dalle tech companies. Ecco uno stralcio del comunicato congiunto rilasciato da Google, Yahoo, LinkedIn, Facebook, AOL, Apple, Microsoft e Twitter:
Gli impegni delineati dal presidente Obama rappresentano un progresso positivo su varie questioni chiave, tra cui la trasparenza del governo, cosa sarà consentito alle aziende di rilevare, l’estensione della privacy per i cittadini non statunitensi e la riforma della FISA. Restano da affrontare dettagli cruciali su questi temi e saranno necessari ulteriori passaggi su altre questioni importanti, quindi dovremo continuare a lavorare con l’Amministrazione e il Congresso per mantenere lo slancio per riforme coerenti con i principi che abbiamo delineato nel mese di dicembre.
In realtà, secondo quanto riportato da siti come VentureBeat, le tech companies avrebbero espresso maggior disappunto sul discorso del Presidente rispetto a quanto si potrebbe evincere dal comunicato. Per molte di queste aziende, è una delusione che Obama si sia concentrato quasi esclusivamente sui metadati telefonici. In particolare, Obama non ha nemmeno accennato alle intercettazioni effettuate dal governo sui cavi in fibra ottica di Google, Yahoo, e i data center di altre tech companies.
“[Obama] Non ha portato a nulla circa la cifratura delle comunicazioni o le intenzioni del governo di smettere di toccare direttamente i nostri cavi. Non ha affrontato il problema in nessun modo e non ha detto se le agenzie di intelligence saranno in grado di minare la sicurezza delle aziende”, avrebbe detto una fonte molto vicina alle compagnie hi-tech coinvolte nel datagate.
Insomma, c’è il forte rischio che quello di Obama rimanga solo un discorso (nemmeno fra i suoi migliori) sulla necessità di rendere meno potente l’agenzia nazionale per la sicurezza americana, senza alcun risvolto pratico o conseguenze al limite dell’irrilevanza sulla mole di dati raccolti dalla NSA. Ma forse questo lo sapevamo già da tempo, discorso o non discorso.
[Repubblica] [Photo Credits | White House]