Dopo il boom dei dispositivi mobili, la prossima “big thing” in campo tecnologico dovrebbe essere la cosiddetta Internet delle cose, ossia oggetti diversi da smartphone, tablet, computer ecc. capaci di connettersi a Internet e trasmettere/recuperare informazioni in maniera intelligente. Qualche esempio di ciò – tanto per citare Wikipedia – potrebbero essere delle scarpe da ginnastica che trasmettono tempi, velocità e distanza online per gareggiare con altre persone sparse in giro per il mondo, piante che comunicano all’innaffiatoio quando è il momento di essere innaffiate, vasetti di medicine che avvisano i familiari se qualcuno si dimentica di prendere il farmaco e così via.
Questo mercato, secondo recenti stime potrebbe raggiungere gli 8,9 triliardi di dollari entro il 2020 e c’è da scommettere che nessuno degli attuali giganti del settore hi-tech vuole lasciarselo sfuggire. Nemmeno Microsoft, che stando alle ultime indiscrezioni circolate in Rete starebbe ristrutturando il suo Internet of Things (IoT) team (ex team Windows Embedded) per spostare il focus dal settore industriale a quello consumer.
Gli indizi di questo cambiamento sono diversi: innanzitutto, Microsoft ha spostato il gruppo Embedded dalla divisione Windows Server a quella più generica di Windows. Poi ci sono state delle importanti new-entry all’interno del team, come quella del director of program management Steve Teixeira che sul suo profilo LinkedIn ha scritto di sviluppare software per la Internet delle cose legata a “dispositivi industriali, wearable device, automobili, elettronica di consumo, ecc.”
Inoltre, ad ottobre Microsoft ha rilasciato la versione 8.1 di Windows Embedded che può essere considerato come il sistema operativo ideale per moltissimi ambiti. Può interagire con i server SQL per la gestione dei dati, con Windows Azure per il cloud, con Bing per le ricerche ecc. Insomma, ha infinite potenzialità che potrebbero essere molto utili proprio in ottica IoT.
L’opportunità, per il colosso di Redmond, è ghiottissima: sfruttare l’Internet delle cose per rientrare in grande stile in quel mercato mobile che attualmente la vede ai margini rispetto a competitor come Google e Apple. Vedremo se saprà sfruttarla a dovere.