Il mondo del web sta cambiando. La clamorosa chiusura di Megaupload ha smosso la realtà virtuale e dopo anni di lotta contro la pirateria, che secondo alcuni non danneggia ma aiuta l’industria dell’intrattenimento, Agcom lancia un nuovo regolamento che mina la libertà di molti portali e, di conseguenza, stravolge l’uso del web.
Il nuovo regolamento, ecco cosa cambia
Fino a poco tempo fa, periodo precedente all’entrata in vigore del regolamento, solo ed esclusivamente l’autorità giudiziaria aveva il potere di chiudere un sito web. Il processo era dunque lungo e abbastanza complesso e non semplice come quello lanciato a partire dal 31 marzo 2014. Adesso Agcom avrà il potere di ordinare la rimozione di contenuti illeciti dalle reti di comunicazione elettronica.
Una rimozione che potrebbe anche essere selettiva, cioè andare ad eliminare dalla pagina internet esclusivamente le opere digitali coperte da diritto d’autore o semplicemente i link che rimandano a questi contenuti. Il titolare del materiale coperto da copyright, in pochi semplici click, potrà anche compilare un apposito modulo on line per inviare una veloce segnalazione all’Agcom in modo da attivare la procedura.
Il regolamento, disponibile sul sito ufficiale dell’Agcom, è molto chiaro e ci permette di capire che in appena 35 giorni dalla segnalazione, il provider dovrà provvedere alla rimozione dei contenuti illegali.
I siti web a rischio
Sono molti i portali che devono temere il nuovo regolamento entrato in vigore da marzo 2014 e tra questi troviamo sicuramente Italia-film, un sito che come tanti altri ospita link per vedere e scaricare film e telefilm. L’obiettivo dell’Agcom sembrerebbe quello di sterminare ogni portale del genere, ma l’impresa, come ben sappiamo, sarà quasi impossibile. Esistono ormai infiniti rimedi per aggirare i blocchi, come ad esempio cambiare i DNS.
Il grido di questi siti web è unanime ed afferma che in realtà l’Agcom dovrebbe scagliarsi contro i siti di hosting che ospitano fisicamente il materiale e non sui portali che mettono a disposizione degli utenti semplicemente dei link, ma questi ultimi sono molto più facili da scovare rispetto ai veri distributori di contenuti illegali.
La procedura è ingiusta, le dichiarazioni delle associazioni a tutela dei consumatori
Il regolamento è giusto o ingiusto? Molte sono le associazioni che hanno deciso di fare ricorso al TAR, come ad esempio Altroconsumo, Assoprovider, Assintel e Movimento Difesa del Cittadino.
Altroconsumo ha spiegato per quale motivo si schiera a sfavore del provvedimento:
La procedura dell’Autorità è ingiusta: un esercizio di repressione sul web che non prevede alcun ricorso alla Magistratura come prescrive invece il nostro Ordinamento e la nostra Costituzione. Da domani (giorno successivo all’entrata in vigore del regolamento, ndr) nel nostro Paese sarà possibile per consumatori e utenti trovarsi cancellati i propri siti internet, i blog, i forum per una ipotetica violazione del diritto d’autore senza che sia neppure comunicata loro in maniera adeguata l’esistenza di una procedura amministrativa di tipo sanzionatorio a loro carico.
Il Regolamento AGCOM appare gravemente viziato sotto molteplici aspetti nonostante una genesi e un dibattito durati più di tre anni, anche all’interno della stessa Authority. Di fatto, è ancora aperta la questione della legittimazione di AGCOM in materia di diritto d’autore data la legislazione vigente.
La promessa che i due pilastri del provvedimento sarebbero stati la promozione dell’offerta legale e l’enforcement non è stata mantenuta: il Regolamento AGCOM si occupa in realtà solo di questo secondo aspetto, la parte dedicata alla promozione del mercato legale appare al contrario blanda, senza alcuna effettività e quindi pressoché inutile.
Solo il Parlamento ha le prerogative per adottare una riforma del diritto d’autore più armonica ed equa che tratti entrambi gli aspetti, privilegiando il rispetto dei diritti dei consumatori nel nuovo contesto digitale; in caso contrario parlare di sviluppo del mercato legale dei contenuti risulterebbe velleitario se non ingannevole.
Ora il Tribunale Amministrativo nell’interesse dei cittadini protegga le prerogative del Parlamento in una materia – come quella della libertà d’espressione in Internet – che assume sempre più una importanza cruciale per la nostra Democrazia.
Per saperne di più clicca qui.
Photo Credits | link