Allo stato attuale delle cose Wikipedia, l’enciclpedia libera del Web, può contare su oltre 37 milioni di lemmi suddivisi in ben 288 lingue. I principali vantaggi di Wikipedia sono indubbiamente la sua facilità di consultazione e la continua connessione tra una voce e l’altra mediante semplici collegamenti ipertestuali grazie ai quali è possibile approfondire gli argomenti.
Considerando dunque il gran successo riscosso da Wikipedia nel mondo e in rete e tenendo anche conto dell’importante ruolo che oggigiorno quest’ultima riveste chiedersi come potrebbe essere la famosa enciclopedia qualora stampata e suddivisa in tomi al pari delle più comuni ed altrettanto celebri enciclopedie su carta appare più che lecito.
A cercare di rispondere a questa domanda ci ha pensato Michael Mandiberg, insegnante al College of Staten Island e al Graduate Center della City University di New York e possessore di una pagina personale su Wikipedia. Al fine di cercare di “vedere quale sarebbe l’aspetto di una cosa nuova trasformata in una cosa vecchia” Mandiberg ha infatti provveduto, in un arco di tempo pari a tre anni, a stampare e raccogliere in 7600 volumi le sole voci in lingue inglese di Wikipedia.
Aiutato da Wikimedia Foundation Mandiberg ha creato il software necessario per convertire in formato stampabile i testi di Wikipedia. Il risultato è stato un file di 11 GB. Con il supporto di Lulu.com, un sito per la stampa on demand, è stato poi allestito il sistema per la produzione dell’enciclopedia.
Secondo i calcoli dall’inizio dell’upload, avvenuto il 18 giugno, ci vorranno circa due settimane di tempo prima di aver completato l’operazione. Al termine i volumi saranno pronti per la stampa su ordinazione. I volumi si potranno acquistare singolarmente a 80 dollari l’uno. Qualora si volesse invece tutta l’enciclopedia sarà necessario pagare un prezzo decisamente ben più alto pari a circa 450 mila euro. Alla spropositata cifra in questione bisogna poi aggiungere l’ingente prezzo in termini di ambiente e di alberi per la carta.
Dall’idea di Mandiberg è inoltre nata una mostra intitolata “From Aaaaa! to Zzzap!” che resterà alla Denny Gallery di New York fino al 2 luglio.
Via | The New York Times