Kernel Linux su iPhone, un piccolo passo per l’uomo un grande passo per l’umanità

Il Dev Team ha fatto cadere l’ennesimo tabù in tema di iPhone, quei geniacci infatti sono riusciti a montate il motore Linux sul melafonino!

L’impresa, portata a termine da planetbeing, è la dimostrazione pratica delle potenzialità del melafonino, oltre ché ovviamente le infinite capacità dei ragazzi del team.

Se pensate già di salutare l’OS di iPhone per Linux, però, abbandonate l’impresa perché l’installazione è oltremodo difficoltosa e delicata ma sopratutto non vi permetterà di sfruttare tutte le funzioni del telefonino di casa Apple. Il team, infatti, è riuscito ad avviare il kernel Linux 2.6, il bootloader e buisybox ma niente di più, non sono infatti ancora attive tutte le funzionalità del telefono.

iPhone firmware 2.2, autonomia ridotta ma con una sorpresa

Brutto periodo per Apple che, dopo essersi fatta gabbare da Google per le API proibite, si trova ad affrontare un problema con il nuovo firmware per iPhone e iPod Touch.

Oltre ai ben noti aggiornamenti e alle migliorie apportate, il firmware 2.2 ridurrebbe l’autonomia dell’iPhone di quasi il 20%, pare infatti che il telefono, in standby, consumi molto di più che con il vecchio firmware.

Il problema sarebbe da ricercarsi in una funzione inserita a sorpresa, già presente nelle precedenti versioni ma ora migliorata ed ampliata, parliamo della possibilità di collegare il melafonino alla TV. Col nuovo firmware, infatti, sono state introdotte numerose migliorie alla funzione TV che ci permette ora di poter sfruttare l’accelerometro anche in modalità TV, ricevere chiamate e persino avere il controllo della riproduzione del filmato.

Nokia, la regina della domotica

Non solo cellulari per la casa finlandese, dopo le recenti notizie dell’abbandono del mercato giapponese, Nokia fa ancora parlare di se per un’innovativa tecnologia che promette di cambiare in meglio le nostre vite.

L’azienda, infatti, ha appena presentato al grande pubblico una tecnologia per il controllo in remoto di ogni apparecchiatura casalinga, un’innovazione della domotica che ci darà il controllo totale della nostra abitazione da qualsiasi parte del globo.

Il progetto, alquanto ambizioso, spunta proprio nel momento in cui l’azienda finlandese vuole dimostrare al mondo di non essere solo una “fabbrica di cellularima bensì un’azienda che fa innovazione e pensa in concreto al futuro.

Entrando nel dettaglio, l’Home Control Center di Nokia si pone l’obiettivo di centralizzare nelle nostre mani, attraverso uno smartphone o un cellulare, il controllo completo di ogni apparecchio della nostra casa. L’uovo di Colombo sta nel fatto che il sistema sfrutta una tecnologia a noi nota e sempre più diffusa, attraverso una semplice rete wireless e un GPS, infatti, potremmo potenzialmente controllare ogni elettrodomestico.

Google, come ti frego la Apple

Come al solito, BigG l’ha fatta franca, in questo caso a metterci il carico c’è anche l’ammissione di colpa e magari anche un pò di ingenutà da parte di mamma Apple.

In molti lo avevano sospettato, ora ne abbiamo la conferma, Google ha violato le regole imposte da Apple per lo sviluppo di software per iPhone utilizzando alcune API non presenti nell’SDK ufficiale.

Ciò nonostante il software è stato distribuito e pare proprio strano che a Cupertino non si siano accorti di niente, i più maligni infatti sospettano che pur di poter dotare i melafonini di software targato Google siano addirittura passati sopra alle proprie ferree regole. Il fatto, ammesso castamente da Mountain View, sta facendo infuriare il popolo di sviluppatori privati e le software house meno blasonate che per l’uso delle stesse API si son visti rifiutare le applicazioni dalle severe commissioni di Apple.

Le API incriminate sono quelle relative al sensore prossimità che permette la funzione che disattiva lo schermo quando stiamo parlando al telefono. I più vispi, infatti, si saranno già accorti che la stessa funzione permette al software di Google di lanciare la nuova ricerca vocale.

OperaMini, al debutto la nuova versione

L’ottimo browser di casa Opera Software debutta con la nuova versione per cellulari. E’ infatti disponibile la release 4.2 di Opera Mini, tutto dedicato al mondo mobile con interessanti novità e migliorie.

Probabilmente vi state già chiedendo se il vostro iPhone potrà provare l’ebrezza di navigare con questo bel browser ma la risposta, almeno per ora è no. Apple infatti ha rifiutato, apparentemente per motivi di concorrenza, di accettare la versione proposta per il melafonino, se avete un G1 invece sarete lieti di sapere che Opera Mini calza a pennello col vostro cellulare.

Scordiamoci le diatribe Apple-Opera Software e veniamo al sodo parlando delle novità apportate dai programmatori in questa release, i possessori di telefoni Samsung saranno felici di sapere che questo nuovo rilascio ha spazzato via quei loro fastidiosi problemi di integrazione del browser, è stata curata di più la personalizzazione dell’interfaccia grazie anche all’introduzione di nuove skin e il supporto di numerose lingue.
Gli amanti dei video apprezzeranno la maggiore compatibilità del browser con gli ultimissimi modelli di cellulare, inlotre, assicurano gli sviluppatori, sono state migliorate le performance mediante un intelligentissimo uso dei server di casa Opera Software.

Facebook, passo falso verso Twitter

Una pessima giornata quella di ieri per il social network più in voga del momento, dopo la proposta di acquisizione al cinguettante Twitter è arrivato infatti un secco no dai vertici aziendali.

Come se non bastasse sta iniziando a circolare una pessima voce che vedrebbe “gonfiate” o quanto meno “bizzarre” le quotazioni di Facebook, pari quasi a 4 miliardi di dollari, un’ascesa a detta di molti troppo veloce e vertiginosa.

Nonostante la proposta economica interessante, 500 milioni di dollari, gli azionisti di Twitter non ci hanno pensato sopra un attimo prima di rifiutare l’offerta. A detta di Twitter infatti la cifra non sarebbe adeguata, come a dire i soldi non bastano, anche perché l’importo è riferito ad un’offerta solo parzialmente in contanti, la restante parte dell’affare sarebbe stata pagata in stock options.

sMeet, per gli orfani di Lively

Giusto qualche giorno fa parlavamo della chiusura di Lively, oggi proponiamo agli orfani della quasi defunta chat di Google, un’alternativa interessante, si chiama sMeet.

Il principio è lo stesso, creiamo il nostro utente, il nostro avatar e lo portiamo a zonzo per le stanze 3D. sMeet a differenza di Lively, però, non prevede l’installazione di alcun software, cosa che farà piacere a molti utenti.

Le possibilità che questa chat offre sono innumerevoli, dalla semplice chiacchierata alla vera e propria videochiamata, per non parlare della possibilità di caricare video di Youtube, ascoltare web radio e divertirsi con quiz e giochini un po’ alla maniera di Facebook ma in 3D.

Guerra dei browser, presto Chrome in versione OEM

Da quando Firefox ha iniziato a scuotere il trono di Internet Explorer, qualche anno fa, si è scatenata una vera e propria guerra tra browser e quando anche Google ha messo in campo il proprio soldato, la guerra si è acuita.

Proprio Chrome, figlio di Google, è pronto a ripartire all’attacco con una notizia bomba. Sundar Pichai, vice presidente della sezione Product Managment di Google, ha dichiarato infatti per Chrome di voler puntare alla pre-installazione con licenze di tipo OEM.

Il progetto, che fa già storcere il naso a casa Microsoft, non è però a breve termine, il team di sviluppatori, infatti, sta lavorando per la realizzazione di Chrome nelle versioni per Linux e Mac, operazione necessaria per muovere guerra a IE e Firefox con più soldati possibili. Dati alla mano questa battaglia ha portato, nel giro di qualche anno, il buon vecchio Internet Explorer a perdere punti importanti. Il 20% degli utenti, infatti, preferisce Firefox mentre un altro 9% circa usa Opera o Safari attestando IE a percentuali di poco superiori al 70%.

Kelkoo in vendita, Yahoo punta a far cassa

Dopo la mancata vendita di Yahoo a mamma Microsoft e il conseguente addio di Jerry Yang, fondatore della compagnia, a Sunnyvale si punta a far cassa vendendo Kelkoo.

La notizia è stata ufficializzata da Pierre Chappaz, ex-CEO di Kelkoo che sul suo blog (in francese) parla della prossima vendita dell’azienda ad una cordata di soggetti privati inglesi.

Kelkoo, comprata per la ragguardevole somma di 575 milioni di dollari nel 2004, sarà venduta per una cifra che si aggira intorno ai 100 milioni di dollari che andranno, presumibilmente, a tappare i problemi di bilancio che hanno portato Yahoo a licenziare circa 1500 persone e che hanno contribuito a dimezzare nel giro di pochi mesi il valore delle proprie azioni.

iPhone e iPod, è arrivato il nuovo firmware

Come previsto Apple ieri ha dato alla luce il nuovo firware, versione 2.2 per iPhone e iPod Touch. Anche se nemmeno in questa versione è stata integrata l’agognata funzione di copia/incolla le novità sono molte, tutte interessanti.

Innanzitutto sono stati corretti alcuni bug minori ed è stato migliorato Safari rendendolo più fluido e stabile, il correttore del testo è stato aggiustato dei piccoli problemi che lamenta buona parte degli utenti.

Ma veniamo al sodo, come previsto sono state introdotte parecchie novità che sfruttano il GPS, Google Street View, sharing location son parte integrante del sistema. Ulteriore importante novità è l’introduzione dei percorsi pedonali ovvero indicazioni stradali destinate a chi si muove a piedi.

Lively, Google fa un passo indietro

Dall’avvento di internet ci siamo abituati ai più svariati modi di comunicare e non ci siamo stupiti più di tanto quando ci siamo accorti del furioso successo delle chat virtuali, figlie di Second Life.

Al tempo, Google, deve avere pensato che sarebbe stata un’idea geniale cavalcare l’onda e creare un mondo virtuale per i propri utenti ma a quanto pare l’idea non era poi così geniale, dal 31/12/08 infatti Lively chiuderà i battenti.

Pensato per concorrere al discusso Second Life, Lively ha visto la luce circa quattro mesi fa e già si è progettato di chiuderne i battenti. Il motivo di questa decisione però non è da ricercarsi nei risultati in termini di successo che l’applicaizone ha riscosso poichè la comunità di user, almeno fino ad oggi, era in crescita ma nell’oggetto stesso dell’applicazione che a detta di Google non trova un buon campo di sviluppo.

Il carbonio, i nanotubi e il futuro delle memorie

Negli ultimi anni si è assistito ad un enorme passo avanti nel campo della tecnologia. Abbiamo visto i nostro PC aumentare la propria RAM a dismisura nel giro di un paio d’anni e ci siamo abituati a ragionare in termini di gigabite, snobbando grandezze inferiori a qualche centinaio di mega.

Se pensiamo in questo modo di essere aggiornati probabilmente ci sbagliamo perchè anche stavolta la tecnologia sta superando la nostra immaginazione. Grazie all’Università di Nottingham -ed alla ricerca pura– la nanoelettronica rivoluzionerà le memorie dei nostri amati computer.

I ricercatori, sfruttando le enormi potenzialità dei nanotubi, hanno sperimentato un tipo di memoria RAM in carbonio con particelle strutturate in maniera telescopica -un nanotubo più “piccolo” scorre all’interno di uno più “grande“- che sfruttato opportunamente replicherebbe lo stato bipolare dei bit. La rivoluzione, se questo non bastasse, sta nel fatto che grazie all’utilizzo dei quanti di energia -che degradano molto più lentamente il proprio stato al passare del tempo- sarà possibile mantenere le informazioni all’interno della memoria anche se non alimentata.

Google, iPhone e la ricerca vocale

BigG, come sappiamo, è molto attenta al mercato, alla sua espansione e ai trend di crescita ed evidentemente si devono essere accorti del successo -meritato o meno- del melafonino.

Una facile intuizione visto il lancio di Google Voice Search -servizio di ricerca vocale per iPhone- nonchè dei recenti investimenti nell’open source, di cui abbiamo già parlato qui.