DesktopSaver, salvare la posizione delle icone sul desktop e visualizzare la cronologia delle modifiche

Molti utenti sono soliti organizzare le icone presenti sul proprio desktop seguendo dei criteri ben precisi, ponendole in posizioni differenti in base, ad esempio, alla frequenza di utilizzo, alla categoria di appartenenza etc.

Per poter eseguire nel miglior modo possibile l’operazione in questione ed onde evitare che una data disposizione venga, seppur accidentalmente, stravolta si potrebbe prendere in considerazione l’idea di ricorrere all’utilizzo di DesktopSaver.

In seguito ad eventuali crash del sistema, conseguenzialmente all’esecuzione di specifici software o, ancora, dopo aver modificato la risoluzione in uso le icone presenti sul desktop potrebbero essere state sppostate ragion per cui un programmino quale quello in questione va a rivelarsi molto ma molto utile.

Immagine che mostra il logo di Google Chrme

Google Chrome, alcuni problemi con la ricerca istantanea

Google Chrome problemi ricerca istantanea

Google Chrome, il browser web del gran colosso delle ricerche in rete, da qualche ora a questa parte pare stia dando alcuni fastidiosi problemi agli utenti durante le ricerche effettuate digitando una specifica query all’intero della omnibar.

Stando alle segnalazioni risulta infatti che numerosi utenti, sia Windows sia Mac, appartenenti a differenti locazioni geografiche stanno visualizzando, in maniera piuttosto frequente, una pagina bianca al posto di quella che, invece, dovrebbe contenere i risultati della ricerca effettuata.

Allo stato attuale delle cose da parte di Google non è stata ancora resa disponibile alcuna info ufficiale in merito alla natura della problematica anche se big G ha provveduto a sottolineare il fatto che il tutto è stato risolto per buona parte degli utenti.

Coloro che, nonostante ciò, si stanno ritrovando ancora a dover fare i conti con la fastidiosa pagina bianca sono molteplici, così come testimoniano le discussioni presenti sul forum ufficiale del progetto ed anche su Twitter.

Google e le trattative con l’Antitrust Europa

Google trattative antitrust europa

Recentemente Google ha inviato alcune proposte alla Commissione Europea miranti a chiudere l’indagine Antitrust continentale e mediante le quali cercare di passare oltre le accuse di abuso in merito alla sua presunta posizione dominante in fatto di motori di ricerca e di pubblicità in rete.

A maggio, infatti, Joaquin Almunia, presidente dell’Autorità Europea garante per la concorrenza, aveva lanciato un ultimatum a big G su quattro punti fondamentali che avrebbero messo a repentaglio la condizione del gran colosso delle ricerche in rete in Europa.

Google, a sole poche ore dallo scadere delle condizioni, ha deciso di rispondere mediante un’apposita lettera, firmata direttamente da Eric Schmidt, per proporre una soluzione su quattro aree di potnziale interesse e per offrire la propria disponibilità a cooperare proficuamente.

Nella lettera, infatti, sono contenute tutta una serie di apposite proposte miranti a far cadere le accuse e, ovviamente, a chiudere lo spinoso caso.

Mozilla Firefox OS

Boot to Gecko è Firefox OS, il sistema operativo mobile sviluppato da Mozilla

Mozilla Firefox OS

Le ultime discussioni in merito al progetto Boot to Gecko (B2G) di Mozilla, di cui se ne parla già dall’estate del 2011, risalgono ad alcuni mesi fa ovvero quando il sistema operativo mobile venne presentato al Mobile World Congress 2012 di Barcellona.

In quell’occasione era stato possibile vedere il sistema operativo mobile di Mozilla in azione ed ottenere ulteriori informazioni circa il suo funzionamento ed in merito al possibile periodo di immissione sul mercato.

Da alcune ora a questa parte, però, dal fronte Mozilla giungono ulteriori ed interessanti buone nuove a tal proposito.

Stando a quanto reso noto dalla foundation Boot to Gecko ha finalmente un nome ufficiale: il ben poco fantasioso Firefox OS.

Il nome, ovviamente, prende spunto direttamente dal browser web del panda rosso prodotto dalla medesima “casa madre”.

MobileMe chiuso

Apple: MobileMe è stato chiuso definitivamente

MobileMe chiuso

MobileMe, il servizio in salsa cloud nato nel 2008 e targato Apple, è stato chiuso in maniera definitiva, così com’è anche facile intuire osservando il cartello che ci si ritrova dinanzi agli occhi collegandosi al sito web dello stesso, cedendo il passo al ben più recente iCloud.

La news, comunque, non è inaspettata per gli utenti in possesso di un device Apple: già a giungo dello scorso anno, sin dall’annuncio di iCloud, Cupertino aveva dato la notizia sottolineato inoltre la necessità per gli utenti MobileMe di effettuare la procedura di migrazione verso il nuovo servizio.

Coloro che sino a questo momento non hanno provveduto a migrare il proprio account e a salvare in un’altra posizione le foto e le immagini presenti nella Galleria e i file su iDisk potranno sfruttare i tre collegamenti, che resteranno attivi ancora per qualche tempo, annessi alla pagina principale di MobileMe, quella, appunto, dove è adesso affisso il cartello “chiuso”.

Mediante i tre link in questione sarà quindi possibile accedere a MobileMe e recuperare le foto dalla Galleria ed i file da iDisk.

Empty Folder Cleaner, ricercare e rimuovere le cartelle vuote creando specifiche regole

Quando viene installato un nuovo software sul computer in uso vengono generate nuove cartelle per l’archiviazione dei file facenti riferimento a quella data applicazione.

Molto spesso, però, nel caso in cui un dato applicativo venga rimosso i file ad esso relativi vengono cancellati durante il processo di disinstallazione ma le directory che li contenevano restano invece archiviate sulla postazione multimediale in uso creando non poca confusione.

Individuare e rimuovere manualmente queste cartelle può essere molto difficile e, nella maggior parte dei casi, porta via all’utente una gra quantità di tempo prezioso che potrebbe essere impiegato in tutt’altro modo ragion per cui qualora si desiderasse cancellare facilmente le cartelle vuote lasciate da eventuali software precedentemente in uso il sistema migliore consiste, senza alcun dubbio, nel ricorrere all’impiego di Empty Folder Cleaner.

Samsung Galaxy Nexus annullato divieto di vendita in USA

Apple VS Samsung: anche le vendite del Galaxy Nexus sono state bloccate negli Stati Uniti

Apple blocco Samsung Galaxy Nexus Stati Uniti

Nel corso degli ultimi giorni è andato ad aggiungersi un ulteriore episodio all’oramai infinita saga della patent war tra i giganti dell’IT: lo scorso venerdì, infatti, Apple ha messo a segno un nuovo colpo di notevole importanza nella sua battaglia contro Samsung.

Il giudice Koh ha infatti stabilito un’ingiunzione, valida soltanto per quanto concerne il territorio statunitense, nei confronti del Galaxy Nexus, il fortunato smartphone Android realizzato dalla sudcoreana in partnership con Google.

L’ingiunzione andrebbe a basarsi sulla violazione di alcuni brevetti Apple che, tra le altre cose, avrebbero arrecato ingenti danni alla celebre azienda della mela morsicata sottraendole fette di mercato.

I brevetti finiti nell’occhio del ciclone sono, nello specifico, quattro ed a differenza di quanto accaduto diverse altre volte in passato non hanno a che fare con l’estetica e l’interfaccia del dispositivo ma riguardano più specificamente la parte software.

Amazon Kindle Fire 10 pollici

Amazon: nuovi Kindle Fire in arrivo entro breve?

Amazon Kindle Fire nuovi modelli

Interessanti buone nuove sono in arrivo dal fronte Amazon: stando a quanto trapelato nel corso degli ultimi giorni pare proprio che entro la fine di luglio il gran colosso dell’e-commerce provvederà a presentare ufficialmente Kindle Fire 2, la seconda generazione del fortunato Kindle Fire che, a quanto pare, verrà annunciato nel corso di un evento ad hoc.

Il Kindle Fire 2, stando alle indiscrezioni, dovrebbe andarsi a caratterizzare per la presenza di una fotocamera, per quella di appositi pulsanti fisici per il volume e, ancora, per quella di uno schermo da 7 pollici con risoluzione pari a 1280×800 pixel che risulta quindi superiore ai 1024×600 pixel del primo Kindle Fire.

Sempre attenendosi alle indiscrezioni pare anche che quando il Kindle Fire 2 giungerà nei negozi, presumibilmente sul finire dell’anno in corso, Amazon provvederà anche ad abbassare il prezzo del primo modello portandolo a 150 dollari.

Altri rumors fanno poi riferimento alla possibilità che Amazon decida di immettere sul mercato un ulteriore nuovo modello dello stesso sul quale sarebbe attualmente al lavoro.

Apple iPad 128 GB

Apple pagherà 60 milioni di dollari per usare il marchio iPad in Cina

Apple pagherà Proview per usare il marchio iPad

Delle questioni legali facenti riferimento all’utilizzo del marchio iPad in Cina che hanno coinvolto tanto Apple quanto la Proview se ne discute già da qualche tempo a questa parte ma soltanto nel corso delle ultime ore si è finalmente giunti ad una conclusione.

La vicenda, infatti, vedeva coinvolte da una parte la Proview, ex grande società che in passato aveva venduto il diritto sul nome iPad per buona parte del territorio orientale ma che stando poi a quanto emerso deteneva ancora parzialmente dei diritti sul territorio cinese, e dall’altra, invece, Apple che ha cercato di ribadire in più occasioni i propri pieni diritti sull’utilizzo del nome iPad.

Ora, però, il caso relativo al processo del trademark sul marchio iPad sul territorio cinese è stato definitivamente chiuso: alla Proview sono stati riconosciuti 60 milioni di dollari per l’utilizzo del marchio in Cina, così come sancito dal tribunale di Guangdong in un comunicato ufficiale.

Apple, l'acquisizione di PrimeSense è sempre più vicina

Antitrust e garanzia Apple: si rischia un’altra multa e lo stop alle vendite

Apple garanzia antitrust italia

Nel mirino dell’antitrust italiana è finita, ancora una volta, Apple: dopo una prima sanzione, risalente a qualche mese addietro, mediante cui era già stato punito il gruppo di Cupertino finisce nuovamente sotto i riflettori per la questione garanzia biennale.

Apple, infatti, non avrebbe fornito agli utenti la garanzia della durata di due anni sui suoi prodotti non attenendosi quindi agli obblighi che per legge sono previsti nel Bel paese.

Il nuovo procedimento, in merito al quale l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato non ha ancora fornito alcuna conferma ufficiale, risulterebbe dunque correlato alla non ottemperanza degli obblighi imposti dalla prima sentenza.

VarieDrop, convertire e ridimensionare le immagini configurando diversi modelli di output

Chi, per un motivo o per un altro, si ritrova spesso a dover ridimensionare e convertire foto ed immagini ed altrettanto frequentemente a dover agire su più elementi simultaneamente impostando dimensioni e formati differenti allora, quest’oggi, sarà sicuramente più che felice di poter fare la conoscenza di una risorsa quale VarieDrop.

Questo programmino, totalmente gratuito ed utilizzabile senza alcun tipo di problema su tutti i sistemi operativi Windows (sia a 32-bit sia a 64-bit), una volta in uso, permette a ciascun utente di scegliere un massimo di quattro diversi modelli di ouput mediante cui ridimensionare e convertire le immagini e che potranno essere impiegati rapidamente semplicemente mediante drag and drop.

VarieDrop, nello specifico, permetterà di visualizzare una finestra analoga a quella illustrata nello screenshot ad inizio post e mediante cui potranno essere definiti i quattro diversi modelli di output.

Ogni area, quindi, può essere configurata in modo tale da agire sulle immagini ridimensionandole e convertendole in maniera differente.

AnyMenu, accedere ai file e ai programmi usati più spesso con un click del mouse

Aggiungere collegamenti personalizzati al menu contestuale di Windows è, per impostazione predefinita, un’operazione che non può essere eseguita.

In Windows, infatti, non è stata annessa alcuna funzione apposita mediante cui modificare e personalizzare le voci presenti nel menu visualizzabile previo click destro del mouse.

Per ovviare a tutto ciò è però possibile ricorrere all’impiego di appositi applicativi extra grazie ai quali, appunto, ciascun utente ha la possibilità di personalizzare ulteriormente l’OS e di aumentare, e non di poco, il proprio grado di produttività accendo rapidamente e facilmente a ciò di cui si ha bisogno.

Di risorse grazie alle quali eseguire un’operazione di questo tipo ne abbiamo recensite diverse ma nel caso in cui, cari lettori di Geekissimo, foste ancora insoddisfatti allora potreste provare a dare uno sguardo a AnyMenu.

SendTo-Convert, convertire foto ed immagini agendo dal menu contestuale di Windows

Se siete alla ricerca di un valido strumento grazie al quale poter convertire rapidamente e nel miglior modo possibile foto ed immagini ma, purtroppo, sino a questo momento non avete ancora trovato una risorsa in grado di soddisfare le vostre esigenze allora sarete sicuramente più che felici di poter fare la conoscenza di SendTo-Convert.

Ma di che cosa si tratta? Scopriamolo immediatamente!

SendTo-Convert è un software totalmente gratuito ed utilizzabile senza alcun problema su tutti i sistemi operativi Windows (sia a 32-bit sia a 64-bit) che, una volta in uso, consente di convertire rapidamente foto ed immagini agendo direttamente dal menu contestuale del sistema previa selezione della voce Invia a.

Questo, nel dettaglio, sta quindi a significare che sarà sufficiente selezionare l’immagine su cui si desidera agire, cliccare su di essa con il tasto destro del mouse, scegliere la voce Invia a dal menu contestuale visualizzato e, infine, cliccare poi sul comando SendTo-Convert.

Megaupload FBI

Megaupload, l’Fbi e i sequestri illegittimi

Megaupload FBI

Ulteriori ed interessanti info sono in arrivo dal versante Megaupload: stando a quanto reso noto proprio nel corso delle ultime ore l’impero di Kim Dotcom, messo sotto sequestro in seguito all’arresto del suo stesso creatore, per legge sarebbe dovuto restare online ragion per cui l’Fbi avrebbe violato la giurisdizione.

Nello specifico l’Fbi, che si è fatta carico di applicare la legge americana contro la violazione del copyright relativamente a Megaupload e servizi annessi, avrebbe agito in maniera illegittima, così come sancito dal tribunale, sconfinando in Nuova Zelanda, ovvero il paese in cui è stata registrata la società .com e dove lo stesso Kim Dotcom risiede.

Helen Winkelmann, giudice dell’Alta Corte neozelandese, ha infatti emesso il parere che il blitz avvenuto il 19 gennaio 2012 è stato illegale, una dichiarazione questa che va a smontare ben metà dell’impianto accusatorio.

Ad essere contestata è, in maniera particolare, la procedura poiché l’operazione condotta nel modo in cui è stato fatto non è giustificabile con il reato dell’imptato.