
Appena nato, Seshamo è in grado di fornire un account per poter aggiungere in un futuro remoto degli articoli su ciò che si vuole divulgare (nei limiti della “legalità”, ovviamente).





Altro argomento di discussione, chiaramente informatico. Nelle settimane scorse vi abbiamo parlato di privacy e di nascita dei blog, quindi, in pratica, abbiamo parlato, seppur indirettamente, della persona seduta davanti ad un monitor e di quello che fa spesso quando utilizza il computer. Oggi è giusto quindi fondere questi due argomenti per trattare un tema particolare: il rapporto tra gli utenti e gli spazi di internet. E per transitività il rapporto tra utenti ed utenti e tra utenti e webmaster o gestori o blogger.
Il tema affrontato oggi, si suppone, è quindi molto sentito da tutti i fruitori della rete. Il web è pieno di siti, di forum, di blog, di nick, d’accordo. Ma dietro ognuna di queste parole, diverse per definizione, si nascondono persone. Persone che si prodigano, che lavorano o spendono il loro tempo libero a contatto con internet.
L’umano è tale per tanti motivi: tralasciando quelli scientifici e parte di quelli filosofici, l’umano è tale per la sua.. umanità. Eh si, che fantasia. Umano – Umanità. Ma se le due parole sono quasi simili un motivo ci dev’essere. Una delle tantissime motivazioni è questa: una persona ha pregi e difetti e li manifesta ovunque. Figuriamoci se non in Internet.
Ma passiamo al dunque: la questione è grossomodo quella legata alla convivenza di persone in uno spazio pubblico come internet. Come è normale che sia, ognuno ha dei propri modi di fare, di agire ed ha anche delle proprie simpatie e antipatie. Giusto. Però che succede se le discordanze tra utenti rischiano di sfociare in più accentuati contrasti?

Cari lettori, quante volte ci capita di scrivere, per compito scolastico, per lavoro, per capire i contenuti di un documento sul Web o per qualsivoglia motivo un testo in inglese e, come succede sempre quando scriviamo qualcosa, c’è quel termine che abbiamo sulla punta della lingua, ma che non riusciamo a ricordare? Ci proviamo in tutti i modi, ci sforziamo, ma niente: non ce la facciamo. Di quella parola non c’è alcuna traccia nella nostra mente, dunque proviamo a sostituirla con qualche strana espressione di equivalente significato. Da oggi, invece, possiamo ricorrere ad un servizio, a mio avviso utilissimo ed efficientissimo. Si tratta di Tip of My Tongue: andiamo a vedere insieme di cosa si tratta.


Per quanto possa essere amata da moltissime persone, la rete Internet non è immune da critiche e commenti attraverso i quali spesso si definisce il web come un mondo dove la vigilanza dei genitori verso i propri figli non può essere garantita allo stesso modo con il quale è esercitata nella vita reale e, molto probabilmente, seppur molte affermazioni siano piene di pregiudizi, è chiaro che Internet, se in mano ai più piccoli, potrebbe diventare un pericolo (così come la tv etc.).
Nasce quindi l’esigenza di creare una forma di prevenzione per la salvaguardia degli utenti internet più giovani. Molti sono gli aiuti a livello software, uno tra i tanti questo, ed altrettanto numerosi sono i siti e i servizi che si prefiggono l’obiettivo di porre i bambini davanti ad una Internet più sana, migliore per loro.
Tweegee.com è un sito tra quelli a cui mi riferivo poc’anzi.. Il sito non è un flitro verso alcune pagine web, ma è un aggregatore di opportunità ritenibili “più sane di altre” che offre a bambini e a preadolescenti la possibilità di giocare, comunicare, esprimere la loro creatività, imparare nuove cose, utilizzare piattaforme di social networking e messaging, creare addirittura le loro prime pagine web.

“TotSpot, un posto per i per i tuoi ragazzi”




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Sono queste le parole che caratterizzano Intodit.com, l’ “ennesimo” servizio Web 2.0 capace di far provare grandi emozioni ma soprattutto soddisfazioni personali e non.
